Gli Stati Uniti, un tempo il più grande donatore bilaterale al mondo, hanno interrotto bruscamente i loro finanziamenti ai programmi di cooperazione in tutto il mondo.

Il taglio degli aiuti e le contestazioni

L'amministrazione degli Stati Uniti, con una serie di ordini esecutivi ha imposto un blocco di 90 giorni sui finanziamenti per gli aiuti esteri, la sospensione dei programmi globali dell'Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID) e ha reintrodotto la cosiddetta Mexico City Policy (una norma che vieta alle ONG straniere di ricevere fondi statunitensi se offrono informazioni, assistenza o servizi legati all’aborto).

Diversi procedimenti giudiziari hanno contestato questi provvedimenti.

  • Il 13 febbraio, un tribunale federale statunitense ha emesso un'ordinanza restrittiva temporanea per costringere l'amministrazione a revocare il blocco degli aiuti esteri per i progetti esistenti. Successivamente, il tribunale ha esteso l'ordinanza, sottolineando la necessità che l'amministrazione ripristini il flusso di fondi, cosa che finora ha ampiamente rifiutato di fare.
  • Il 5 marzo la Corte Suprema ha stabilito che devono essere riavviati i pagamenti per tutti i progetti già completati, per un valore di circa 2 miliardi di dollari.

Il 28 marzo, il Dipartimento di Stato e l'Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID) hanno notificato al Congresso degli Stati Uniti la loro intenzione di intraprendere una riorganizzazione che comporterebbe il riallineamento di alcune funzioni dell'USAID al Dipartimento entro il 1° luglio 2025 e l'interruzione delle restanti funzioni dell'USAID che non sono in linea con le priorità dell'amministrazione statunitense.

Tagli USAID: i rischi per la salute mondiale

Per il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, se i tagli saranno confermati, si potrebbero annullare "anni di progressi" fatti nella lotta di malattie come ad esempio la malaria.

"L'impatto di questi tagli già lo stiamo vedendo - ha dichiarato Ghebreyesus il 17 marzo, in occasione di una conferenza stampa sullo stato della salute globale a Ginevra -, ci sono ora gravi interruzioni nella fornitura di farmaci diagnostici per la malaria e per l'acquisto delle zanzariere. Se queste interruzioni dovessero continuare, potremmo assistere a ulteriori 15 milioni di casi di malaria e 107.000 decessi solo quest'anno, annullando 15 anni di progressi".

Negli ultimi 20 anni gli Usa sono stati il maggiore donatore nella lotta contro la malaria, contribuendo a prevenire circa 2,2 miliardi di casi e 12,7 milioni di morti.

A rischio anche i malati di HIV: lo stop immediato dei programmi in più di 50 Paesi ha già sostanzialmente fermato le attività di cura in 8 Paesi, ma potrebbe produrre nel lungo periodo effetti ancora più devastanti.

"Queste interruzioni rischiano di annullare 20 anni di progressi contro l'HIV e di causare oltre 10 milioni di nuove infezioni e 3 milioni di morti correlati, un numero tre volte maggiore dei decessi registrati lo scorso anno" ha aggiunto Ghebreyesus.

Tagli USAID: le conseguenze legate alla crisi alimentare

Tra i settori più colpiti dai tagli alla cooperazione internazionale c'è la lotta alla malnutrizione acuta grave, una delle forme più letali di denutrizione, responsabile fino al 20% dei decessi infantili.

La sospensione dei fondi da parte di USAID e dei finanziatori europei ha interrotto l'accesso a trattamenti vitali, come i cibi terapeutici pronti all'uso, che salvano la vita di milioni di bambini malnutriti.

In base a una stima fatta da Nature, il taglio di 290 milioni di dollari nei finanziamenti per la malnutrizione acuta grave impedirà a 2,3 milioni di bambini di ricevere cure, con conseguenti 369.000 decessi aggiuntivi ogni anno.

In paesi come Nigeria, Sudan ed Etiopia, dove i programmi di nutrizione sono già in crisi, le conseguenze sono devastanti, con interruzioni nelle forniture di cibo terapeutico e la chiusura di centinaia di cucine di emergenza.

La perdita di questi finanziamenti non solo compromette la salute e il benessere dei bambini, ma minaccia anche i progressi compiuti negli ultimi decenni nella lotta alla malnutrizione e alla povertà.

L'impatto sul mondo della cooperazione

USAID, l’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale, è presente in 130 Stati e tra i principali destinatari dei fondi figurano l'Ucraina, l’Etiopia, la Giordania, la Repubblica Democratica del Congo e la Somalia.

