Prevenire gli abusi, curare le ferite – anche quelle invisibili – e ridare forza alle sopravvissute.

Sono questi gli obiettivi con cui nasce il progetto VERSO, finanziato dall'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS Addis Ababa) attraverso Amref Health Africa Italia, i cui partner si sono incontrati il 9 giugno per il workshop di avvio.

Ai lavori hanno partecipato anche il Ministero delle finanze e il Ministero delle Donne e degli Affari Sociali dell'Etiopia.

I partecipanti al workshop del 9 giugno

Gli obiettivi del progetto VERSO

Nelle regioni di Afar, Amhara, Tigray e nel centro di riabilitazione di Gefersa (Oromia) la guerra ha lasciato pesanti cicatrici.

  • Quasi tutte le strutture sanitarie del Tigray (92 %) sono fuori uso.
  • Una donna su tre, fra i 15 e i 39 anni, racconta di aver subito violenza fisica, sessuale o psicologica.
  • Migliaia di persone convivono con disturbi post-traumatici e ansia, ma non c’è personale specializzato che possa aiutarle.

È da questo scenario che nasce il progetto, finanziato per due anni da AICS tramite Amref Italia, con un obiettivo semplice ma ambizioso: fermare la violenza di genere e assicurare un sostegno psicosociale a chi ne porta i segni.

Che cosa faremo, in concreto

  • Campagne porta a porta e radio locali per dire basta a matrimoni precoci, abusi e stigmi legati alla salute mentale.
  • Formazione per 69 operatori sanitari: medici, infermieri, psicologi e assistenti sociali impareranno a riconoscere e trattare i casi di violenza e disagio mentale.
  • Safe house e sportelli di ascolto a Kemise, Asayita e Shire: luoghi protetti dove le donne possono parlare, ricevere cure, ritrovare fiducia.
  • Percorsi di empowerment economico: orti comunitari e piccole attività generatrici di reddito guidate dalle sopravvissute, perché l’indipendenza economica è il primo passo verso la libertà.
  • Ristrutturazione del centro di riabilitazione di Gefersa: nuovi letti, attrezzature, farmaci e programmi di life-skills per i pazienti.
  • Eventi durante i “16 giorni di attivismo contro la violenza di genere” e nella Giornata mondiale della salute mentale per tenere acceso il dibattito.

Il progetto punta a migliorare la vita di migliaia di persone: porteremo servizi sanitari essenziali a oltre quattordicimila abitanti, offriremo cure mediche e sostegno psicologico a circa cento donne sopravvissute a violenza, raggiungeremo con attività di sensibilizzazione le comunità più remote e avvieremo percorsi di autonomia economica per gruppi di donne che diventeranno un motore di resilienza per le loro famiglie.

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