Immagina una bambina. Avrà più o meno 10 anni. È sola in casa, i suoi genitori non ci sono. D'improvviso la raggiungono alcune donne, lei le conosce, sono le sue zie. Sul loro volto la bambina legge qualcosa di diverso dal solito, una severità mai vista. Le dicono che è arrivato il suo momento, quello di diventare grande e di dimostrare la sua forza. Estraggono un taglierino, le bloccano gambe e braccia e la costringono a subire la mutilazione genitale femminile. Cynthia ha provato in quel momento tutta la paura e il dolore del mondo. Non è morta, dissanguata o per le infezioni provocate dal taglio. Cynthia, però, è morta dentro, per molto tempo. Nei giorni e nelle settimane seguenti ho pensato spesso al suicidio, non riuscivo a vivere con il peso di quel trauma sul corpo, nel cuore. Quando, negli anni seguenti, dopo aver conosciuto Amref, ho parlato con le donne che mi avevano ferita, abbiamo condiviso il dolore. Abbiamo pianto insieme. Le mutilazioni sono una ferita universale.

Cynthia, oggi venticinquenne, è tornata a vivere dopo tanti anni, quando ha compreso di non essere lei il problema, ma quella pratica crudele e ingiustificata che aveva interrotto in un colpo solo la sua infanzia e il suo futuro. Decisivo nel suo percorso di ritorno alla vita è stato l'incontro con Amref e con Nice, la nostra operatrice e attivista per i diritti umani, che sarà in Italia i primi di febbraio, in occasione della Giornata internazionale contro le mutilazioni genitali femminili. Oggi la voce di Cynthia, si unisce a quella di Nice e di tante altre donne e uomini formati da Amref, che si battono quotidianamente, nelle loro comunità, contro le mutilazioni.

Cosa sono le mutilazioni genitali femminili?

Le mutilazioni genitali femminili (Female Genital Mutilation - FGM) sono pratiche dolorose e dannose, inflitte a giovani ragazze e bambine, spesso come rito di passaggio dall'infanzia all'età adulta. Per questo, le bambine tagliate sono poi costrette a sposarsi precocemente e ad avere figli, abbandonando la scuola. Essendo solo lesive della persona e ingiustificate dal punto di vista medico-sanitario, sono considerate a livello internazionale una violazione dei diritti umani.

Le mutilazioni sono tutte uguali?

Si, perché qualsiasi ferita inflitta gratuitamente sul corpo di una bambina o ragazza deve essere condannata. Tecnicamente, però, esistono 4 tipi di mutilazioni, a seconda del taglio che viene inflitto ai genitali femminili. Possono essere asportate, per mezzo di lamette, rasoi o altri oggetti taglienti, clitoride e piccole e grandi labbra. Il taglio, operato senza anestesia, con strumenti non sterilizzati e in ambienti tutt'altro che asettici, provoca shock e può dare origine a emorragie fatali. Se non muoiono dissanguate, le bambine possono sviluppare infezioni ai danni dell'apparato riproduttivo o urinario. Frequenti sono anche i casi di contagio da HIV.

Quante sono le vittime delle mutilazioni?

200 milioni di donne nel mondo (oltre 3 volte la popolazione italiana!) hanno subito la mutilazione genitale. 44 milioni sono bambine con meno di 14 anni. La pratica della mutilazione genitale si concentra soprattutto in 28 paesi dell'Africa Sub Sahariana.

Perché questo dolore?

Le ragioni per cui bambine e ragazze vengono sottoposte alla mutilazione sono molteplici, a seconda dei gruppi e delle comunità che le praticano. Possono essere considerate un modo per esaltare l'appartenenza e l'identità culturale, oppure per scoraggiare i rapporti extra coniugali. Talvolta sono collegate a ragioni igieniche o credenze religiose, sebbene le mutilazioni non abbiano religione, poiché vengono praticate da cattolici, musulmani, protestanti, animisti, copti e falasha.

Come contrastare le mutilazioni genitali femminili?

Amref è da anni impegnata nella prevenzione e contrasto della pratica delle Mutilazioni Genitali Femminili. Il focus è nella sensibilizzazione delle comunità per renderle protagoniste del loro stesso cambiamento e per sostituire le mutilazioni con Riti di Passaggio Alternativi (ARP). Gli ARP sono un'alternativa culturale che mantiene intatte alcune usanze tipiche, come balli e canti, ma rimpiazzano il taglio con la benedizione dei libri scolastici. Grazie ai Riti di Passaggio Alternativi, tra Kenya e Tanzania, abbiamo già salvato oltre 16.000 bambine.