L’acqua è il filo conduttore del lavoro di Amref in Kenya. Dal 1998 siamo impegnati nella contea di Kilifi, nell’area costiera del Paese, per garantire l’accesso alle fonti di acqua pulita, migliorare la salute delle comunità e aumentare la loro resilienza ai cambiamenti climatici.

Il contesto

La contea di Kilifi è fortemente colpita dalla crisi climatica e dalla carenza di risorse idriche. Circa il 65% del territorio soffre di scarsità d’acqua e il 19% della popolazione dipende da bacini idrici e dighe di terra come fonte primaria.

La distanza media per raggiungere l’acqua più vicina è di 3,5 km, percorsi principalmente da donne e bambini, con conseguenti assenze scolastiche e rischi per la sicurezza.

Solo il 50% delle scuole primarie pubbliche dispone di servizi igienici adeguati, incidendo negativamente sulla frequenza scolastica delle adolescenti, costrette ad assentarsi durante il ciclo mestruale.

Il cambiamento climatico ha aggravato la situazione, aumentando la frequenza di inondazioni e periodi di siccità. La contea ha inoltre subito una grave deforestazione, perdendo il 16% della sua copertura arborea in 20 anni.

Nelle sotto-contee di Magarini, Malindi e Kilifi Nord, le condizioni igienico-sanitarie precarie e la scarsa disponibilità di acqua pulita incidono negativamente sulla salute e sul rendimento scolastico, colpendo in particolare bambine e donne.

Gli obiettivi del progetto

Il progetto mira a facilitare l’accesso all’acqua pulita e ai servizi igienici per 1.000 famiglie e 16.000 bambini in età scolare, contribuendo così a migliorare le condizioni igienico-sanitarie nelle scuole e nelle comunità di Kilifi Nord, Malindi e Magarini.

Attraverso attività di formazione e sensibilizzazione, studenti e membri della comunità, acquisiranno le competenze necessarie per gestire in modo sostenibile le risorse idriche  e aumentare la loro resilienza ai cambiamenti climatici.

Un elemento chiave del progetto è l’empowerment delle comunità, che rafforza la loro capacità di adattarsi ai cambiamenti e migliorare il proprio benessere.

I bambini, considerati agenti di cambiamento, avranno un ruolo attivo nella diffusione delle buone pratiche, amplificando così l'impatto positivo sulle famiglie e sull'intero territorio. 

Le attività previste

  • Mappatura dei bisogni idrici delle comunità e delle scuole, coinvolgendo attivamente le autorità e i residenti locali.
  • Riabilitazione di 48 pozzi per garantire l’accesso ad acqua pulita a 1.000 famiglie (circa 6.000 persone), con la costruzione di abbeveratoi per il bestiame per prevenire la contaminazione delle falde acquifere.
  • Analisi della qualità dell’acqua da parte del Dipartimento di Sanità Pubblica per garantire la sicurezza delle fonti idriche.
  • Formazione e istituzione di 48 Comitati di Gestione delle risorse idriche (WMC), composti da uomini e donne formati sulla gestione sostenibile delle risorse idriche, leadership, igiene, salute animale, inclusione sociale e agri-business.
  • Formazione sulla manutenzione delle pompe a mano per garantire la funzionalità a lungo termine dei pozzi.
  • Installazione di 20 sistemi di raccolta dell’acqua piovana nelle scuole, dotati di cisterne e sistemi di grondaie, per garantire l’accesso ad acqua sicura da bere e per l’igiene personale.
  • Percorso educativo per 300 studenti sull’approccio “One Health”, in collaborazione con il Kenya Forestry and Research Institute (KEFRI), per aumentare la consapevolezza sul cambiamento climatico e la tutela della biodiversità.
  • Allestimento di vivai scolastici in 6 scuole con la piantumazione di 5.000 alberi resistenti ai cambiamenti climatici.
  • Coinvolgimento delle comunità in attività di sensibilizzazione e formazione per rafforzare le capacità di adattamento e gestione autonoma delle risorse idriche.

Destinatari dell'intervento

  • 1.000 famiglie (circa 6.000 persone) che beneficeranno della riabilitazione dei pozzi.
  • 16.000 bambini delle scuole primarie che accederanno ad acqua pulita e sicura.
  • 300 studenti formati sull’adattamento ai cambiamenti climatici e la tutela della biodiversità.
  • 700 membri delle comunità coinvolti nei Comitati di Gestione delle Risorse Idriche.
  • 300 genitori membri dei Consigli scolastici.