
"Senza finanziamenti, le persone malate e in condizioni di fragilità, rimarranno chiuse, segregate". A parlare è il Direttore Programmi di Amref Sud Sudan, Moshin Ranathunga, in visita alla sede italiana dell'organizzazione. Parla dei tagli agli aiuti pubblici, delle condizioni di tensione in cui stagna il Paese, e poi ricorda che "il Sud Sudan ha perso tutti i finanziamenti per la tubercolosi. Non esiste più nulla. Non ci sono più test". Ranathunga fa riferimento a tali tagli, nel corso di un'intervista in cui richiama la necessità di continuare a sostenere le attività in ambito salute del Paese, per esempio attraverso il progetto TB Scout and Treat. Progetto che si propone di migliorare l’accesso, la fruizione e la qualità di servizi comunitari e diagnostici per la TBC, in particolar modo da parte di gruppi vulnerabili e ad alto rischio.
Oggi la TBC è considerata la quarta maggior sfida di sanità pubblica del Paese. L’incidenza stimata della TBC in Sud Sudan è di 227 casi ogni 100.000 persone/anno. Questa stima è stata periodicamente rivista al rialzo, segno che la gravità e la diffusione della malattia, in precedenza, veniva sottovalutata.
Fondamentale passare da un approccio "passivo" ad uno "attivo", che non attenda il paziente ma ne vada alla ricerca, sostenendo maggiormente le strutture sanitarie di base e attivando e supportando i programmi comunitari già esistenti, quali la Boma Health Initiative del Ministero della Sanità.
Questo fa il progetto TB Scout and Treat - attivo nelle Contee di Tonj Sud e Ibba -che ha anche "acceso un faro" sui gruppi ad alto rischio di TBC o particolarmente vulnerabili. Tra questi si annoverano: detenuti; personale delle forze armate; minori, soprattutto al di sotto dei 15 anni e ospitati presso istituti. Questi individui sono maggiormente soggetti all’infezione per via delle proprie modalità di abitazione e aggregazione ma, al contempo, hanno meno possibilità o probabilità di essere sottoposti a screening e di accedere ad altri servizi per la TBC.
Tra le attività ci sono, appunto, screening e campagne di ricerca attiva dei casi di TBC a livello comunitario, il rafforzamento e miglioramento, dei servizi diagnostici inerenti alla TBC e dell’accesso a cure di qualità. Infine, il potenziamento dell’attività di tracciamento della TBC.
Il progetto TB Scout and Treat è sostenuto dall'AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo) e da SERVImed. Andrea Napolitano - Chief Operating Officer di SERVImed - afferma "siamo un’azienda operante nel settore medicale, quindi siamo consapevoli di quanto grandi siano le sfide sanitarie a livello mondiale, soprattutto in contesti complessi come l’Africa Sub-Sahariana. Siccome c’è sempre anche una componente “emotiva” nella scelta delle attività benefiche dell’azienda, ci piace sentirci idealmente vicini all'impegno di Amref di aumentare l’accesso a cure fondamentali per piaghe come la TBC".
Napolitano conclude "investire in progetti di impatto sociale per noi è un modo di “give back” quanto abbiamo ricevuto. Crediamo che le aziende non nascono e crescono nel vuoto, ma operano in un contesto ben preciso fatto di tantissimi attori: lo Stato, le comunità locali, i consumatori, ecc. ecc. Tutti questi attori, in qualche modo, contribuiscono al successo di un’azienda. Ad esempio, i nostri brevetti esistono perché ci sono delle istituzioni (l’UE, lo Stato italiano) che riconoscono, incentivano e tutelano la nostra attività di ricerca e sviluppo. Abbiamo dei dipendenti eccellenti perché esistono delle eccellenti università che li hanno formati. Insomma, crediamo che la nostra responsabilità sociale (come quella di qualsiasi impresa) stia proprio nel riconoscere che il nostro successo non è mai solo “nostro” e, dunque, nel condividere parte di esso con la galassia di attori che ci ruota attorno e che l’ha reso possibile".