Bitania Lulu Berhanu, venticinquenne etiope, è una giovane leader africana impegnata attivamente nei processi di cambiamento e sviluppo del continente.

Il suo impegno le è valso due importanti riconoscimenti internazionali, come Personalità Femminile dell'anno (2015), nell'ambito degli Africa Youth Awards e come una dei 100 Giovani Africani più Influenti del 2016.

Attualmente è la Presidente del Parlamento Consultivo Giovanile (Youth Advisory Parliament) di Amref Health Africa in Etiopia. Bitania dice di ispirarsi a Mae Jemison.

Oggi, la sua storia è più attuale che mai. Nella primavera del 1996, Jemison ha sporto denuncia nei confronti di un poliziotto texano, accusandolo di brutalità poliziesca durante un controllo della polizia che si è conclusa con il suo arresto.

Nonostante le evidenti differenze, la storia di Jemison può essere considerata parte di una realtà tutt'ora incombente negli Stati Uniti. L'evidenza dell'impatto della brutalità della polizia sui neri negli Stati Uniti è schiacciante, oggi più che mai.

Da giovane donna leader, quali sono state le maggiori difficoltà riscontrate?

I giovani, in Africa, rappresentano il 70% della popolazione. Per questo motivo, le voci dei giovani non possono essere trascurate, eppure spesso è così. A questa problematica si aggiunge quella della disparità di genere.

Io lotto affinché i giovani e le donne vengano rappresentati e ascoltati come meritano, e che possano quindi contribuire attivamente allo sviluppo del continente africano e diventare agenti di cambiamento.

Da giovane donna africana non è stato facile far sentire la mia voce e arrivare dove sono ora, ma ci ho sempre creduto e ho sempre perseverato.

Sono felice di averlo fatto, e sono felice di poter vedere dei cambiamenti positivi avvenire in tutto il continente.

Oggi, in Ruanda, per esempio, ci sono rappresentanti donne a ogni livello amministrativo e governativo, e molti Paese hanno introdotto delle leggi dedicate alla rappresentanza dei giovani, come il diritto di voto ai più giovani.

Ritengo che sia fondamentale coinvolgere i giovani all'interno delle piattaforme decisionali, che non sia possibile affrontare tematiche quali i processi di sviluppo e di pace senza riconoscere il ruolo fondamentale dei giovani e renderli partecipi.

Che consiglio daresti ai giovani che vogliono far sentire la propria voce?

Dobbiamo agire, dobbiamo farci sentire e dobbiamo farci valere. Abbiamo avuto modo di vedere che funziona: coloro che hanno lottato affinché la loro voce venisse ascoltata, hanno contribuito ad uno sviluppo positivo e alla scalata verso un sistema inclusivo.

Con una leadership efficace e una seria dedizione alle nostre idee, niente ci impedisce di raggiungere gli obiettivi che abbiamo stabilito per i giovani e per l'Africa.

Non dobbiamo essere d'accordo su tutto, è dalle opinioni contrastanti che nasce la collaborazione e si stabilisce un obiettivo comune.

A che età hai iniziato a fare attivismo?

Ero una bambina determinata. Nel mio piccolo, ho iniziato a fare attivismo all'interno della mia comunità in giovane età. Ho sempre saputo di voler "cambiare il mondo", tuttavia, il momento in cui ho consapevolmente detto a me stessa di voler diventare un agente di cambiamento è stato durante il mio percorso universitario.

Ho studiato ingegneria elettronica ed informatica presso l'Università di Addis Abeba. La mancanza del potere di rappresentanza e di leadership giovanile mi si è palesata in quel periodo della mia vita, e mi ha dato modo di concretizzare i miei obiettivi.

Ho quindi proseguito i miei studi, ho intrapreso un Master nello sviluppo umano ed economico in Africa, e ho poi conseguito un diploma in leadership, formazione per formatori e design thinking, ovvero un approccio all'innovazione che poggia le sue fondamenta sulla capacità di risolvere problemi complessi utilizzando una visione e una gestione creative.

Durante i miei anni accademici ho contribuito alla creazione di numerose associazioni guidate dai giovani, come l'Alleanza Giovanile per la Leadership e lo Sviluppo in Africa (Youth Alliance for Leadership and Development in Africa) e all'organizzazione di corsi di formazione nazionali e internazionali, workshop ed eventi.

