1. Mutilazioni genitali femminili Una lotta per i diritti e la salute delle bambine e delle donne
  2. Un impegno concreto La lotta alle mutilazioni in Africa
  3. I risultati L'efficacia dei nostri interventi
  4. Nice Place Un posto sicuro
  5. Dall'Africa all'Italia e all'Europa Una battaglia comune contro le mutilazioni genitali femminile
  6. Advocacy Il network
  7. Domande e risposte Cosa sono le mutilazioni genitali femminili

Mutilazioni genitali femminili: una lotta per i diritti e la salute delle bambine e delle donne

  • 3.9mln di ragazze sono a rischio FGM ogni anno
  • 200mln di donne e bambine nel mondo hanno subito il "taglio" dei loro organi genitali
  • 600mila le donne e le ragazze in Europa a rischio ogni anno

Ogni anno 3,9 milioni di bambine e ragazze sono a rischio mutilazione.

La pandemia da COVID-19 ha messo a rischio i progressi compiuti in questi anni in Africa e nel mondo dalla lotta alle mutilazioni genitali femminili.

A causa dei lockdown, delle misure di distanziamento sociale e delle accresciute diseguaglianze economiche e sociali si stima che nel prossimo decennio si registreranno 2 milioni di casi in più.

La mutilazione è considerata un rito di passaggio dall'infanzia all'età adulta.

Praticata per ragioni identitarie o credenze che appartengono a tutte le religioni, le bambine che la subiscono sono costrette ad abbandonare la scuola, a sposarsi e ad avere figli.

No FGMAlcune ragazze beneficiare dei progetti Amref in Kenya

La lotta alle mutilazioni in Africa: un impegno concreto

  • 20mila le ragazze salvate in Kenya e Tanzania
  • 500mila le donne e le ragazze che hanno beneficiato dei progetti Amref negli ultimi 3 anni

Lavoriamo in Tanzania, Kenya, Etiopia, Uganda, Malawi e Senegal per contrastare il fenomeno attraverso azioni di prevenzione, empowerment, protezione e politiche integrate.

Investiamo in istruzione, salute sessuale e riproduttiva, protezione legale e accesso a opportunità che cambiano il futuro delle ragazze, di intere comunità e delle generazioni future.

I risultati della nostra azione nel breve e nel lungo termine

  • 24% la riduzione delle FGM nella comunità
  • 2.5 anni in più di educazione per le bambine sottratte alla mutilazione
  • 6.3% la riduzione delle gravidanze indesiderate e precoci

I riti di passaggio alternativi che abbiamo introdotto dal 2009 nei nostri interventi di contrasto alle mutilazioni genitali femminili sono uno strumento efficace, in grado di ridurre con il consenso della comunità il ricorso alla pratica della mutilazione.

Il nostro impatto

Nice Place: un posto sicuro

“Nice Place” è un progetto nato in Kenya nel 2019, volto a istituire un luogo sicuro, aperto ad ogni bambina, ragazza o donna che avrà bisogno di essere protetta dal rischio di essere circoncisa o promessa in sposa prematuramente. È una struttura che funzionerà come un Centro d’accoglienza e Girls Academy sotto un unico tetto.

Il progetto nasce da un sogno di Nice Nailante Leng’ete e a guidarlo sono Amref Health Africa in Kenya con il supporto di Amref Olanda e Amref Italia. Sarà un centro autosufficiente e sostenibile, grazie a semplici modelli imprenditoriali per attività generatrici di reddito. Tra queste, un piccolo chiosco sulla strada, una rete di produzione di oggetti di artigianato e varie attività agricole.

Dall'Africa all'Italia e all'Europa: una battaglia comune contro le mutilazioni genitali femminili

Donna africana stop fgm

Forte della nostra esperienza e del nostro lavoro al fianco delle comunità in Africa, in Italia Amref collabora con la SIMM - Società Italiana di Medicina della Migrazione nella creazione e realizzazione di un percorso formativo rivolto agli operatori dei settori socio-sanitario, educativo, legale e di pubblica sicurezza.

