Per decenni, i Paesi più colpiti dal cambiamento climatico hanno guidato la battaglia per fare in modo che il mondo riconoscesse, e compensasse, il danno irreversibile che il cambiamento climatico ha già inferto alle vite umane, ai mezzi di sussistenza e agli ecosistemi nei loro paesi.

E ora, mentre iniziano i lavori di COP30 a Belém in Brasile, questa battaglia entra nel suo momento più politico: trasformare la salute in un pilastro delle discussioni sul clima.

La loro perseveranza nel raccogliere prove dei danni economici causati dal clima - in termini di vite umane, mezzi di sussistenza e ecosistemi - e che venisse riconosciuto un risarcimento, è stata una svolta politica e morale.

Dopo quasi tre decenni di attività di sensibilizzazione e pressione sui governi, alla COP27 nel 2022, la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) ha formalmente concordato di istituire un Fondo “Loss and Damage”.

L’idea è stata resa operativa alla COP28 e, ad inizio 2025, circa 700 milioni di dollari sono stati promessi, ma il denaro disponibile è molto di meno.

Un meccanismo di risarcimento basato sui danni alla salute

La salute umana, animale e ambientale è interconnessa, ed è possibile misurare i danni economici che il cambiamento climatico sta provocando.

Dai decessi causati dalle ondate di calore agli eventi climatici estremi, dalla malnutrizione agli impatti psicologici: gli effetti dei cambiamenti climatici sulla salute sono il volto umano del meccanismo “loss and damage”.

Eppure, mentre nei negoziati sul clima è ormai comune parlare dei costi sociali delle emissioni e dei danni economici, la salute rimane ancora ai margini delle politiche, dei finanziamenti e dei tavoli negoziali.

I Paesi africani stanno guidando le discussioni su come rendere la salute centrale nei ragionamenti sui danni e sui fondi necessari per rispondere agli effetti del cambiamento climatico.

L'impatto dei disastri naturali sul continente africano

Secondo l’analisi dell’African Risk Capacity, agenzia dell'Unione Africana per migliorare la resilienza dei paesi africani, le regioni centrali, orientali e meridionali dell’Africa hanno subito il maggior numero di disastri dal 2000 al 2023.

Negli ultimi dieci anni, le alluvioni sono diventate più frequenti e intense, amplificate dal cambiamento climatico, dalla deforestazione e dalla rapida urbanizzazione.

Tra i disastri naturali più devastanti ci sono stati:

  • Le frane del 2017 in Sierra Leone
  • I cicloni Ida e Kenneth del 2019 in Mozambico, Zimbabwe, Malawi e Comore
  • I cicloni Batsirai ed Emnati del 2022 a Madagascar e Mozambico
  • Le grandi alluvioni in Africa orientale (2018), Sudan e Sahel (2020), Libia (2023)
  • Il terremoto in Marocco (2022)

Le perdite economiche in Africa nel 2023 hanno raggiunto 14,6 miliardi di dollari, con una parte significativa dovuta al terremoto in Marocco, mentre nel 2022 le perdite erano state di 10,5 miliardi di dollari.

Solo il 2023 ha visto Burundi spendere circa il 10% del PIL per rispondere ai disastri, mentre Libia, Rwanda e Mauritius oltre lo 0,5%.

Dotare i negoziatori degli strumenti per parlare di salute

Amref Health Africa, insieme alla Amref International University (AMIU), all’African Group of Negotiators Expert Support (AGNES) e con il supporto del Wellcome Trust, ha lanciato il Curricolum per i Negoziatori su Cambiamento Climatico e Salute, il primo del suo genere a livello globale.

Questo curriculum rappresenta un passo concreto per mettere la salute al centro del discorso sul clima.

Questo strumento fornisce ai negoziatori africani le basi scientifiche, politiche e di advocacy necessarie per rendere la salute una priorità nei processi UNFCCC - in particolare ora, alla COP30 - e nei meccanismi di finanza climatica.

I quattro moduli del curriculum - Relazione Clima-Salute, Comunicazione e Azione per il Clima, Negoziazione e Advocacy, e Giustizia Climatica e Salute - permettono di quantificare le perdite causate ai sistemi sanitari e, in questo modo, allo sviluppo e al benessere di ciascun Paese africano.

Una carcassa di animale, effetto della siccità

Salute umana, degli animali e dell'ambiente: un esempio concreto

Riconoscere la centralità della salute significa partire da esempi concreti.

Nel cuore arido del Corno d’Africa, dove la siccità si prolunga per mesi e le risorse naturali scarseggiano, la salute delle persone non può essere affrontata da sola.

È intrecciata a doppio filo con quella degli animali, dell’ambiente e della possibilità concreta, per intere comunità, di accedere a servizi essenziali.

È proprio qui che prende forma l’approccio One Health, un modello che Amref Africa sta applicando in Etiopia, Kenya e Somalia per costruire un futuro più giusto e sostenibile per tutte e tutti.

Il progetto OH4HEAL non risponde solo a bisogni urgenti, ma promuove un vero cambiamento di prospettiva: riconoscere che la salute delle persone è strettamente legata a quella dell’ambiente e degli animali è essenziale per affrontare crisi complesse come la malnutrizione, le pandemie e il collasso degli ecosistemi.

One Health significa integrare discipline, lavorare in sinergia, abbattere le barriere tra settori e agire con una visione a lungo termine.

Questo è ancora più importante in contesti come il Corno d’Africa, dove gli effetti del cambiamento climatico colpiscono più duramente le donne e le bambine, mettendo a rischio il diritto alla salute e alla vita.

Progetti come One4HEAL dimostrano come i danni alla salute possano essere mitigati o prevenuti e come investimenti mirati possano trasformare la vulnerabilità in preparazione.

COP30: la salute un pilastro negoziale

La formazione tecnica e le evidenze sul campo devono tradursi in risultati politici.

La salute deve diventare centrale nell’agenda negoziale africana a COP30. Questo significa:

  • Promuovere meccanismi finanziari per mitigare l'impatto del cambiamento climatico sulla salute.
  • Selezionare e includere esperti e professionisti della salute come persone di riferimento all’interno delle delegazioni nazionali.
  • Integrare indicatori sanitari nel monitoraggio e nei report — incluse malattie non trasmissibili, Piani Nazionali di Adattamento, e discussioni su perdite e danni.

Garantire finanziamenti equi, costruire comunità più resilienti e trasferire le tecnologie che possono facilitare la transizione climatica sono azioni necessarie.