Venerdì 9 luglio, il Sud Sudan festeggerà i primi dieci anni di indipendenza. Amref racconta e celebra questa ricorrenza con le storie e le testimonianze degli studenti e delle studentesse del Maridi Health Science Institute: futuri operatori sanitari di un Paese in cui la polmonite uccide oltre 15mila persone l’anno. Elisabeth, studentessa del secondo anno: “In Sud Sudan si contano circa 60 gruppi etnici, diverse lingue, dialetti e religioni, ma non esistono tribù, culture o religioni migliori di altre. La collaborazione è alla base dello sviluppo”.


Venerdì 9 luglio, il Sud Sudan festeggerà i primi dieci anni di indipendenza. Il 9 luglio del 2011, infatti, dopo anni di tensioni e in seguito a un regolare referendum, il Paese si separava dal Sudan, divenendo quello che ancora oggi è il più giovane Stato del mondo. È stato un momento storico, carico di aspettative per la popolazione locale e anche per Amref, presente nell’area dal 1972.

Amref Health Africa vuole raccontare e celebrare questa ricorrenza con le storie e le testimonianze degli studenti e delle studentesse del Maridi Health Science Institute (MHSI); la scuola di formazione di Amref, per operatori clinici. Dal 1998, Amref sostiene le studentesse e gli studenti di questa scuola affinché possano terminare i loro studi e contribuire a portare salute in uno dei Paesi più poveri del mondo. In questi anni, sono stati formati più di 800 Clinical Officers, di cui il 98% è rimasto a lavorare in Sud Sudan.

“Il mio percorso scolastico non è stato semplice”, spiega Martin Mariang, ventiseienne Sud Sudanese che oggi frequenta il secondo anno di Medicina Clinica al MHSI. “Mio padre è un contadino povero e anziano, che dipende dalla sua fattoria. Coltiva sorgo, sesamo e arachidi, e per anni ha venduto il ricavato per pagarmi le tasse scolastiche. Ma non è stato facile”. Non è facile, e infatti, più del 70% dei bambini e dei ragazzi in età scolastica, in Sud Sudan, non ha la possibilità di frequentare la scuola e ricevere un’istruzione. “Una volta finita la scuola, ho iniziato a lavorare con mio papà. Per quattro anni ho sognato l’università senza avere i mezzi per poterla frequentare. Ma poi, con l’aiuto di Dio e il buon cuore dei donatori, sono arrivato al Maridi Health Science Institute”.

“Sogno di diventare un medico, aiutare tutte le comunità del mio Paese e rendere il Sud Sudan un luogo più spensierato. Ad oggi, il Sud Sudan è molto indietro, sia in ambito sanitario che in altri termini. Ma noi porteremo un cambiamento nel settore, faremo tutto il necessario per evitare le morti prevenibili”, aggiunge Martin. Per fare un esempio, polmoniti e bronchiti uccidono oltre 15mila Sud Sudanesi l’anno, a cui seguono HIV e AIDS (14.400 vittime), diarrea (8.600) e malaria (5.900).

“Prima dell’indipendenza, la vita non era facile. Tuttavia, non lo è stata neanche dopo. I Sud Sudanesi hanno sofferto grandissimi dolori”. Il Sud Sudan è scivolato, infatti, dopo due anni dall’indipendenza, in una vera e propria guerra civile. Tra dicembre 2013 e aprile 2018 si stima che il conflitto abbia ucciso circa 382.000 persone, la metà dei quali vittima di morte violenta. “Nonostante tutto, la mia vita qui è così bella ora. Non ho mai sofferto la fame da quando sono qui, non ho mai avuto paura e non ho mai passato una notte insonne a causa di bisogni fisici che non potevo soddisfare, da quando sono qui”.

“In Sud Sudan si contano circa 60 gruppi etnici, più di 80 lingue e dialetti, e diverse religioni, aggiunge Elisabeth, una ragazza che frequenta il terzo anno del MHSI. “Per questo motivo, assume un ruolo fondamentale la capacità di fare squadra. La collaborazione è alla base dello sviluppo. Lavoriamo mano nella mano per sostenerci a vicenda. Perché non esistono tribù, culture o religioni migliori di altre”, conclude.

Amref è impegnata, dal 1972, a sostenere la ricostruzione del sistema sanitario del Sud Sudan, migliorando le strutture e formando medici e infermieri, con l’obiettivo di aumentare l’accesso ai servizi sanitari di base, promuovere la sicurezza alimentare, la nutrizione l’igiene, la lotta alla mortalità materno-infantile, e molto altro. Oggi, a causa della pandemia, il 60% della popolazione, circa 6 milioni di persone, fatica a trovare cibo ogni giorno. Amref, collaborando con il governo, sta contribuendo enormemente alla lotta contro la diffusione del COVID-19, con la realizzazione di strutture dedicate all’auto-isolamento, il coinvolgimento nell’istituzione dell’unico laboratorio scientifico del Paese, la formazione di operatori sanitari e di operatori sanitari delle comunità locali, e con attività di sensibilizzazione.

Perché tutte le persone coinvolte nelle crisi Sud Sudanesi degli ultimi anni meritano un domani degno di essere chiamato futuro. Amref crede nel popolo Sud Sudanese e investe nel futuro di Martin, Elisabeth e dell’intero Paese.