In occasione della Giornata internazionale della tolleranza zero per le mutilazioni genitali femminili (FGM), che si celebra il 6 febbraio, Amref racconta il fenomeno e i vari progetti di prevenzione e contrasto.

Cosa sono le mutilazioni genitali femminili?

Le mutilazioni genitali femminili (FGM, o MGF) sono la rimozione parziale o totale dei genitali esterni femminili e sono, in gran parte, perpetuate da dannose norme culturali con impatti avversi duraturi su persone e comunità.

Cosa comportano le mutilazioni genitali femminili?

Le mutilazioni genitali femminili sono forme di violenza di genere e violazioni dei diritti umani (diritto alla vita, all'integrità fisica, ad essere liberi da torture e alla salute sessuale) con effetti negativi sulla salute, sui processi di sviluppo e che compromettono le capacità delle ragazze di autodeterminarsi. Tali pratiche ledono fortemente la salute psichica e fisica di bambine e donne.
Le mutilazioni genitali femminili, in qualunque forma, rappresentano una violazione dei diritti della donna e sono condannate dalla comunità internazionale, dalle Nazioni Unite, all'Unione Europea, alle legislazioni nazionali. Le mutilazioni genitali femminili rappresentano anche una violazione dei diritti dei bambini, dato che vengono in genere effettuate su minori e senza il loro consenso.

Quanti sono i casi di mutilazioni genitali femminili?

Nel mondo, 200 milioni di donne e bambine hanno subito mutilazioni genitali femminili; tra le vittime, 44 milioni sono bambine fino a 14 anni, e 3,9 milioni di ragazze sono a rischio ogni anno.

Cosa fa Amref per difendere la salute sessuale delle ragazze?

Fondata nel 1957, Amref Health Africa è la più grande organizzazione internazionale africana che opera nel continente. La salute sessuale e riproduttiva è uno dei pilastri principali di intervento e, da decenni, Amref lavora con le comunità in Tanzania, Kenya, Etiopia, Uganda, Malawi, Senegal per contrastare le mutilazioni genitali femminili. In molte comunità, Amref ha lavorato e lavora per sostituire le mutilazioni genitali femminili con riti di passaggio alternativi (ARP), sensibilizzando le comunità e rendendole protagoniste del loro stesso cambiamento, lavorando con i governi e i Ministeri competenti.

A che approccio ambisce Amref?

Amref promuove un approccio integrato alla lotta alle mutilazioni genitali femminili concentrandosi su tutto l'ecosistema in cui questa pratica prospera, promuovendo un approccio di prevenzione che considera il contesto giuridico, i sistemi comunitari, l'educazione, i sistemi sanitari, i dati e la ricerca.

Quali sono i progetti di Amref per contrastare le mutilazioni genitali femminili?

Mutilazioni genitali femminili (MGF) e violenza di genere: azioni di empowerment, sensibilizzazione e comunicazione per prevenire, contrastare e definire strategie innovative di cambiamento dei comportamenti socioculturali
Il primo progetto di Amref per contrastare e prevenire le mutilazioni genitali femminili è finanziato dall'Otto per Mille della Chiesa Valdese e si realizzerà nel 2020 a Milano, mentre la prima fase è stata a Roma, dove il progetto si è realizzato nel biennio 2017-18.
A Milano, il progetto sarà realizzato in collaborazione con la Commissione Pari Opportunità e Diritti Civili, con il supporto della rete PEOPLE e in partnership con Non c'è Pace Senza Giustizia, l'Associazione Progetto Aisha e la SIMM - Società Italiana Medicina della Migrazione.
Il progetto intende prevenire e contrastare la violenza di genere rappresentata dalle mutilazioni genitali femminili nella città di Milano tramite una strategia integrata di sensibilizzazione territoriale ed empowerment delle comunità a rischio di MGF, formazione multisettoriale degli operatori coinvolti, campagne di informazione, sensibilizzazione e comunicazione.
Si intende elaborare un modello basato sulla collaborazione intersettoriale (tra i diversi ambiti d'azione coinvolti: sanitario, legale, migratorio) e intercontinentale (tra diverse esperienze e buone pratiche). Le mutilazioni genitali femminili sono infatti un ecosistema complesso che include diverse sfere (sanitaria, sociale, psicologica, legale, identitaria, culturale), e il progetto intende creare ponti tra competenze complementari per offrire risposte appropriate a un fenomeno crescente. Il progetto è strutturato sull'approccio delle 4 P della Convenzione di Istanbul: Prevenzione, Protezione, Perseguimento legale, Politiche integrate.

Nice Place Foundation (NPF)
La Nice Place Foundation (NPF) è un progetto nato in Kenya nel 2019, ideato insieme a Nice Leng'ete, ambasciatrice Amref di 27 anni che porta avanti la sua lotta alla circoncisione femminile da quasi vent'anni. Il progetto è volto a istituire un luogo sicuro dove le ragazze possono andare quando sono a rischio di mutilazione genitale femminile o di un matrimonio forzato in età precoce. La NPF vuole rappresentare, inoltre, un luogo dove le ragazze possono acquisire forza e capacità: ospiterà 50 ragazze ogni anno (numero che potrebbe aumentare con il tempo) e funzionerà come un Centro d'Accoglienza e una Girls Academy sotto un unico tetto. In questo luogo, le ragazze riceveranno una formazione su strategie di vita, capacità di leadership e imprenditoriali, rendendosi autonome e minimizzando la sindrome di dipendenza a livello di comunità.

BE4WE - Agenti di cambiamento per l'equità di genere e l'empowerment femminile in Kenya
Infine, Amref Health Africa-Italia è capofila di un innovativo progetto triennale finanziato dalla Commissione Europea - Delegazione del Kenya. Il progetto BE4WE - Agenti di cambiamento per l'equità di genere e l'empowerment femminile in Kenya mira a rafforzare il ruolo delle organizzazioni della società civile nell'includere donne e ragazze nei processi decisionali rilevanti e nell'affrontare la diffusa violenza di genere. Il progetto si svolge in Kenya, nello specifico nelle comunità di Samburu e Marsabit; comunità che sono strutturalmente patriarcali. Rispettivamente a Samburu e Marsabit le mutilazioni genitali femminili si attestano all'86% e al 91,7% e i matrimoni precoci e forzati al 38% e all'80%.
Il progetto intende raggiungere un'adeguata rappresentanza di donne e ragazze in posizioni di leadership e governance nell'ambito di sistemi sanitari, educativi, economici e politici efficaci e responsabili, riducendo al contempo l'elevata prevalenza di violenza di genere. La loro partecipazione garantirà che il potenziale non sfruttato di donne e ragazze emerga e che siano assicurate alle comunità le risorse disponibili e che l'autorità sia esercitata secondo procedure standard professionali e valori sociali adeguati: un approccio basato sui diritti umani sarà incorporato in tutte le attività. Beneficeranno da questo progetto 32.000 donne in età riproduttiva, 25.000 uomini, 26.700 ragazze, 16.750 ragazzi, 7.500 alunni e studenti, 202.500 membri della comunità raggiunti direttamente e 200.000 raggiunti indirettamente. Secondo il McKinsey Global Institute, l'accelerazione dei progressi verso la parità di genere potrebbe stimolare le economie africane dell'equivalente del 10 percento del loro PIL collettivo entro il 2025.

Per saperne di più: Ogni donna ha il diritto di essere libera: i giovani contro le mutilazioni