Cinque anni di lavoro con in testa l'idea di migliorare la vita delle bidonville della capitale dell'Etiopia. Non piani mirabolanti, anche se lungimiranti, ma azioni dirette alle esigenze base. Servizi igienici nuovi e ristrutturati, acqua pulita e pratiche per evitare le malattie. Tutto questo creando anche valore economico, vedi gli operatori ecologici formati, vedi chi gestisce i chioschi accanto alle latrine. Eleonora Silanus " dell'area Programmi Africa di Amref Italia " risponde alle domande a seguito di una recente missione etiope. Il progetto è realizzato in collaborazione con Amref Health Africa in Etiopia ed è finanziato dalla Commissione Europea.

Igiene, bagni, acqua e molto altro. Perché intervenire nella capitale etiope?

Storicamente Addis Abeba è cresciuta spontaneamente, senza un robusto piano di urbanizzazione. Il centro storico è caratterizzato da un'alta densità di popolazione, infrastrutture fatiscenti e povertà estrema. Il risultato è che milioni di persone vivono in baraccopoli sovraffollate e trascurate, con seri rischi per la salute e l'impatto della dignità umana. Secondo l'ultima indagine condotta ad Addis Abeba dalle autorità locali il 37,8% delle famiglie fa ricorso a latrine scadenti, e il 5.6% non ha accesso a nessun tipo di latrine. L'assenza di questi impianti è più grave negli slum del progetto. In più il 95,9% di tutte le famiglie con latrine non ha impianti per lavarsi le mani, pratica comunque non comune.

Chi è più colpito da questa situazione?

Le donne sono colpite in modo sproporzionato da queste carenze a causa dei carichi di lavoro pesanti, cui si aggiunge il compito di raccogliere l'acqua e smaltire i rifiuti. La raccolta, lo smaltimento e il ri-uso dei rifiuti a livello di famiglia è un'attività prevalentemente femminile; tuttavia, le donne non hanno gli strumenti e le conoscenze riguardo le pratiche corrette per eseguirla.

Perché è importante lavorare sui rifiuti e sulle latrine?

La situazione sanitaria è fortemente minacciata dalla condizione complessa che interessa il paese. Oltre ai numerosi casi di malnutrizione infantile, si registrano casi di diarrea, quasi sempre causati dalle precarie condizioni igienico-sanitarie in cui la popolazione si trova costretta a vivere. Le piogge intense, che si verificano periodicamente, causano un peggioramento e una diminuzione dei punti di accesso all'acqua pulita.  Come conseguenza dell'enorme contaminazione delle acque, il bisogno di latrine comunitarie e private e di servizi igienico-sanitari è aumentato, in particolar modo nelle zone più critiche, nelle quali la popolazione è costretta ad usare punti di accesso ad acqua non pulita, al costo di incrementare l'insicurezza sanitaria nazionale, con negativi impatti a livello di salute, società e benessere psicologico.

Quanto è durato il progetto di Amref?

5 anni, da dicembre 2012 a dicembre 2017.

Quali erano gli obiettivi che ci si prefiggeva?

L'Etiopia non ha una copertura adeguata di servizi idrico-igienico-sanitari. L'accesso all'acqua e ai servizi igienico-sanitari è del tutto inadeguato per coprire il fabbisogno della popolazione. L'obiettivo del progetto era migliorare in modo sostenibile le condizioni socio-sanitarie e di vita di tre slum di Addis Abeba.

In che modo ha agito Amref?

Attraverso incremento sostenibile di servizi igienici, diffusione di tecnologie e competenze avanzate nella gestione dei servizi igienici e dei rifiuti, promozione di pratiche igienico-sanitarie e collaborazione con le autorità locali per lo sviluppo politiche adeguate.

Chi ha coinvolto il progetto?

Il progetto ha migliorato l'intera catena igienico-sanitaria e ambientale di smaltimento rifiuti, coinvolgendo gli abitanti delle baraccopoli, i loro rappresentanti istituzionali e il settore privato ad Addis Abeba, nei quartieri di Ketema, Cherkos e Lideta.

Quali i risultati concreti?

