
Amref in Italia è la prima organizzazione ad aver puntato su una comunicazione positiva dell’Africa, superando gli stereotipi che la vedono come una terra inerme e priva di prospettive.
Reframe Africa è il nostro impegno per una conoscenza nuova, vera e completa di un continente dalle mille sfaccettature.
Con il nostro lavoro ci rivolgiamo a tutti per parlare anche a quella parte di popolazione che a volte, senza nemmeno rendersene conto discrimina, isola, stereotipizza.
Amref si impegna a sviluppare e comunicare una corretta narrazione dell’Africa e delle tematiche ad essa legate (es. diritto alla salute, sviluppo sostenibile, migrazione, discriminazione) con l’obiettivo di sensibilizzare e cambiare l’opinione pubblica. Lo fa agendo attraverso le sue azioni e campagne di comunicazione e attraverso progetti e attività rivolti a ragazzi, docenti ed educatori, operatori dei servizi, decisori etc.
Oltre gli stereotipi e il razzismo
Reframe Africa è la risposta di Amref ad un fenomeno i pericolosa crescita in Italia: il razzismo anti-nero o afrofobia. Si tratta di una forma specifica di razzismo volta alla de-umanizzazione e all'esclusione delle persone di origine africana e nere. Il razzismo anti-nero comprende qualsiasi atto di violenza e discriminazione alimentato da stereotipi negativi e basato su ingiustizie storiche. E’ il risultato di un processo di costruzione sociale della razza (o razzializzazione) a cui vengono attribuite specificità genetiche e/o culturali e stereotipi.
Secondo i dati Istat, in Italia al 1° gennaio 2019 vivevano 1 milione 140 mila persone con cittadinanza in un paese africano, pari al 21,7% del totale degli stranieri residenti nel nostro paese. A questi si aggiungono 300.000 cittadini africani diventati italiani per residenza, matrimonio, o trasmissione della cittadinanza ricevuta dai genitori ai figli nel caso di minorenni.
Nonostante si tratti di una minoranza, gli episodi di violenza verbale e fisica nei confronti di queste persone è in continua crescita. La discriminazione verso persone di origine africana è particolarmente evidente se si analizzano le rappresentazioni spesso negative che vengono date nei media, nei materiali didattici e culturali, fenomeno che non risparmia le “nuove generazioni” di italiani, ancora percepiti come stranieri.
Quante persone afrodiscendenti affermano di aver subito discriminazioni in Italia?
- 39% si
- 61% no
Al fianco degli afrodiscendenti in Italia
I progetti di Amref di sensibilizzazione in Italia coinvolgono e sono realizzati al fianco delle comunità di afrodiscendenti. Conoscenza, consapevolezza, informazione, costruiti dal basso, insieme ai beneficiari e al tempo stesso vittime di stereotipi e afrofobia.
- 3 progetti di advocacy
- 1 progetto di empowerment
- 30mila afrodiscendenti coinvolti
Decalogo per una corretta informazione sull’Africa
1. L’Africa non è un Paese
L'Africa è un continente con 54 Stati. Rispettare e rendere conto della complessità di un continente è sicuramente difficile ma stimolante. Bisogna contestualizzare il più possibile le informazioni quando si parla di Africa.2. L’Africa non è Povera
Lo stereotipo della povertà africana impedisce di conoscere le diverse sfaccettature del cammino attuale e futuro dei Paesi di questo continente.3. La cultura africana merita rispetto
Conviene evitare di veicolare gli stereotipi: le religioni africane non sono credenze.4. Colonialismo? Una breve parentesi della storia millenaria africana
Dopo l'Egitto Antico, i popoli africani hanno creato altre grandi civiltà. Conoscere la storia dell'Africa nella sua diversità e ampiezza temporale è un primo passo per migliorare il racconto del continente.5. Raccontare le eccellenze africane
L'Africa non è solo immigrazione. In Africa non ci sono solo dittatori, corruzioni e malattia. La società civile africana è infatti sempre in movimento. Giovani e artisti esplodono di creatività anche se non sempre sostenuti dai governi locali.6. Un freno all'eurocentrismo?
Gli opinionisti africani offrono commenti e analisi sulla base di una sensibilità di chi vive direttamente i fatti. Alcune grandi reti di comunicazione internazionale come la francese Tv5 o l’inglese Bbc, stanno infatti rinforzando le loro squadre di reporters ed analisti con professionisti africani scelti localmente.7. I bambini africani non sono merci in vendita
Le immagini dei bambini pubblicate per colpire alla pancia spesso e volentieri violano le norme giornalistiche, in particolare la Carta di Treviso del 5/10/1990 che condanna questo tipo di comportamenti.8. Attenzione alle fake news sull’Africa
Nel gennaio 2016 è stata, ad esempio, diffusa a livello internazionale, senza opportune verifiche, la falsa notizia secondo cui il governo eritreo avrebbe deciso di legalizzare la poligamia costringendo gli uomini a sposarsi almeno con due donne.9. Le immagini e la rappresentazione dei migranti
Cinesi, giapponesi, coreani, indiani, africani, arabi sono anche loro immigrati con tratti diversamente visibili. Associare indiscriminatamente le comunicazioni / articoli sull’immigrazione alle persone di pelle nera è una forzatura.10. Afrodiscendenti un altro modo di chiamare le seconde generazioni
Negli ultimi anni è stato molto utilizzato seconde generazioni per denominare i giovani di origini straniere nati o cresciuti in Italia. Cresce anche l’utilizzo della combinazione afro-italiani per denominare i giovani neri di origine africana. All’interno delle comunità africane sta tuttavia affermandosi l’utilizzo del termine afrodiscendente.
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