Un confronto sul rapporto Africa|Europa e sulle sfide che ne scaturiscono in vista delle Europee è nel DNA di Amref, Vides, Aics: dialogo tra i continenti, grandi temi irrisolti sul piano geopolitico ed economico, dalle migrazioni allo sviluppo al dialogo tra culture, senza dimenticare le problematiche ambientali.

Il quadro in cui inseriamo questo evento è non a caso quello di un intervento specifico in uno dei luoghi più critici non solo dell'Africa, ma a livello globale: il Sud Sudan, che con una frase ormai abusata viene definito il Paese più giovane del pianeta.

Dopo mezzo secolo di guerra pressoché ininterrotta, dal 2013 teatro di un conflitto ad intensità variabile che non ha ancora visto una soluzione definitiva. 2 milioni di abitanti rifugiati nei Paesi limitrofi, altri 2 milioni di sfollati interni, quasi 5 milioni sono a rischio di fame e di epidemie.

È un focus perfetto da cui partire per un ragionamento più ampio su ruoli, presenze, relazioni e responsabilità nel dialogo tra Africa ed Europa

In Sud Sudan, nella regione del Western Bahr El Ghazal e più specificamente della città di Wau, è attivo il progetto Sasn - Sostegno alla Sicurezza Alimentare e promozione della Sana Nutrizione. Il progetto (triennale, cofinanziato dall'Aics) è gestito da un consorzio di cui Vides è capofila, e di cui fanno parte Amref, università di Pavia, leviedelmadeinitaly s.r.l. e Bankuore Onlus. In Sud Sudan, le controparti sono l'ufficio sud sudanese di Amref, EAS e HARD.

Il contesto è quello dell'elevata insicurezza alimentare scatenata dal conflitto prolungato all'interno del Paese, acutizzata dall'assenza pressoché totale di infrastrutture (in Sud Sudan, un Paese grande come la Francia, esiste allo stato un'unica strada asfaltata di 192 km che collega la capitale, Juba, con il confine ugandese) e da un'economia ben oltre il livello di collasso.

Nella regione del Western Bahr El Ghazal, in particolare, le stime parlano di quasi 14mila bambini sotto i 5 anni sono a rischio di malnutrizione acuta, un numero destinato a salire
Obiettivo: rafforzare l'accesso alle cure mediche di base, ridurre il tasso di mortalità e morbidità sia materne che infantili nelle comunità colpite dal conflitto.

Per valutare lo stato nutrizionale - la cosiddetta food security -, a circa 600 nuclei familiari è stato somministrato un questionario messo a punto dall'Università di Pavia. Per questo primo anno, Vides sta lavorando nel Greater Baggari, zona ad alto rischio dove si entra solo in convoglio umanitario. Amref, invece, lavora nella municipalità di Wau. Il problema dell'accesso alle aree ha rallentato molto il progetto

A Wau, Amref vuole formare un team di circa 50 Community Health Workers perché facciano da link tra la comunità e i dispensari (13) per l'identificazione precoce della malnutrizione e il riferimento dei casi ai servizi curativi. Un approccio che si allargherebbe al Greater Baggari se la situazione si tranquillizzasse

Altre attività riguardano l'approvvigionamento di farmaci e supplementi nutrizionali, la formazione e la conduzione dei breast feeding groups, la sensibilizzazione della comunità alla tematica della nutrizione.

Il partner HARD svolge una componente di food security, con potenziamento dello sviluppo e della gestione delle risorse locali. Per questioni di accesso, lavorano con IDPs in zone non coperte da Amref e da VIDES; rafforzamento dell'agricoltura di sussistenza con fornitura di semi e attrezzi, formazione di associazioni di risparmio e prestito nei villaggi, introduzione di itticoltura

Punti critici: difficoltà di collegamenti sul territorio e di coordinamento tra i partner, insicurezza continua, mancanza di training a livello locale

Amref è presente in Sud Sudan dal 1998, quando nel Paese c'erano solo 47 clinical officers contro un bisogno di 500. Con il Maridi National Training Institute, ha formato l'80% dei quadri sanitari intermedi del Paese, incluse ostetriche

Anche a Wau sono arrivati i clinical officers formati a Maridi. Si chiamano Franco, Alberto, Luis, Valentino (Se i nomi vi sorprendono, ricordo che il Sud Sudan è un Paese con una forte presenza cattolica) Vi invito a leggere le loro storie sul sito di Amref. Restare in Sud Sudan, per aiutare il Sud Sudan. Non più personale proveniente dall'estero, ma forze locali, per uno sviluppo a lungo termine del Paese. Di questo, e di molto altro, parleremo nelle prossime due ore.

dall'introduzione di Gabirela Jacomella, all'evento organizzato da Amref il 16 maggio 2019