Comunicare l’Africa non soltanto in relazione a crisi, conflitti e povertà e considerarla a tutti gli effetti uno dei contesti sociali, culturali ed economici da tenere in considerazione nel nostro tempo: sono gli obiettivi auspicati dal rapporto “L’Africa Mediata” sin dalla sua nascita.

Ma oggi, a distanza di cinque anni dalla prima edizione del dossier, possiamo dire che siano stati raggiunti?

L'Africa MEDIAta: i numeri principali

  • L'Africa sui quotidiani
    Le migrazioni e la gestione dei flussi migratori e degli arrivi si impongono ancora una volta come temi al centro dell’agenda politica. Nello stesso tempo, l’impegno del governo rispetto alle questioni africane, ne aumenta la copertura. La novità del 2023 è che anche nella categoria Africa “la” al primo posto si colloca il tema delle Migrazioni, con il 42,1% dei titoli. Nelle rilevazioni precedenti, invece, era la categoria Guerra e terrorismo.
  • L'Africa nei notiziari di prima serata
    Il totale delle notizie sull'Africa rilevate come pertinenti è il secondo valore più alto di notizie registrato in cinque anni di rilevazione. L’indagine conferma che i notiziari tendono a trattare le questioni africane nel contesto occidentale. Quasi 8 notizie su 10 hanno riguardato temi, questioni ed eventi legati alla presenza di persone africane e/o afrodiscendenti in Italia o in Europa.
  • L'Africa nei programmi di informazione e infotainment
    La voce Ambiente, cultura, costume, turismo e sport raccoglie il 27% dei riferimenti, un dato in calo rispetto all’anno precedente (36%) a causa dell’aumento dei riferimenti riconducibili alla voce Guerra, conflitti e terrorismo (14% vs il 5% del 2022), tra cui per esempio servizi sulla presenza del gruppo mercenario russo della Wagner in Africa, il ruolo diplomatico dell’Egitto nel conflitto in Medioriente tra Israele e Hamas e il colpo di stato in Sudan.

L'attivismo giovanile e femminile in Africa

Nella quinta edizione, oltre all'analisi quantitativa, abbiamo mappato l’attivismo giovanile e femminile africano nei programmi televisivi e sui social network rispetto ad alcune questioni rilevanti come l’ambiente, la salute, l’arte e la cultura.

Purtroppo, inutile dirlo, di attiviste e attivisti africani nei media italiani si parla davvero col contagocce.

Del totale degli intervistati nei telegiornali di prima serata (50.573), vi è appena un attivista africano ogni 919 persone.

  • 1ora ogni 58 di programmazione è dedicata all’Africa
  • 74.8% sono notizie ambientate in Italia o in altri Paesi occidentali
  • 0.1% attivismo africano nei notiziari di prima serata

Eppure, ogni qualvolta è stata data agli africani la possibilità di raccontare e di raccontarsi, all’interno di alcuni programmi di dibattito o di divulgazione, le loro voci hanno tolto il velo sulle molteplici e variegate sfumature che compongono anche le realtà più critiche e drammatiche.

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Amref e l'attivismo giovanile e femminile

Le storie di Coumba e Ibrahim sono l'esempio di come le nuove generazioni possano essere protagoniste del cambiamento.

Amref negli anni è diventata una vera e propria piattaforma a disposizione delle e dei giovani attivisti: amplifichiamo le loro voci, sosteniamo il loro impegno e appoggiamo iniziative efficaci in grado di rispondere alle sfide sanitarie e sociali che si trovano dinnanzi.

La storia di Coumba (e del progetto "The Girl Generation")

In Senegal, ad esempio, la lotta contro le mutilazioni genitali femminili ha raggiunto un punto di svolta cruciale grazie al coraggio e la forza di ragazze come Coumba.

La storia di Ibrahim (e del progetto "HEROES")

Non tutti gli eroi indossano il mantello, a volte solo un paio di pantaloni corti e una maglietta arancione. È il caso di Ibrahim, uno studente ugandese di 16 anni che con il suo impegno protegge il diritto all'istruzione e alla salute delle sue compagne di classe.

Alcuni dei nostri progetti

  • Youth in Action (Y-ACT)
    In questi anni, grazie all’impegno costante e convinto di centinaia di giovani, Y-ACT è diventato uno dei movimenti giovanili più influenti dell’Africa e sta dimostrando concretamente quanto i giovani siano leader cruciali nell’affrontare le sfide dello sviluppo e capaci di cambiare il panorama politico, nazionale e internazionale. A sette anni dall’avvio del programma, possiamo dire che oggi le giovani e i giovani di Y-ACT promuovono iniziative di advocacy in grado di farsi sentire a livello locale, nazionale e internazionale. Il loro impegno è concreto in oltre 21 Paesi del continente africano, e spinge verso scelte guidate dalla responsabilità sociale e dalla sostenibilità.
  • HEROES
    Focalizzato sulle questioni di genere è iniziato nel novembre del 2020 in Uganda e oggi nel pieno delle sue attività. Con l’obiettivo primario di garantire che tutte le giovani e le donne in età riproduttiva siano libere di decidere in merito alla propria sessualità e maternità e di identificare, evitare e denunciare ogni forma di violenza, il programma prevede, oltre alle attività di informazione e sensibilizzazione, il rafforzamento dei servizi di assistenza e cura SRHR e SGBV, fondamentali perché il cambiamento possa realmente avvenire.
  • The girl generation
    Implementato da un consorzio di organizzazioni The Girl Generation è molto più di un semplice programma: è un faro e una speranza per numerose ragazze e donne che hanno subito la mutilazione genitale femminile. Alla guida delle azioni di sensibilizzazione nelle comunità e di advocacy verso le Istituzioni ci sono delle instancabili e motivatissime giovani attiviste, che sfidano tradizioni e norme sociali anacronistiche.
  • Kefeta
    L’approccio integrato del programma è veramente unico nel suo genere e si articola su tre fronti: aumentare la capacità di advocacy e di rappresentanza dei giovani, creare nuove opportunità economiche e di lavoro, ampliare l’offerta e garantire l’accesso dei giovani a servizi sanitari e preventivi appositamente studiati per loro. Si tratta di un percorso all’insegna della formazione, della conoscenza e dell’emancipazione.