
Quasi il 40% delle persone nere che vivono in Italia dichiara di aver subito una forma di razzismo o di discriminazione.
Nel nostro paese l’afrofobia è un fenomeno diffuso e in continua crescita. Quello che colpisce è la generale mancanza di riconoscimento delle persone di origine africana nella società italiana e la loro quasi assenza in posizioni di rilievo all'interno del mondo istituzionale, economico e sociale.
Firma ora per chiedere maggiore inclusione e rappresentanza di afrodiscendenti nella società italiana.
- Il contesto Nell’UE vivono circa 15 milioni di persone di origine africana: una delle più grandi minoranze, uno dei più consistenti gruppi che subisce atti di razzismo. Ben il 39% denuncia di essersi sentito discriminato o di aver subito stereotipi negativi o ancor peggio atti di violenza e di hate speech. In Italia il 21,7% di stranieri residenti nel territorio proviene da un Paese africano: si tratta di circa 1 milione e 200 mila persone, a cui bisogna aggiungere i circa 300.000 cittadini africani diventati italiani per residenza, matrimonio o trasmissione della cittadinanza dai genitori ai figli. Nonostante questi numeri in continua crescita, “l’italiano nero” è un archetipo che lotta per essere accettato e diventare normale e che ancora non trova rappresentanza all'interno di organi decisionali e nelle istituzioni.
- Le nostre richieste Vogliamo dare voce e rappresentanza alle persone africane e afrodiscendenti che vivono in Italia. Creare posti riservati nei media, nella scuola e nelle istituzioni sarà un passo fondamentale per fermare il razzismo e l’afrofobia attraverso l’inclusione.
- A chi consegneremo la tua firma La tua firma sarà consegnata al Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali.
- Il testo completo della petizione Egregio ministro, credo che una leva per contrastare l’afrofobia in Italia sia dare l'opportunità alle persone afrodiscendenti che vivono in Italia di avere una rappresentanza qualificata all'interno degli organi decisionali pubblici e privati e nelle istituzioni. Per questo, insieme ad Amref, le chiedo di implementare azioni quali "forme di discriminazioni positive" (“affirmative actions”), come le quote riservate per garantire opportunità di assunzione adeguate agli africani e agli afrodiscendenti che vivono in Italia.