Nel 2023, l’agenzia ha speso circa 38 miliardi di dollari, di cui quasi 20 destinati a programmi sanitari e assistenza umanitaria.

L'Africa è tra le regioni più colpite dai recenti tagli, considerando che negli ultimi cinque anni ha ricevuto circa un terzo dei fondi complessivi.

La decisione degli Stati Uniti ha creato un vuoto finanziario di ben 12 miliardi di dollari.

Solo nel 2023, sono stati destinati 3,8 miliardi di dollari in aiuti esteri al settore sanitario in 10 nazioni dell'Africa sub-sahariana.

Nel 2024, l'USAID aveva previsto di stanziare 4,2 miliardi di dollari per l'assistenza sanitaria in Africa, nell'ambito del suo budget globale di aiuti da 40 miliardi di dollari.

Ma il taglio inaspettato minaccia programmi essenziali, in particolare quelli che supportano i servizi sanitari riproduttivi e primari per milioni di donne e ragazze.

Le conseguenze potrebbero essere gravi per diverse nazioni fortemente dipendenti dai finanziamenti statunitensi. In almeno cinque paesi africani — in particolare Etiopia, Kenya e Uganda — i contributi dell’USAID rappresentano oltre il 20% del totale degli aiuti allo sviluppo estero.

Giobbe Covatta inviato di Metropolis: come sta reagendo il continente africano?

Nella prima puntata di "L'Africa in pratica", miniserie realizzata da Amref in collaborazione con Metropolis, Giobbe Covatta intervista alcuni dei partecipanti ad AHAIC, la Conferenza Internazionale sull’Agenda Sanitaria Africana che si è svolta a marzo, per comprendere l'impatto sulle comunità più fragili dei tagli alla cooperazione internazionale.

Guarda la puntata

La risposta di Amref

Nonostante l’impatto dei tagli di Usaid, circa l’80% delle attività di Amref in Africa, per un valore di oltre 200 milioni di dollari, prosegue senza ostacoli grazie alla diversificazione delle risorse.

"Amref sta facendo ogni sforzo possibile per dare continuità a progetti che improvvisamente hanno visto mancare fondi essenziali – ha dichiarato Guglielmo Micucci, direttore generale di Amref Health Africa ETS -, ma questo momento ci ricorda quanto sia fondamentale costruire delle economie sostenibili. Da sempre abbiamo creduto che il protagonismo dell'Africa, nel Continente e nel mondo, dipendesse in primis dall'Africa stessa. Questa nuova sfida, non solo ce lo ricorda con forza, ma impone un'accelerazione a quel processo che, come organizzazione africana, da anni abbiamo avviato".

In un'intervista a devex.com Githinji Githahi, CEO di Amref, ha spiegato che la temporanea sospensione dei finanziamenti dell’agenzia ha al momento costretto Amref a fermare 15 programmi e a cancellare il programma Kefeta in Etiopia.

Grazie, invece, alle proroghe avute dai Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie degli Stati Uniti (U.S. CDC), è stato possibile proseguire alcune attività relative a cinque programmi, principalmente legati all’HIV in Tanzania e Kenya.

Uno scenario che rischia di peggiorare se i finanziamenti non venissero ripristinati: Amref potrebbe perdere circa 30 milioni di dollari quest'anno e dovrà trovare altre soluzioni per continuare il proprio lavoro essenziale.

L'appello ai governi: abbiamo poco tempo per proteggere la salute di tutti

I tagli ai programmi di cooperazione sanitaria di Amref Health Africa stanno colpendo direttamente progetti salvavita:

💉 In Malawi, 108.443 neonati e bambini rimarranno senza vaccinazioni complete.

🦠 In Tanzania, oltre 500.000 test di screening per la tubercolosi potrebbero non essere effettuati, aumentando il rischio di trasmissione nelle comunità. Inoltre, 1,3 milioni di persone potrebbero perdere l’accesso ai test per l’HIV.

🏥 Oltre 1.000 strutture sanitarie stanno già operando con forniture mediche ridotte, compromettendo servizi essenziali come l’assistenza neonatale e materna.

Con una raccolta firme Amref si rivolge a tutti i governi affinché la salute globale sia considerata una sicurezza sanitaria mondiale.

Firma la petizione

Amref consegnerà tutte le firme raccolte all’Assemblea Mondiale della Sanità a Ginevra (19-27 maggio 2025).

Ultimo aggiornamento 3 aprile 2025