L’educazione civica quest’anno avrà anche un voto in pagella e alcuni studenti, come gli alunni della Professoressa Simona Landini, dovranno cimentarsi in un percorso che ha a che fare con l’Africa. Un percorso ricchissimo di sfide, in grado di sfatare i luoghi comuni, realizzato da Amref con la consulenza della giornalista di origine somala, Cadigia Hassan, da trenta anni in Italia. Siamo andati ad intervistare la professoressa e Cadigia, per farci raccontare la sfida di parlare di Africa, all’interno di un’altra grande sfida odierna: la scuola al tempo del COVID-19.

Ambiente, sostenibilità, patrimonio culturale e cittadinanza globale. Questi sono i temi delle proposte del Terzo Settore per le scuole 2020-2021, promosse e diffuse dal Ministero dell’Istruzione. Proposte da cui tutti gli insegnanti d’Italia possono scegliere. Ed infatti, all’interno del programma “A scuola con Amref”, c’è il percorso curato da Cadigia Hassan e scelto dalla professoressa Landini: “Comunicare l’Africa. Istruzioni per l’uso”.

Lo spunto per il percorso “Comunicare l’Africa. Istruzioni per l’uso” parte da lontano, quando nel 2018, Amref Health Africa-Italia, lanciò un decalogo della buona comunicazione sull’Africa, dieci consigli per una corretta comunicazione, dedicati ai giornalisti e scritti da Fortuna Ekutsu Mambulu, economista d’impresa e comunicatore di origine congolese.

“L’Africa non è un paese.” È questo il principio che apre il decalogo per una corretta informazione sull’Africa. Da questo, al corretto utilizzo delle immagini, passando per la nozione che l’Africa non può essere associata esclusivamente all’idea di povertà, fino ad arrivare al rispetto che la cultura africana, le lingue africane e le religioni africane meritano. Dieci piccoli accorgimenti, rivolti al mondo del giornalismo, che oggi diventano delle unità didattiche per le scuole secondarie di primo e secondo grado. Perché per costruire un Paese che veda crescere il rispetto di tutti i mondi e culture diverse, c’è bisogno di partire anche dal linguaggio e dallo sfatare i miti. L’Africa non è povera, è uno dei miti sfatati. La storia dell’Africa non può essere racchiusa solo nel racconto del colonialismo, ma ha certamente le sue ricchezze, un altro. 

Ecco allora che intorno a questi dieci principi, idee, spunti, che Amref ha chiamato “Decalogo per una corretta comunicazione dell’Africa” – presentato nel 2018, in collaborazione con Associazione Carta di Roma – sono nate attività didattiche più disparate. “Superare barriere e confini attraverso l’arte” o “in Africa non si parla l’Africano”: attività abilmente elaborate da Cadigia Hassan, giornalista, scrittrice e operatrice culturale.

“Ho inserito titoli di film, citazioni, giochi e molto altro in queste unità didattiche”, ci racconta Cadigia, che da trent’anni si occupa di migrazione e violenza di genere a Padova e non solo. “Questo percorso è anche un invito per tutti i bambini a non farsi scoraggiare dalla mediocrità che li circonda, in tutti gli ambiti. Dalla famiglia fino alla politica”, aggiunge. “Questo percorso è pensato anche per una didattica a distanza”. 

Una ricchezza di idee a disposizione degli insegnanti, tanto da trasformare il decalogo in una specie di caccia al tesoro. Scoprire insieme le religioni in Africa o soffermarsi sulle materie prime, per scoprire chi le usa, come e perché. O disfare l’idea che la storia dell’Africa sia legata solo al colonialismo, chiedendo ai ragazzi di andare alla ricerca dei grandi siti archeologici africani. Insomma, il viaggio degli studenti delle scuole italiane alla scoperta dell’Africa sta per partire, con le prime richieste da parte di insegnanti. Richieste che ogni anno arrivano numerose. Lo scorso anno scolastico sono state coinvolte circa 400 classi con altri tipi di proposte.

“Noi abbiamo scelto di inserire questa attività nella nuova materia, l’educazione civica” afferma la Professoressa Simona Landini del Liceo Montale di Pontedera, spesso segnalato dal Ministero tra gli istituti migliori, per le buone pratiche. “La scelta di questa attività, proposta da Amref, risponde ad un’esigenza di aprire gli occhi e superare i pregiudizi. La scuola, oltre alle conoscenze dei grandi poeti, deve lavorare su ‘compiti di realtà’. Compiti che si avvicinino molto a ciò che vivono i ragazzi tutti i giorni. In questo caso si tratta di un compito utile ad abbattere dei contenuti semplicistici e denigranti, che spesso ascoltiamo. Tra questi, ‘ci rubano il lavoro’, ‘ci portano le malattie’, ‘gli italiani non sono mai emigrati’, e molto altro”. Quando le chiediamo se non reputa questa tematica lontana dalle preoccupazioni che oggi affliggono i ragazzi e il nostro tempo, nettamente, la professoressa ci risponde: “Non credo proprio. Questi insegnamenti sono senza tempo. Inoltre, i ragazzi stanno vivendo un momento di forte stress, e da lì può nascere l’aggressività, alla base anche di discriminazioni verso l’altro”.

Per le scuole che volessero aderire alla proposta "Comunicare l'Africa. Istruzioni per l'uso" possono scrivere a scuole@amref.it