Giornate formative sull’approccio transculturale e sulla promozione della salute, nell’ambito delle mutilazioni genitali femminili, le cui vittime superano le 80 mila donne solo in Italia. Il progetto P-ACT contribuisce a colmare le lacune dei servizi e delle reti territoriali relative a competenze ed approcci del personale dei settori coinvolti. “Ogni passo avanti è un passo per porre fine alla pratica delle MGF entro il 2030, come stabilito dalle Nazioni Unite”.


Il 23 giugno, a Roma, Padova e Torino, sono iniziate le giornate di formazione volte a contribuire alla costruzione di ponti tra le tematiche dell’approccio transculturale e della promozione della salute, nell’ambito delle mutilazioni genitali femminili (MGF). Obiettivo affrontare il fenomeno delle mutilazioni genitali femminili (MGF) - le cui vittime superano le 80 mila donne solo in Italia - partendo dalla competenza e la consapevolezza della reciproca influenza che culture diverse hanno sui comportamenti individuali e collettivi. Sono stati e saranno presenti professioniste e professionisti di servizi sociosanitari, educativi e legali dei territori.

Come spiega la professoressa Michela Gatta, medico neuropsichiatra infantile e docente c/o Università di Padova, “la formazione su queste tematiche è un primo passo verso la prevenzione e il definirsi di interventi adeguati ed efficaci. In tal senso è fondamentale partire dagli aspetti socioculturali e valoriali che si attivano nell’incontro con l’altro, per liberarsi da atteggiamenti di pregiudizio e giudizio che inevitabilmente le MGF agitano”.

Le mutilazioni genitali femminili (MGF) sono forme di violenza di genere, violano i diritti umani e hanno effetti negativi sui processi di sviluppo compromettendo le capacità delle donne di autodeterminarsi. La più recente indagine, realizzata dall’Università Bicocca per il Dipartimento Pari Opportunità nel 2019, rivela in Italia la presenza a gennaio 2018 di 87.600 donne escisse, di cui 7.600 minorenni, e di altre 4.600 a rischio di FGM. In Italia esistono specifiche disposizioni del Ministero della Salute, tuttavia manca un approccio olistico. Come operatrici di Centri antiviolenza pensiamo sia indispensabile tenere l’alta l’attenzione sul tema delle mutilazioni genitali femminili, ancora poco conosciuta ma purtroppo presente in donne e ragazze anche nel territorio dove operiamo”, spiega Mariangela Zanni, presidente Centro Veneto Progetti Donna. Molte donne che si rivolgono ai nostri Centri non sempre riportano di aver subito questa pratica perché non ne riconoscono i rischi e non sanno di potercene parlare”.

Il progetto P-ACT contribuisce a colmare le lacune dei servizi e delle reti territoriali relative a competenze ed approcci del personale dei settori coinvolti: come emerso dalla prima fase di rilevazione dei bisogni formativi del Progetto, la conoscenza del tema è spesso limitata e in riferimento per lo più ai casi in cui la pratica sia già avvenuta. Particolarmente necessario risulta dunque, in ottica preventiva, lavorare perché aumenti la conoscenza del fenomeno, dei fattori e dei possibili indicatori di rischio, coinvolgendo tutte le figure professionali e i Servizi a contatto con famiglie e minori, così come agevolare interventi coordinati e multidisciplinari di tutti i soggetti coinvolti, dall’area sanitaria a quella sociale, dall’area educativa a quella scolastica, dall’area legale a quella della pubblica sicurezza.

Fino ad oggi, dall’avvio del Progetto si è lavorato a Roma, Padova e Torino per individuare e dialogare con Servizi e professionisti a contatto con famiglie e minori straniere, coinvolgendo tutti i settori e potenziando il lavoro di rete già attivo sui territori. Il dialogo sta dando avvio ad azioni mirate di capacity building e formazione interculturale per operatori, sensibilizzazione degli ordini professionali, azioni di advocacy sui decisori e azioni sperimentali di mediazione etnoculturale per l’attivazione di servizi a supporto delle minori straniere vittime o potenziali vittime di MGF.

  • Amref ha un’esperienza ventennale in ambito di prevenzione e contrasto alle mutilazioni genitali femminili in Africa: questo bagaglio di competenze esercitate sul campo a stretto contatto con le comunità, con le istituzioni, con i servizi, è stato commutato in Italia all’interno del progetto P-ACT: percorsi di attivazione contro il taglio dei diritti. Come ci insegna l’Africa, se collaboriamo insieme tra i vari attori locali possiamo fare in modo che tutte le donne e le ragazze prendano coscienza del proprio diritto di autodeterminarsi e di scegliere della propria salute valorizzando le proprie aspirazioni. Senza che nessun altro decida per loro. Ogni passo è un passo avanti per porre fine alla pratica delle MGF entro il 2030, come stabilito dalle Nazioni Unite.
    Viviana Cocchi Amref Health Africa-Italia

A Padova, Roma e Torino, tra il 23 giugno e il primo luglio 2022, si sono tenute due giornate (09:00-18:00) di formazione per ogni città, rivolte ad una pluralità di professionisti, studiosi e attivisti del settore sanitario, sociale, educativo, legale e dell'accoglienza. Le due giornate di formazione hanno intento di contribuire alla costruzione di ponti tra le tematiche dell’approccio transculturale e della promozione della salute e le realtà dei soggetti coinvolti, valorizzando il confronto tra le diverse prospettive in campo.

Di seguito le date:

  • Roma 23 e 24 giugno
  • Padova 27 e 28 giugno
  • Torino 30 giugno e 1° luglio

A Milano la formazione verrà realizzata ad ottobre.

P-ACT è un progetto finanziato dal Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione del Ministero dell’Interno coordinato da Amref Health Africa Italia, in partenariato con Società Italiana Medicina delle Migrazioni, Associazione Non c'è Pace senza Giustizia, Università degli Studi di Milano Bicocca e Coordinamento Nuove Generazioni Italiane, ed ha come obiettivo quello di contribuire a rafforzare la prevenzione ed il contrasto alla violenza di genere rappresentata dalle Mutilazioni Genitali Femminili (MGF) nei confronti delle minori straniere attraverso appropriate azioni ed interventi di sistema.