Mai più”.

Nashipai ha consegnato gli “attrezzi” del suo lavoro: una lametta, delle bende, l’ago e il filo.

Una decisione sofferta per una donna di 61 anni che per anni ha svolto il lavoro di Ngariba, ovvero di “tagliatrice”.

Per me non è stato semplice prendere questa decisione. Facevo questo lavoro da 16 anni ed era l’unica mia fonte di guadagno. In un anno arrivavo a circoncidere 40 ragazze”.

Una Ngariba riceve circa 50000 scellini (pari a circa 20 euro) per ogni circoncisione.

La pratica della mutilazione è così radicata nelle norme sociali e nelle credenze che, nonostante un divieto in vigore dal 1998, in Tanzania è ancora molto diffusa.

In alcune comunità le mutilazioni sono uno strumento di controllo della sessualità delle donne e in quella maasai in Tanzania sono considerate come un importante rito di passaggio della donna verso l’età adulta.

Nashipai ha deciso di non fare più la “tagliatrice” dopo aver seguito le attività di sensibilizzazione di Amref sugli effetti delle mutilazioni genitali femminili per le donne e le ragazze.

Oggi sono un’ambasciatrice nella lotta contro le mutilazioni. Ho capito a quali pericoli vanno incontro le nostre bellissime ragazze. Amref mi ha anche aiutata ad avviare una nuova attività".

Attraverso i programmi di prevenzione e contrasto alle mutilazioni genitali femminili promossi da Amref, ci sono diverse occasioni per informare e educare le comunità.

Queste attività spesso si concludono con riti di passaggio alternativi dove donne come Nashipai partecipano, denunciando la pratica e consegnando simbolicamente i propri strumenti di lavoro.