Chi è stato il tuo modello femminile?

C'è una lunga lista di donne forti ed eccellenti che ammiro e che mi hanno ispirata. Se dovessi sceglierne una, potrei forse dire che Mae Jemison è stata la più influente.

È una dottoressa afroamericana, ed è stata la prima donna nera a viaggiare nello spazio. Nel 1993, si è dimessa dalla NASA per fondare una società di ricerca sull'applicazione della tecnologia alla vita quotidiana, promuovendo la leadership giovanile in ambito scientifico. È una grande ispirazione.

Cosa fa Amref, in linea con i tuoi sforzi e le tue speranze per l'Africa? Cosa ti ha spinto a lavorare con l'organizzazione?

Molti progetti di Amref Health Africa in Etiopia sono fondamentali per i giovani africani.

La salute sessuale e riproduttiva, i diritti delle donne e il potenziamento dei servizi per i giovani nelle istituzioni sanitarie sono solo alcuni dei pilastri di intervento di Amref.

Abbiamo quindi deciso di collaborare e avviare il Parlamento Consultivo Giovanile (Youth Advisory Parliament): organo che ha lo scopo di contribuire allo sviluppo di progetti di salute e benessere, stabilendo un dialogo con le istituzioni e producendo documenti consultivi contenenti analisi, feedback e suggerimenti.

Sono felice di aver intrapreso questo percorso con Amref, per garantire che i giovani non siano solo beneficiari dei progetti, ma anche partner ed esecutori. Inoltre, molti membri del Parlamento Giovanile sono stati inviati nelle diverse regioni dell'Etiopia affinché assumessero ruoli di leadership e incidessero sulle decisioni delle loro comunità.

Secondo te, quali sono i metodi più efficaci per cambiare la rappresentazione dell'Africa nel resto del mondo?

Ho sentito dire molte volte cose quali l'Africa è un Paese povero. Una corretta informazione sull'Africa dovrebbe partire da qui, dalle basi. L'Africa è un continente con 54 Stati.

Rispettare e rendersi conto della complessità di un continente di 1,1 miliardi di abitanti è sicuramente difficile, ma stimolante.

Molti Paesi africani affrontano sfide quotidiane legate alla povertà, alla fame, al clima e a molto altro, ma bisogna contestualizzare il più possibile le informazioni quando si parla di Africa, per evitare la disinformazione.

Chi ha una visione stereotipata dell'Africa, venendo qui, si stupirebbe della complessità, della diversità e del fascino del continente.

Penso che il mio ruolo, avendo la possibilità di raggiungere molte persone, sia quello di dare un messaggio di speranza per l'Africa, e rappresentarla nel modo più corretto possibile.

Come state gestendo l'emergenza sanitaria, dovuta al Covid-19?

Con la crescente diffusione del Covid-19 nel nostro Paese, e le precauzioni decrescenti adottate per prevenirlo, tutti dovrebbero continuare a contribuire per aumentare la consapevolezza e diffondere informazioni accurate.

Come leader giovanili, ci siamo impegnati a svolgere i nostri ruoli attraverso la sensibilizzazione e la difesa della comunità. Con gli altri membri del Parlamento Consultivo Giovanile, abbiamo fatto visita alle comunità etiopi per svolgere attività di sensibilizzazione.

L'obiettivo è quello di ridurre al minimo la disinformazione e promuovere la solidarietà.

Inoltre, le conseguenze negative del Covid-19 sono innumerevoli; al di là delle ripercussioni socioeconomiche, vorrei fare luce sul fatto che a causa della crisi è aumentato il numero di donne e ragazze, in tutto il mondo, che hanno subito e subiscono abusi e violenze di genere.

La salute fisica e mentale delle donne va tutelata. Anche per questo speriamo che le attività volte a promuovere la collaborazione e la solidarietà possano aiutare.

Hai un messaggio per l'Africa?

Ho viaggiato molto e ho conosciuto molte persone. L'Africa è formata da un'infinità di giovani menti brillanti e potenziali agenti di cambiamento. Ed è grazie a loro, e grazie alla loro voglia di rimboccarsi le maniche e far sentire la loro voce, che io non ho mai avuto neanche un dubbio sul futuro dell'Africa. Sarà brillante.