Advocacy

In qualità di membro fondatore della Global Platform for Action to End FGM/C– Amref promuove maggiore attenzione, risorse e azioni per porre fine alle FGM.

In Italia, la nostra petizione ha già raccolto quasi 100mila firme.

Le firme raccolte da questa petizione saranno consegnate al "Anti FGM Board" del Kenya, ente responsabile dello sviluppo e coordinamento dei programmi tesi all'attuazione del divieto delle mutilazioni genitali femminili nel paese. Amref in accordo con l’ “Anti FGM Board” chiederà una maggiore mobilitazione del Ministero della Salute del Kenya per combattere le mutilazioni.

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Mutilazioni genitali femminili: domande e risposte

  • Cos'è la Mutilazione Genitale Femminile?
    La Mutilazione Genitale Femminile (Female Genital Mutilation " FGM) è una grave violazione del corpo. Non è solo una pratica dolorosa, ma può causare la morte di una madre e di un nascituro durante il parto. La legge proibisce praticamente in tutto il mondo, inclusa l'Africa, la mutilazione genitale a danno delle ragazze. Ciò nonostante, è ancora parte dei riti di passaggio dall'infanzia all'età adulta, soprattutto nelle comunità nomadi. In alcune regioni la mutilazione identifica il momento in cui una ragazza è pronta per il matrimonio. La pratica è spesso profondamente radicata nelle tradizioni e nelle norme sociali, è una parte importante, preziosissima, dell'identità comunitaria. Sfidare simili pratiche nocive tradizionali è assolutamente cruciale per un futuro sano delle giovani donne e dei loro bambini.
  • Cosa sono i riti di passaggio alternativi (ARP) introdotti da Amref?
    Il Rito di Passaggio Alternativo è un approccio innovativo, sostenuto dalla comunità, per eliminare la mutilazione genitale femminile. Attraverso una forte partecipazione e mobilitazione della comunità, Questo approccio è stato sperimentato la prima volta con la comunità Masai e utilizza attività di sensibilizzazione e formazione per coinvolgere tutti gli attori chiave: gli anziani, le madri, le stesse ragazze e i giovani guerrieri Moran. Ricevendo un'istruzione sul tema, la comunità identifica i rischi per la salute associati alla mutilazione genitale e decide di sviluppare un rito di passaggio alternativo che consenta alle bambine di entrare nell'età adulta senza subire il taglio.
  • Come avviene la mutilazione genitale femminile
    Secondo l'OMS con il termine mutilazione genitale femminile si definiscono tutte quelle procedure che coinvolgono la rimozione parziale o totale degli organi genitali femminili esterni per ragioni non di natura medica. Le FGM sono generalmente suddivise in quattro categorie a seconda della severità dell'operazione, che va dall'asportazione parziale o totale della clitoride al restringimento dell'orifizio vaginale con una pratica meglio conosciuta come infibulazione femminile. Quest'ultima è anche la procedura che spesso richiede necessaria un'ulteriore pratica di riapertura della sutura effettuata, con lo scopo di facilitare l'intercorso o il parto. Spesso, le donne sono infibulate e deinfibulate diverse volte nel corso della loro vita provando sofferenze inimmaginabili. Le mutilazioni genitali femminili sono di solito effettuate da donne della comunità alle quali è stato conferito questo incarico. Agli uomini non è permesso assistere e dunque la comunità maschile generalmente ignora la sofferenza provata dalle ragazze durante l'operazione, molto di frequente eseguita in condizioni igienico-sanitarie decisamente insufficienti, senza l'utilizzo di anestetici, antibiotici né materiale sterile e quindi con il grande rischio di provocare morte per emorragie e infezioni. Le ragazze che sopravvivono vanno poi incontro a gravi conseguenze a lungo termine quali difficoltà nei rapporti sessuali, infezioni al tratto urinario e un alto rischio di morte durante il parto, sia per la madre che per il feto.
  • Le conseguenze dell'infibulazione femminile
