Una carcassa di animale, effetto della siccità

HEAL è un progetto di durata complessiva di 12 anni, che punta a migliorare il benessere e la resilienza delle comunità vulnerabili nelle aree pastorali e agro-pastorali del Corno d’Africa.

Il contesto

Il Corno d’Africa si trova ad affrontare sfide complesse in termini di salute umana, animale e ambientale. 

Le comunità pastorali del Corno d’Africa si trovano spesso in condizioni di isolamento, con scarso accesso ai servizi sanitari essenziali. Gli ambulatori presenti nei villaggi soffrono di carenze croniche: personale con competenze limitate, farmaci e attrezzature insufficienti, costi elevati e mancanza di risorse come acqua ed elettricità.

La rete stradale, impraticabile durante la stagione delle piogge, ostacola ulteriormente l’accesso alle cure.

Gli obiettivi del progetto

La Fase 2 del progetto HEAL, che si svilupperà nell’arco di 4 anni, continua ad utilizzare l’approccio One Health, un modello innovativo che integra la salute delle persone, degli animali e dell’ambiente.

Questo metodo si è rivelato particolarmente efficace nel prevenire, individuare e rispondere alle malattie che emergono dall’interazione tra questi tre ambiti, contribuendo al tempo stesso a migliorare la sicurezza alimentare, ridurre l’uso improprio di antimicrobici e ottimizzare l’impiego di risorse limitate.

Centrale sarà il ruolo delle One Health Unit, unità sanitarie integrate in grado di raggiungere le comunità più remote con servizi per la salute umana, animale e ambientale.

Tutte le attività saranno orientate a rendere le comunità capaci di prendere decisioni informate sulla loro salute, sugli animali e sull’ambiente.

Le attività previste

  • Rafforzamento delle piattaforme di innovazione multi-stakeholder (MSIP - Multi Stakeholder Innovation Platform), con la partecipazione di donne e giovani per promuovere un approccio inclusivo.
  • Potenziamento delle OHU, migliorando i servizi integrati che combinano salute umana, animale e ambientale.
  • Introduzione di meccanismi di contribuzione ai costi da parte delle comunità, garantendo al contempo la sostenibilità dei servizi offerti gratuitamente durante la Fase 1.
  • Il miglioramento della raccolta e diffusione dei dati meteorologici attraverso le reti comunitarie di osservazione (CBON - Community Based Observation Network) per favorire una migliore gestione delle risorse e la prevenzione di emergenze.
  • La risposta rapida a emergenze sanitarie, ambientali o legate al bestiame che possano insorgere durante l’implementazione del progetto.
  • Il rafforzamento delle One Health Taskforce (OHTF) per monitorare e supportare le attività delle OHU.
  • Il coinvolgimento delle autorità locali affinché possano assumere un ruolo guida nella gestione e diffusione delle OHU e delle MSIP, favorendone l’integrazione nei piani sanitari nazionali.

In Kenya, le attività si concentrano nella Contea di Marsabit a North Horr e nella Contea di Isiolo a Garbatulla e Merti; mentre in Etiopia l’area target è rappresentata dal Distretto di Filtu (Zona di Liben, Regione Somali) dove HEAL supporta pastori e agricoltori per aumentare la loro capacità di resistere agli effetti del cambiamento climatico.

Le cliniche mobili raggiungono le aree più remote per visitare bambini tra i 0 e i 5 anni e controllare il loro stato di salute, seguire le giovani madri con servizi di assistenza prenatale.

Le cliniche mobili svolgono anche un importante lavoro di formazione e prevenzione delle malattie e infezioni che si possono trasmettere dagli animali all'uomo e svolgono un supporto per la cura dei capi di bestiame malati.

Un sistema di monitoraggio meteorologico permette di organizzare la vita di comunità: piogge, siccità e altri tipi di fenomeni metereologici vengono condivisi in tempo reale e permettono di migliorare l’adattamento delle popolazioni ai cambiamenti climatici.

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