In questi quartieri ci sono gli slum più grandi della città, dove Amref ha ristrutturato e costruito servizi igienici adeguati nelle aree comuni e ha dotato le scuole di servizi igienici sicuri per bambini e adolescenti, separati per maschi e femmine. Amref dota ciascuna struttura di punti di erogazione di acqua pulita, servizi igienici ventilati e servizi di doccia. Tutte le strutture sono state poi collegate alla rete fognaria cittadina. Il progetto ha raggiunto 361,464 persone.

Qualche altro dato di di risultati raggiunti?

Gli ultimi dati saranno pronti fra poco, ma da un'ultima analisi risulta che l'accesso a strutture di servizi igienici, come le latrine, è aumentato del 21,7% (dal 51,4% al 73,1%), la pratica del corretto stoccaggio dei rifiuti solidi nelle case è aumentata del 45,4% (dal 52,1% al 97,5%). Le conoscenze igieniche della comunità, misurate dall'indicatore del lavaggio delle mani prima della preparazione degli alimenti / cottura sono aumentate del 42,4%; mentre la conoscenza del lavaggio delle mani dopo aver usato il bagno del 19,6%.

C'è una storia che secondo te può raccontarci le difficoltà in cui viveva la popolazione degli slum in cui Amref è intervenuta?

Una situazione particolarmente drammatica è stata quella di una donna non vedente, che oltre alle difficoltà legate all'abitare in una baraccopoli si trovava a dover fronteggiare le barriere connesse alla sua disabilità. Oggi la sua storia è diventata un esempio di successo e Amref ha realizzato una latrina accessibile nel suo quartiere. Ma ce ne sono tantissime di storie.

Curiosa è quella di Mohammedsani Mustefa Seid, non ancora trentenne, che prima dell'avvio del progetto di Amref aveva messo in piedi un'impresa per la raccolta di rifiuti. In 5 ore riuscivano a trasportare, a piedi e con arrangiati mezzi, 10metri cubi di rifiuti. Dopo l'intervento di Amref quella stessa quota oggi la spostano in un'ora. Grazie alle nuove apette e grazie alla preparazione ottenuta attraverso il progetto.

Ne avanza del tempo anche per differenziare i rifiuti. Risvolti positivi anche per la sua salute, perché con nuovi equipaggiamenti, abbigliamento ed altro, il pericolo di malattie derivato dal contatto con i rifiuti, è diminuito. Non posso dimenticare anche la parte ancora più "innovativa" del progetto.

Quale sarebbe?

Amref ha individuato tra studenti universitari e imprese private le idee più innovative e sostenibili per la raccolta differenziata dei rifiuti e ha supportato la creazione di una struttura per il riciclo in un condominio di Addis. Si tratta di uno tra i pochissimi edifici che ad oggi possiedono questo sistema di raccolta e che verrà usato come modello dalle autorità locali per la riproduzione in altre zone. La struttura prevede una divisione dei rifiuti (plastica e altri materiali) effettuata ad ogni piano del condominio, per garantire un ritiro più efficace da parte dei gruppi di raccolta sostenuti da Amref.

Amref fa affidamento molto sulla comunità locali, che abitano quei luoghi?

Oltre alla costruzione delle strutture igieniche, è fondamentale il ruolo che possono svolgere gli Operatori Comunitari che il progetto ha formato: sono loro infatti a poter educare le famiglie in materia di prevenzione da malattie legate a pratiche igieniche scorrette. Dal momento che per garantire la sostenibilità è fondamentale evitare il malfunzionamento delle strutture e la contaminazione, per ognuna delle strutture Amref ha creato un gruppo comunitario incaricato della gestione e formato sui vari aspetti di manutenzione e prevenzione delle malattie trasmissibili e ha formato e rafforzato le capacità locali.

Puoi fornirci altri dati che riguardano le latrine e i rifiuti?

Certo. Sono state costruire 32 latrine comunali con punti doccia, che raggiungono 2,500 persone negli slum. Riabilitazione di 30 latrine, alle quali oggi accedono 2,250 persone. Con i messaggi di promozione su igiene e salute sono state raggiunte 43,417 persone. Sono stati formati ed equipaggiati 142 operatori di raccolta di rifiuti solidi, 661 le persone formate sulla promozione del riciclo e riutilizzo dei rifiuti solidi.