Approfondiamo il tema delle mutilazioni genitali femminili

Nell'affrontare un tema delicato come quello delle mutilazioni genitali femminili dobbiamo innanzitutto partire da un'importante precisazione.

Tra i termini “infibulazione” e “mutilazione genitale femminile” c’è una sostanziale differenza. Il termine infibulazione è un termine utilizzato prettamente nel parlare comune per identificare le mutilazioni genitali femminili, ma non è il termine più corretto. In alcuni casi inoltre, sempre nel parlato più comune, con infibulazione si può intendere una specifica e peculiare forma di mutilazione genitale femminile. Per facilità di comunicazione quindi in questo articolo utilizzeremo talvolta uno, talvolta l'altro di questi termini, come se fossero intercambiabili, anche se, come abbiamo precisato, non lo sono.

Veniamo quindi a scoprire insieme qualcosa di più sulla triste pratica dell infibulazione o mutilazione genitale femminile.

Che cos'è l'infibulazione?

L'infibulazione è una forma estrema di mutilazione genitale femminile, non è una pratica medica, ma una pratica millenaria ancora oggi diffusa in alcune regioni dell'Africa, principalmente in paesi come Somalia, Sudan, Gibuti ed Eritrea. Nell' infibulazione, vengono rimossi il clitoride e le labia minora, e le labia majora vengono cucite insieme, lasciando solo un piccolo foro per il passaggio dell'urina e del flusso mestruale. Questa procedura viene solitamente eseguita su ragazze molto giovani, spesso prima dell'adolescenza, e può provocare gravi conseguenze per la salute fisica e mentale.

Comprendere le ragioni alla base di questa pratica è estremamente complesso: in determinate regioni è considerata un modo per preservare l'illibatezza femminile, ma vi sono anche altri motivi di natura sociale e culturale.

Origini dell'infibulazione femmile

La pratica della mutilazione genitale femminile (MGF), nota anche come circoncisione femminile, è così antica che risulta difficile determinarne l'origine precisa. Già nei testi di Erodoto, storico greco del V secolo a.C., si fa menzione di questa usanza osservata durante i suoi viaggi nelle antiche terre egiziane, in cui le bambine venivano sottoposte alla circoncisione.

Tali informazioni sono state confermate anche da archeologi che hanno identificato tracce di mutilazioni sui resti delle mummie risalenti fino al 400 a.C., scoperte in Egitto.

Se questa pratica abbia avuto origine ai tempi dei Faraoni o in epoche ancora più remote non è del tutto chiaro, ma è certo che si è diffusa in diverse regioni dell'Africa e in altre parti del mondo.

Per un breve periodo, la circoncisione femminile è stata adottata anche nell'Occidente, dove negli anni '60 veniva praticata a scopo medico per trattare disturbi come l'isteria femminile.

A cosa serve la circoncisione femminile?

Cominciamo subito precisando che la circoncisione femminile non ha alcun beneficio medico, ma anzi è una pratica dannosa che comporta rischi per la salute fisica e mentale delle ragazze e delle donne.

L’infibulazione è un tipo specifico di circoncisione femminile, è considerata il tipo più estremo e coinvolge la rimozione del clitoride e delle labbra vaginali, seguita dalla sutura dell'apertura vaginale. 

Nelle pratiche di infibulazione, i rapporti sessuali vengono resi impossibili fino alla defibulazione (cioè all'apertura della vulva), che in alcune culture viene eseguita dallo sposo stesso prima del consumo del matrimonio.

Altre pratiche simili all'infibulazione

Esistono diverse pratiche simili all'infibulazione, che coinvolgono la mutilazione genitale femminile (MGF) e violano i diritti umani delle donne e delle ragazze.

Tra le mutilazioni genitali femminili più tristemente diffuse troviamo l’escissione, che prevede la rimozione parziale o totale del clitoride e delle labbra vaginali senza la sutura dell'apertura vaginale. Esistono poi le cosiddette mutilazioni genitali femminili di tipo 1 e di tipo 2; la prima comporta la rimozione parziale o totale del clitoride, mentre la seconda coinvolge la rimozione parziale o totale del clitoride e delle labbra vaginali interne. 

Esiste poi la mutilazione genitale femminile di tipo 3, che è simile all'infibulazione e comporta la rimozione del clitoride, delle labbra vaginali e la successiva sutura dell'apertura vaginale, lasciando solo una piccola apertura per l'urina e il flusso mestruale. Oltre a questi tipi, ci sono anche pratiche locali o regionali specifiche che possono differire leggermente nella procedura o nell'esecuzione. 

In quali paesi si pratica l'infibulazione?

L'infibulazione e altre pratiche di mutilazione genitale femminile sono vietate dalla legge in molti paesi in cui sono state tradizionalmente praticate. Nonostante questo l’infibulazione, come pratica di mutilazione genitale femminile (MGF), è associata principalmente ad alcune regioni dell'Africa subsahariana, paesi dell'Africa orientale e del nord Africa. Tuttavia, è importante sottolineare che l'infibulazione viene praticata anche in altre parti del mondo, sebbene in misura molto minore.

Oggi la mutilazione genitale femminile è diffusa in 30 Paesi del continente Africano e nel Medio Oriente, 7 dei quali vedono la pratica applicata sulla quasi totalità delle giovani ragazze nel Paese.

