Abbiamo un'opportunità storica, quella di dimostrare che una vita ha lo stesso valore, qualsiasi latitudine essa abiti. La salute, più che la finanza, ha avuto la forza di dimostrare l’interconnessione tra le persone. Oggi la politica è chiamata a cogliere l'opportunità, curando certamente gli interessi nazionali, ma agganciandoli con forza a quelli mondiali. La discussione in atto sulla distribuzione dei vaccini, da cui sono tenuti oggi fuori gran parte dei Paesi a basso reddito, è un tornante importante. Alcuni leader mondiali si sono esposti, vedi Gran Bretagna, Francia, Usa in merito ad un impegno su questo tema. Siamo certi che anche l'Italia potrà fare la sua parte. Il nostro Paese, geograficamente più prossimo all’Africa, non può esimersi dall'invocare un impegno internazionale che non lasci indietro nessuno. Le ragioni non sono solo di solidarietà internazionale, ma anche di sicurezza sanitaria. Laddove un focolaio dovesse essere ancora acceso, nessuno di noi sarebbe al sicuro. Lo stiamo sperimentando sulla nostra pelle dal 2020, anche in Italia: nessuno può salvarsi da solo.

Per quanto riguarda l'Africa, oltre alla sfida per i vaccini, dobbiamo accertarci che quei numeri di contagi e decessi – che guardando al continente si definiscono “esigui o contenuti” – siano la reale fotografia di come sta avanzando il virus. Dobbiamo aumentare gli sforzi in termini di ricerca sulla presenza del virus. Perché se quei dati, che oggi definiamo esigui, si dimostrassero in realtà solo la punta dell'iceberg, l’Africa non sarebbe più da derubricare come continente a contagi esigui e contenuti. Particolare attenzione va data alla diffusione nelle aree rurali, meno attrezzate per contrastare l'epidemia.

L’altro timore è che, mentre la pandemia continua, e mentre discutiamo la ripresa sanitaria e socio economica globale, il virus - in Africa - potrebbe trasformarsi in endemico, e potrebbe rimanere nelle comunità per molto tempo. Senza contare l’onda lunga su servizi e cure sanitarie che hanno subito gravi battute d'arresto, causa Covid.

Per rispondere prontamente alle conseguenze di questo scenario critico,  noi di Amref – più grande ONG sanitaria del continente africano – ci stiamo preparando. Saremo pronti non appena verrà avviata la campagna vaccinale. Stiamo formando migliaia di operatori sanitari, in particolare di comunità, sulla corretta somministrazione del vaccino; allestendo laddove necessario e in costante collaborazione con i governi nazionali, nuovi centri di vaccinazione, importanti per scongiurare affollamenti e conseguenti contagi e per evitare l'interruzione di altri servizi sanitari; presidiando la catena del freddo; svolgendo importanti azioni di sensibilizzazione per abbattere l’esitazione vaccinale fra le comunità.

A livello internazionale, stiamo promuovendo azioni di advocacy volte a sostenere l’equità di accesso ai vaccini a livello globale e nazionale, garantendo il rispetto dei principi di solidarietà globale, trasparenza nell’accesso, eticità nella politica di prezzo. Quella che abbiamo davanti è una sfida, che ci richiama ad una maggiore giustizia ed equità in salute, cui tutti - da chi governa, a chi vive nelle piccole comunità - sono chiamati a rispondere.