Le cose più belle della vita non sono cose.

Lo dicono le emozioni, prima dei dati: ciò che dà senso alla vita sono i legami, l’altruismo, la gentilezza.

Il lascito solidale nasce proprio da questi valori e dal desiderio di lasciare un segno profondo e duraturo.

Secondo una ricerca del Comitato Testamento Solidale, un italiano su quattro considera il lascito una possibilità concreta.

Come spiega l’antropologo Paolo Apolitoil lascito è una forma di dono che alimenta il legame sociale”: ci permette di continuare a prenderci cura degli altri, mantenendo vivi i nostri legami anche dopo di noi.

Un atto semplice, per un impatto profondo

Fare testamento è più semplice di quanto si pensi: un foglio scritto a mano, firmato e datato – il cosiddetto testamento olografo – è già valido. Attraverso il lascito, questo gesto può diventare molto di più: una scelta concreta per sostenere ciò in cui crediamo.

  • Quando ho pensato al mio testamento, volevo che parlasse di me. Ho sempre creduto nella giustizia e nella solidarietà, così ho scelto Amref. Anche se non sarò più qui, so che continuerò a fare qualcosa di buono.
    Maria insegnante in pensione e sostenitrice Amref

Sostenere Amref con un lascito significa lasciare un’eredità che continua a dare vita: offrendo accesso all’acqua e a servizi igienici, formando operatori sanitari, garantendo cure e istruzione, rafforzando l’autonomia delle donne.

Un gesto che ci unisce

Il testamento è uno strumento che mette ordine nei beni, ma soprattutto dà voce alle scelte che contano.

Ogni volta che un pozzo viene scavato, una bambina va a scuola o un’infermiera viene formata grazie a un lascito, quel gesto continua a generare vita.

Perché le cose belle - come la solidarietà, la giustizia, la cura - possono davvero durare per sempre.

Il testamento solidale è un’occasione per raccontarsi, per scrivere la propria ultima pagina con consapevolezza e generosità.

Per questo è importante parlarne: con i familiari, con un notaio, con l’organizzazione che si intende sostenere. Il dialogo è parte integrante di questa nuova cultura della donazione.

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Erika Larcher
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