
Il 25 marzo, una delegazione di Amref Health Africa Italia è stata invitata a intervenire in audizione presso la Commissione straordinaria per la tutela dei diritti umani del Senato della Repubblica.
Durante la seduta n. 33, dedicata all'indagine conoscitiva sui livelli e i meccanismi di tutela dei diritti umani in Italia e nella realtà internazionale, i rappresentanti di Amref portano il bagaglio di conoscenze e buone pratiche accumulate in oltre venti anni di lotta alle mutilazioni genitali femminili (MGF) in Italia e nel mondo.
"Si è trattato di un confronto proficuo, in cui abbiamo ribadito l’esigenza di una cabina di regia, con un ruolo più incisivo delle Regioni" ha commentato la Vicedirettrice di Amref Italia, Roberta Rughetti, al termine dell'incontro.
In audizione Amref ha richiamato i principali bisogni e gap da colmare a livello europeo ed italiano e fatto presente le sue raccomandazioni.
Tra quelle indicate ci sono:
- dare piena attuazione alla Direttiva (UE) 2024/1385, che prevede tra le altre cose l'istituzione in tutte le Regioni italiane di Centri per l’assistenza e il supporto multidisciplinare alle donne e alle minori con MGF;
- assicurare che il prossimo Piano d’Azione contro la violenza sessuale e di genere percepisca le raccomandazioni europee; assicurare chiarezza tra i diversi livelli (Governo - Dipartimento Pari Opportunità e Ministeri coinvolti – Ministero Salute, Ministero degli Interni, MIUR, Regioni, Comuni) in termini di risorse, progettualità, valutazione;
- favorire l’attuazione dell’SDG 17, sostenendo alleanze e collaborazioni fra settore pubblico (i Governi), settore privato e società civile;
- favorire il confronto e la cooperazione con Paesi europei portatori di buone pratiche, in particolare Francia, Belgio, Inghilterra.
Le mutilazioni genitali femminili in Italia
L’Italia è uno dei paesi che ospita il maggior numero di donne escisse, a causa di un significativo flusso migratorio femminile proveniente da paesi ad alta prevalenza di MGF, come l’Egitto, la Nigeria, l’Etiopia e il Senegal.
Secondo l'indagine condotta dall'Università Bicocca per il Dipartimento Pari Opportunità nel 2019, a gennaio 2018 si contavano in Italia 87.600 donne escisse, di cui 7.600 minorenni, e altre 4.600 a rischio.
La lotta di Amref contro le mutilazioni genitali femminili
Amref, da oltre 20 anni, lavora per contrastare le mutilazioni genitali femminili, sviluppando modelli e approcci di intervento efficaci.
L’esperienza maturata in Africa insegna che accanto al sostegno diretto alle donne è cruciale coinvolgere l’intera comunità per generare consapevolezza sui danni della pratica e promuovere un cambiamento culturale e comportamentale.
In particolare, Amref si concentra su cinque pilastri di intervento:
- Empowerment comunitario ed empowerment femminile
- Rafforzamento dei sistemi e servizi socio-sanitari
- Formazione multidisciplinare degli operatori
- Cooperazione transfrontaliera e scambio di buone pratiche
- Sensibilizzazione, awareness raising e advocacy a livello locale, nazionale e globale
In Italia, Amref trasferisce le buone pratiche apprese in Africa per contrastare un fenomeno che mina alla base ogni possibilità di emancipazione, indipendenza e autodeterminazione delle ragazze e delle bambine. L'impegno si concentra su:
- Promuovere l'empowerment comunitario e femminile, sensibilizzando le comunità per favorire un cambiamento culturale e comportamentale.
- Continuare lo scambio di buone pratiche con paesi europei come Francia, Belgio e Regno Unito, dove il lavoro di contrasto alle MGF ha portato risultati positivi.
- Informare, formare e sensibilizzare servizi, operatori e opinione pubblica coinvolgendo istituzioni, associazioni del terzo settore, fondazioni, aziende e media.
Un esempio concreto di questo impegno è il progetto Youth in Action (Y-ACT), una rete di 31 giovani attivisti con background migratorio che ha realizzato oltre 300 azioni in città come Roma, Milano, Torino e Padova.
Cofinanziato dall'Unione Europea (CERV – DAPHNE), il progetto ha coinvolto oltre 50 adulti e leader comunitari e raggiunto più di 1.500 persone tra cittadini, istituzioni e operatori sociali.