L'8 e l'11 dicembre sono in programma a Roma due appuntamenti per parlare di Africa e delle relazioni di questo continente con Europa e Italia. Verrà presentato, infatti, il nuovo volume di Limes Africa Italiana. Mario Raffaelli, Presidente di Amref Health Africa, che ha partecipato alla scrittura del volume, e Lucio Caracciolo, Direttore della rivista italiana di geopolitica, interverranno in entrambe le occasioni.

L'8 dicembre l'appuntamento è alle ore 15:30 presso il Roma Convention Center " La Nuvola dell'Eur (Sala Aldus Room), dove è in corso la manifestazione culturale "Più libri più liberi". L'11 dicembre, invece, il dibattito, si terrà presso la Società Italiana per l'Organizzazione Internazionale - SIOI, alle ore 18:00. Si segnala che per gli accrediti stampa è necessario inviare una email agli indirizzi eventi@limesonline.com e stampa@sioi.org


Di seguito il testo di presentazione del nuovo numero di Limes.

"L'Africa è, in buona misura, il continente del futuro. Sicuramente del nostro, protesi come siamo in un Mediterraneo che del continente africano è per molti aspetti la prosecuzione. Ma anche altrui, come attesta il crescente interesse di molti paesi europei, degli Stati Uniti, della Cina e del Golfo per una regione che condensa immense sfide e analoghe opportunità. Demografia, sviluppo urbano, energia, problematiche ambientali, migrazioni, identità, sicurezza, risorse, diritti umani: nell'ottica europea, e certamente italiana, è in Africa che queste tematiche hanno una dimensione cruciale. Qui, nei prossimi decenni, si deciderà la fisionomia e la sostenibilità dei rapporti tra Europa e Sud del mondo, con tutte le fondamentali implicazioni strategiche che ciò comporta. È pertanto della massima importanza intensificare i rapporti esistenti con i molteplici attori africani e intesserne di nuovi, per contribuire a plasmare dinamiche che ci toccano direttamente. In quest'ottica, il volume di Limes offre una panoramica della presenza e dell'influenza italiana in Africa, per capire dove, come e quanto contiamo nel continente."

I commenti del Presidente di Amref Italia, Mario Raffaelli.

"L'Africa è il continente del futuro per almeno tre ragioni. La prima chiaramente riguarda la demografia. L'espansione demografica prosegue e con essa aumenta la popolazione giovanile. I giovani sono essi stessi il futuro. La seconda ragione attiene alle ricchezze naturali, comprese le ricchezze agricole, di cui l'Africa fino ad ora è stata rapinata o che sono rimaste un potenziale inespresso. Se messe a sistema, queste ricchezze rappresentano una risorsa globale di enorme valore. La terza ragione è connessa ai fenomeni migratori, che non possono più essere considerati un'emergenza, poiché sono un fenomeno strutturale da gestire.

In tema di flussi migratori l'Italia dovrebbe fare di più per convincere l'Europa che i flussi vanno governati anche offrendo ai Paesi africani uno scambio: investimenti in educazione e creazione di posti di lavoro a fronte di maggiori controlli alle frontiere e della garanzia del rispetto dei diritti umani nella politica interna dei diversi Paesi.
Per ricoprire questo ruolo di leadership, però, l'Italia necessita di sviluppare maggiormente la sua capacità di fare sistema, per esempio coordinandosi meglio con i diplomatici italiani che operano nel Servizio europeo per l'azione esterna, nonché la capacità di far emergere le proprie eccellenze, come abbiamo dimostrato di avere nel campo della sicurezza, con i carabinieri del Coespu di Vicenza.

Il recente vertice Africa-Europa è un primo passo nella direzione di politiche estere lungimiranti. Per la prima volta, invece di concludersi con documenti vari e dossier, su ipotetiche azioni globali, il vertice ha dato segnali di maggiore concretezza. C'è stata capacità di focalizzare i temi principali, come quello migratorio e di definire elementi importanti, come quello relativo alla creazione di una task force per le rotte dei migranti. Allo stesso modo si è individuato un obiettivo concreto come quello della mobilitazione di risorse per la creazione di posti di lavoro per i giovani. Il vertice è dunque, sì, un primo passo, ma decisamente importante."


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