1. Il contesto italiano Numeri e percezione del fenomeno
  2. L'impegno di Amref Per i diritti e la salute delle donne
  3. Il progetto Y-ACT Finanziato dalla Comunità Europea (CERV – DAPHNE), con capofila Amref
  4. P-ACT I risultati del progetto
  5. Per approfondire Materiali, documentazioni, informazioni utili

Il contesto italiano

L’Italia è uno dei paesi che ospita il maggior numero di donne escisse, in conseguenza di un consistente flusso migratorio femminile proveniente da paesi ad alta prevalenza di Mutilazioni Genitali Femminili come l’Egitto, la Nigeria, l’Etiopia e il Senegal.

La più recente indagine, realizzata dall'Università Bicocca per il Dipartimento Pari Opportunità nel 2019, rivela in Italia la presenza a gennaio 2018 di 87.600 donne escisse, di cui 7.600 minorenni, e di altre 4.600 a rischio di MGF: questi dati segnalano la necessità di implementare sia azioni di assistenza che di prevenzione con i servizi locali.

Dati Istat del 2020: in Lombardia vivono 187.752 persone provenienti da 30 Paesi in cui si praticano le MGF. Il 44% è presente nel Comune di Milano (82.875), le comunità femminili più numerose sono: egiziana (76%), senegalese (8%), nigeriana (4%) ed eritrea (3%).

Nel Lazio vive una popolazione proveniente dai 30 Paesi pari a 54.525. Il 75% vive nel Comune di Roma (42.726), dove le comunità femminili più numerose sono: egiziana (30%), nigeriana (21%), etiope (11%) eritrea (7%) senegalese (5%) ed indonesiana (3%).

Nel Veneto vivono 46.655 persone provenienti da 30 Paesi. Il 17% vive nel Comune di Padova dove le comunità femminili più numerose sono quella nigeriana (55%), senegalese (9%), camerunense (9%), ghanese (6%) e burkinabè (6%).

In Piemonte vive una popolazione proveniente dai 30 paesi pari a 45.385; il 52% vive nel Comune di Torino (23.423) dove le comunità femminili più numerose sono: egiziana (30%), nigeriana (41%), camerunense (5%) e ivoriana (5%).

La conoscenza del tema può essere limitata e in riferimento per lo più ai casi in cui la pratica sia già avvenuta.

Particolarmente necessario risulta dunque, in ottica preventiva, lavorare perché aumenti la conoscenza del fenomeno, dei fattori e dei possibili indicatori di rischio, coinvolgendo tutte le figure professionali e i servizi a contatto con famiglie e minori, così come agevolare interventi coordinati e multidisciplinari di tutti i soggetti coinvolti, dall’area sanitaria a quella sociale, dall’area educativa a quella scolastica, dall’area legale a quella della pubblica sicurezza.

Fondamentale è inoltre lavorare insieme alle comunità perché ogni processo di cambiamento venga costruito insieme.

L'impegno di Amref

Amref da più di 20 anni lavora sul tema della Mutilazioni Genitali Femminili e ha sviluppato modelli e approcci di intervento efficaci, come ampiamente dimostrato da studi e analisi di impatto dei programmi.

L’expertise africana insegna che accanto al sostegno diretto alle donne serve, per ottenere un reale cambiamento, il coinvolgimento dell’intera comunità affinché si creino conoscenza dei rischi e danni della pratica, consapevolezza dei diritti e delle potenzialità delle ragazze e impegno per cambiare i comportamenti a livello collettivo.

E un ruolo centrale, in questo processo di empowerment delle donne come via dalla violenza di genere, è svolto dai giovani delle comunità stesse, che possono diventare il fattore chiave negli interventi di contrasto a questa pratica.

Amref ha una esperienza ventennale nell’attuazione di efficaci azioni di prevenzione e contrasto, basate sulla profonda comprensione delle ragioni che sorreggono ancora questa pratica e ne permettono la diffusione non solo nei paesi di origine ma anche in quelli di migrazione.

Amref ha sviluppato modelli e metodologie di intervento efficaci, e promuove un approccio integrato, concentrandosi su tutto l’ecosistema in cui questa pratica prospera, in un’azione di prevenzione e contrasto che tiene conto del contesto sanitario, comunitario, educativo e giuridico.

Amref si concentra sui seguenti pilastri:

  1. empowerment comunitario ed empowerment femminile
  2. rafforzamento dei sistemi e servizi socio-sanitari
  3. formazione multidisciplinare degli operatori
  4. cooperazione transfrontaliera e scambio buone pratiche
  5. sensibilizzazione, awareness raising, advocacy a livello locale, nazionale, regionale e globale per influenzare politiche e programmazione

In Europa e in Italia Amref ha deciso di trasferire queste buone pratiche apprese in Africa, per poter contrastare un fenomeno che mina alla base ogni possibilità di emancipazione, indipendenza e autodeterminazione delle ragazze e delle bambine. In particolare, nel nostro Paese l’impegno è finalizzato a:

  • Promuovere l’empowerment comunitario e femminile, aumentando la conoscenza e la consapevolezza per l’avvio di un cambiamento culturale e comportamentale all’interno della comunità.
  • Proseguire nello scambio di buone pratiche con l’Africa e con i paesi europei che lavorano sul tema con ottimi risultati (Francia, Belgio, U.K.).
  • Informare, formare e sensibilizzare i servizi, gli operatori e l’opinione pubblica, coinvolgendo attivamente anche Istituzioni, Associazioni del terzo settore, Fondazioni, Aziende e agenzie media.

Il Progetto Y-ACT

Il Progetto Y-ACT, finanziato dalla Comunità Europea (CERV – DAPHNE), con capofila Amref Health Africa Onlus e come partner l’Associazione Le Reseau, il Coordinamento Nazionale Nuove Generazioni Italiane (CONNGI) e l’Università di Milano Bicocca, ha l’obiettivo di prevenire e combattere le Mutilazioni Genitali Femminili in Italia, in quanto violazione dei diritti umani e forma di violenza di genere che colpisce le ragazze e le donne in diverse dimensioni della loro vita, individuale, sociale, sessuale e sanitaria.

Il Progetto Y-ACT prevede il coinvolgimento diretto di giovani con background migratorio e di membri delle comunità target, per arrivare a interventi incentrati sulle comunità, tramite percorsi formativi e di empowerment dei giovani, dialoghi e impegni intergenerazionali, iniziative di sensibilizzazione nelle comunità.

La nuova strategia di genere 2020-2025 afferma che “è necessario combattere gli stereotipi di genere, concentrandosi sull’impegno dei giovani”: il Progetto Y-ACT individua quindi nei giovani gli entry point più potenti per costruire una sensibilizzazione e un cambiamento comportamentale nelle comunità, perché un cambiamento sostenibile parte dall’interno.

Il Progetto si snoda nelle città di Roma, Milano, Torino, Padova seguendo le seguenti attività:

Mutilazioni genitali femminili in Italia: il progetto Y-ACT

I risultati del progetto P-Act

P-ACT: percorsi di attivazione contro il taglio dei diritti” è il progetto finanziato dal Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione del Ministero dell’Interno terminato a marzo 2023.

Il progetto ha lavorato per attivare e rafforzare la prevenzione e la presa in carico socio-sanitaria delle minori vittime o a rischio di mutilazione genitale femminile (MGF) attraverso approccio multidisciplinare e multisettoriale nei territori di Milano, Padova, Torino e Roma.

Mutilazioni genitali femminili in Italia: i risultati del progetto P-ACT

Materiali per approfondire