    Spesso le bambine sono consapevoli del fatto che prima o poi saranno circoncise, ma non vengono informate sui dettagli della pratica né istruite sulle sue devastanti conseguenze. Altre volte invece la cerimonia viene effettuata senza alcun tipo di preparazione. Oltre ai gravi rischi sulla salute sia a breve che a lungo termine, dunque, le MGF provocano di frequente anche problemi psicologici derivati dalla traumaticità dell'evento e dall'atroce dolore provato durante l'operazione. Tradizionalmente il rito della mutilazione genitale segna a tutti gli effetti il passaggio delle bambine all'età adulta: una volta circoncise le giovani ragazze abbandonano gli studi e sono costrette al matrimonio in giovanissima età. In altre parole, vengono forzate nello stesso circolo di ingiustizia che le ha portate a subire questa pratica e private del diritto di studiare e realizzare liberamente il proprio potenziale nella società.
  • Perché viene praticata la mutilazione genitale femminile
    In origine la mutilazione genitale femminile era solo uno dei numerosi cerimoniali ai quali era soggetto ogni membro della comunità, uomini e donne, per marcare il passaggio dall'età infantile all'età adulta. Ancora oggi, le ragioni che spingono le famiglie a sottoporre le bambine a questo rito di passaggio sono legate alla falsa credenza che la procedura apporti benefici igienici ed estetici, promuova la fertilità delle ragazze e preservi la loro reputazione. Inoltre, affrontando l'operazione si dimostra alla comunità di avere abbastanza forza e coraggio da poter trovare marito (addirittura viene chiesto alle bambine di non piangere durante la pratica). All'interno di molti villaggi infatti le ragazze che non sono state circoncise non potranno sposarsi e saranno allontanate, in quanto ritenute indegne e impure. Perfino per chi conosce a fondo la tradizione africana, l'idea della circoncisione femminile e i numeri della sua diffusione provocano un'immediata repulsione per le comunità che ancora la praticano. Questo sentimento poi si acuisce ulteriormente per coloro che non sono familiari con le molte culture dell'Africa. Ma se da una parte è assolutamente necessario porre fine ad un'usanza ormai internazionalmente riconosciuta come una violazione dei diritti umani, è anche chiaro che il solo rifiuto della stessa non può portare a una vittoria a lungo termine. Occorre invece comprendere le motivazioni che spingono le famiglie e le comunità rurali africane ad operare le mutilazioni genitali sulle bambine per riuscire ad intervenire con efficacia e nel rispetto delle tradizioni locali.
  • Le mutilazioni genitali femminili sono praticate solo in Africa?
    Non è vero che le mutilazioni genitali femminili riguardano soltanto le aree rurali e più povere dell'Africa. Tra le vittime di questa drammatica forma di violenza, si contano infatti più di 600.000 donne e ragazze che vivono in Europa. Per quanto riguarda i dati italiani, la più recente indagine, realizzata dal partner Università Bicocca per il Dipartimento Pari Opportunità nel 2019, rivela la presenza a gennaio 2018 di 87mila e 600 donne escisse, di cui 7.600 minorenni, e di altre 4.600 a rischio di FGM.
  • Porre fine alle mutilazioni entro il 2030
    Amref si impegna per contribuire all'ambizioso obiettivo dell'ONU, che punta alla completa eradicazione della FGM in ogni sua forma entro l'anno 2030. Grazie all'azione congiunta degli operatori nelle comunità e degli ambasciatori coinvolti nel progetto, con il supporto delle maggiori organizzazioni non governative, degli istituti di ricerca e con il generoso contributo dei donatori, nella prossima decade Amref prevede di continuare a raggiungere, informare ed educare milioni di persone nell'intero continente africano sui danni causati dalle mutilazioni genitali femminili e su tutte le splendide opportunità che potrebbero essere offerte alle bambine con l'abolizione di questa pratica.