L'assegnazione del Premio Nobel per la Medicina a William C. Campbell, Satoshi Omura e Youyou Tu è un importante, seppur tardivo, riconoscimento a tre scienziati le cui ricerche hanno beneficiato soprattutto i poveri. Amref - che da quasi 60 anni lavora per la salute dell'Africa - si augura che i Nobel assegnati siano un chiaro segnale per porre rimedio a tante altre malattie dimenticate. Terribilmente scordate perché non rappresentano un'opportunità di mercato.

Nell'universo dei poveri, dove spesso si vive alla giornata, dove i tassi di alfabetizzazione ed occupazione formale non offrono alternative o vie di fuga, malattie come quelle su cui hanno acceso i riflettori i Premi Nobel, sono ancora tristemente diffuse e ancora continuano a mietere vittime e ad accentuare la povertà.

In termini numerici, la scoperta dell'artemisina da parte di Youyou Tu nell'ambito dei suoi studi sui benefici della medicina tradizionale cinese, negli ultimi decenni ha posto rimedio alle crescenti resistenze del parassita della malaria ai farmaci in uso, salvando un numero incalcolabile di vite e contribuendo ad arginare una crescente epidemia globale.

La scoperta di Campbell e Omura, seppure meno eclatante agli occhi dell'opinione pubblica mondiale, si è rivelata fondamentale per tutte le vittime prima incurabili di malattie, largamente sconosciute in Europa ma flagellanti in Africa, come la cecità dei fiumi e l'elefantiasi. Una malattia che nel medesimo contesto porta a terribili rigonfiamenti delle gambe, e negli uomini ai testicoli, con dolori e deformazioni tali da rendere impossibile la deambulazione

Ogni anno la malaria continua ad uccidere 450.000 persone, soprattutto in Africa, e continua a debilitare grandi e piccoli anche quando non uccide, facendo perdere annualmente miliardi di giornate a scuola per i giovani e di giornate lavorative per gli adulti, creando dunque profondi lutti e grande povertà.

I numeri della malaria sono giganteschi ma non bisogna dimenticare che rispetto a due decenni fa sono stati letteralmente dimezzati, in parte grazie a massicci interventi sulla prevenzione - sull'habitat e la riproduzione delle zanzare portatrici del parassita e una capillare distribuzione delle zanzariere nelle comunità più vulnerabili - e grazie alla cura identificata dalla dottoressa Youyou Tu che oggi rappresenta la principale ancora di speranza per chi viene contagiato.

Il 99% dei casi mondiali di cecità del fiume avviene in 31 Paesi dell'Africa Subsahariana; la malattia viene trasmessa da una piccola mosca che, appunto, vive lungo alcuni fiumi. Oltre al lavoro di controllo ambientale della diffusione di questi piccoli insetti, attualmente la principale strategia per il suo contenimento consiste in programmi comunitari di distribuzione della ivermectina, la sostanza scoperta da Campbell ed Omura.

Nel solo 2013, in 24 paesi africani sono stati distribuiti 100 milioni di cicli di trattamento di questo farmaco essenziale, a copertura di circa il 60% del fabbisogno. La prima fase dei programmi di prevenzione della cecità del fiume, tra il 1975 ed il 2012, ha evitato 40 milioni di infezioni e prevenuto 600.000 casi di cecità. Una enormità di benefici.

Sulla Terra, 1,23 miliardi di persone sono a rischio di elefantiasi; 120 milioni di persone sono infette e 40 milioni di persone sono deformate e disabilitate da questa malattia molto dolorosa. Per prevenirla è sufficiente una dose di due pillole a base della ivermectina scoperta da Campbell e Omura negli anni '70. Attualmente un miliardo di persone beneficia annualmente della potenza preventiva di questo farmaco.

Amref plaude questo Nobel a chi così tanto ha contribuito a difendere i più poveri e meno protetti e si augura che sia di stimolo per porre rimedio a tante altre malattie neglette. Il fatto che i poveri spesso non rappresentino un "mercato sufficiente" da giustificare gli investimenti necessari, non deve essere una scusante. Soprattutto ora che il mondo globalizzato - con la grande paura dell'ebola degli scorsi mesi - ha capito che trascurando le malattie lontane che affliggono gli altri, c'é sempre il rischio che queste malattie vengano a suonarci il campanello di casa.

Tommy Simmons
Fondatore Amref Italia