Alcuni paesi dove l'infibulazione è stata storicamente più diffusa sono ad esempio la Somalia, il Gibuti, l’Eritrea, il Sudan, l’Etiopia, il Mali, la Guinea, la Sierra Leone, la Guinea-Bissau, il Niger, il Ciad e la Nigeria (soprattutto la Nigeria Settentrionale).

L'infibulazione e altre pratiche di mutilazione genitale femminile sono vietate dalla legge in molti paesi in cui sono state tradizionalmente praticate. Inoltre, ci sono state importanti iniziative per sensibilizzare sulle conseguenze negative dell'infibulazione e per promuovere l'abbandono di questa pratica dannosa. Amref opera da anni in Africa con progetti mirati proprio a promuovere la cessazione delle pratiche di mutilazione genitale femminile.

Come avviene l'infibulazione?

L'infibulazione è un tipo estremo di mutilazione genitale femminile e la procedura può variare leggermente a seconda delle pratiche locali o regionali. 

La ragazza viene preparata per l'infibulazione, che di solito avviene durante l'infanzia o l'adolescenza. Questo può includere una cerimonia preparatoria o riti culturali specifici a seconda dell’area geografica e delle credenze.  In alcuni casi può essere somministrata un'anestesia locale per alleviare il dolore durante la procedura, ma spesso l’infibulazione viene purtroppo eseguita senza anestesia alcuna.

Il clitoride e le labbra vaginali, o parti di essi, vengono asportati utilizzando coltelli, lame o altri strumenti taglienti. 

Dopo la rimozione, i bordi della ferita vengono cuciti insieme utilizzando fili, spine o altri materiali. Questo crea una stretta apertura vaginale, lasciando solo uno spazio per l'urina e il flusso mestruale.

Come potete ben evincere l’'infibulazione è una pratica estremamente dolorosa e traumatica che può causare gravi conseguenze fisiche e psicologiche per le ragazze e le donne che vi sono sottoposte.

Complicanze cliniche dell'infibulazione

Oltre evidentemente all’immediato shock dovuto al trauma e al forte dolore vissuto durante la pratica di mutilazione, spesso eseguita senza alcuna forma di anestesia, ci sono diverse altre complicanze derivanti dall’infibulazione. La più comune conseguenza vista l'amputazione della clitoride che può coinvolgere anche la resezione dell'arteria dorsale della clitoride è sicuramente l’emorragia. Si possono presentare poi diverse forme di infezione, dovute alla scarsità di igiene nelle quali avviene la pratica di mutilazione genitale, all’uso di strumenti non sterili e al fatto che la minzione e la defecazione, nelle bambine legate, avvengono sulle ferite.

L'infibulazione può condurre a ritenzione urinaria spesso protratta per ore o addirittura giorni, visto che la minzione risulta spesso molto dolorosa per le donne sottoposte a questa pratica crudele.

Si possono presentare lesioni dei tessuti adiacenti al clitoride come l’uretra, il perineo e la vagina. A causa dell’utilizzo di strumenti non sterili può sopraggiungere il tetano e utilizzando spesso gli stessi strumenti per molte operazioni di infibulazione si può anche verificare la trasmissione del virus dell’HIV.

Amref lotta contro le pratiche di mutilazione genitale femminile e di Infibulazione

  • 24% la riduzione delle FGM nella comunità
  • 2.5 anni in più di educazione per le bambine sottratte alla mutilazione
  • 6.3% la riduzione delle gravidanze indesiderate e precoci

I riti di passaggio alternativi che abbiamo introdotto dal 2009 nei nostri interventi di contrasto alle mutilazioni genitali femminili sono uno strumento efficace, in grado di ridurre con il consenso della comunità il ricorso alla pratica della mutilazione.

Il nostro impatto
  1. Nice Place Un posto sicuro

Nice Place: un posto sicuro

“Nice Place” è un progetto nato in Kenya nel 2019, volto a istituire un luogo sicuro, aperto ad ogni bambina, ragazza o donna che avrà bisogno di essere protetta dal rischio di essere circoncisa o promessa in sposa prematuramente. È una struttura che funzionerà come un Centro d’accoglienza e Girls Academy sotto un unico tetto.

Il progetto nasce da un sogno di Nice Nailante Leng’ete e a guidarlo sono Amref Health Africa in Kenya con il supporto di Amref Olanda e Amref Italia. Sarà un centro autosufficiente e sostenibile, grazie a semplici modelli imprenditoriali per attività generatrici di reddito. Tra queste, un piccolo chiosco sulla strada, una rete di produzione di oggetti di artigianato e varie attività agricole.

Advocacy

In qualità di membro fondatore della Global Platform for Action to End FGM/C– Amref promuove maggiore attenzione, risorse e azioni per porre fine alle FGM.

In Italia, la nostra petizione ha già raccolto quasi 100mila firme.

Le firme raccolte da questa petizione saranno consegnate al "Anti FGM Board" del Kenya, ente responsabile dello sviluppo e coordinamento dei programmi tesi all'attuazione del divieto delle mutilazioni genitali femminili nel paese. Amref in accordo con l’ “Anti FGM Board” chiederà una maggiore mobilitazione del Ministero della Salute del Kenya per combattere le mutilazioni.

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