Al 2 aprile 2020, sono 44 gli Stati africani che hanno registrato un totale di circa 5.360 contagi e circa 150 decessi. Il tasso di crescita dei contagi giornaliero, nel continente, è di circa 10%, sulla base dell'aumento degli ultimi 7 giorni.

Nonostante l'estrema fragilità dei sistemi sanitari della maggior parte delle regioni e dei Paesi africani, esistono punti ospedalieri in Africa più predisposti di altri alla cura e al ricovero di casi di Covid-19, al momento.

Tuttavia, è importante notare che la semplice presenza di una terapia intensiva non implica la capacità di curare efficacemente i pazienti in condizioni critiche.

Precedenti epidemie hanno infatti dimostrato che la capacità di rispettare determinate linee guida è minima in gran parte dei Paesi dell'Africa Sub-Sahariana, indipendentemente dalla presenza di terapia intensiva.

Secondo la rivista online The African Exponent, i 10 Paesi africani con i sistemi sanitari migliori e maggiormente predisposti a far fronte alla pandemia di Covid-19, sono: Sudafrica, Tunisia, Kenya, Algeria, Nigeria, Egitto, Marocco, Ruanda, Tanzania e Zambia.

Nonostante questa stima, in Kenya c'è un solo medico ogni 5.000 abitanti, e possono esserci enormi variazioni negli standard di cura tra aree geografiche, strutture private e pubbliche e il tipo di trattamento disponibile. Questo può e dovrebbe essere applicato a ogni Paese.

L'Uganda ha un solo letto in terapia intensiva per ogni milione di ugandesi (0,1 letti / 100.000 abitanti), il Sudafrica 8.9 / 100.000. Gli Stati Uniti, in media, 20.0"31.7 / 100.000.

Al momento, quindi, il Sudafrica sembra essere lo Stato africano con i punti ospedalieri più predisposti alla cura e al ricovero di casi di Covid-10.

Nonostante questo, giovedì, News24 ha dichiarato che, secondo le proiezioni approssimative calcolate dal governo sudafricano, l'80% delle infezioni da Covid-19 sarà lieve, mentre tra 15 e il 20% potrebbe richiedere il ricovero in ospedale.

Circa il 5% richiederebbe cure critiche.

Pertanto, una risposta lenta all'epidemia di Covid-19 potrebbe portare a un numero di morti compreso tra 87.900 e 351.000 che potrebbe far sì che il sistema sanitario venga completamente sopraffatto.

Per quanto riguarda i letti in terapia intensiva nel resto dei Paesi africani, se ne contano 155 in Kenya, 50 in Senegal, 38 in Tanzania, 45 in Zambia e 0 in Sud Sudan.

Gli ospedali che in Etiopia hanno terapie intensive sono circa quaranta. In Malawi, ci sono circa 25 letti di terapia intensiva negli ospedali pubblici, che servono 17 milioni di persone.

Inoltre, come ci racconta Andrea Bollini, operatore di Amref Health Africa in Kenya, [lì] non è pensabile un rafforzamento o un aumento di posti letto per i malati gravi, perché comunque non ci sarebbero abbastanza medici e infermieri capaci di assisterli.

I paesi in cui maggiormente si teme un alto rischio epidemico, in relazione a povertà e a carenza di assistenza sanitaria, sono Sud Sudan, Burundi, Malawi, Repubblica Centrafricana, Guinea-Bissau, e altri.

Secondo le fonti ufficiali, la Sierra Leone ha la dubbia distinzione di essere il peggior paese nel fornire assistenza sanitaria ai suoi cittadini, con un punteggio di 0.00 sull'indice di prestazione dei sistemi sanitari dell'OMS.

In una nota dell'Oms si legge che l'organizzazione sin dall'inizio ha fornito migliaia di test Covid-19 ai paesi facendo in modo che da due salissero a 47 i paesi che potessero testare il Covid-19.

I numeri ufficiali non sono disponibili ma, in totale, sappiamo che il continente africano ha adesso a disposizione circa 1.1 milioni di kit, 75.000 dei quali distribuiti dai CDC africani, come dichiarata da John Nkengasong, Direttore dell'Africa Centres for Disease Control (CDC). Secondo la Global Health Now, la scuola di salute pubblica della Johns Hopkins University, i restanti sono stati offerti dall'OMS e dalla Fondazione Jack Ma in collaborazione con il governo etiope.

Amref Health Africa sta adesso lavorando su due fronti complementari: da un lato ridurre la disinformazione all'interno delle comunità locali, e dall'altro incrementare il più possibile il personale sanitario per poter arginare la pandemia.

Per questo duplice scopo Amref utilizza già da qualche anno il programma di e-learning denominato 'Leap'. Attraverso tale piattaforma Amref mira a monitorare la diffusione della malattia, fare una diagnosi anticipata laddove necessario, e fornire indicazioni per le cure necessarie.

È stata considerata una soluzione efficace di apprendimento mobile per la formazione degli operatori sanitari. Utilizza tecnologia audio e SMS per responsabilizzare, sensibilizzare o formare personale sanitario, consentendo a ogni individuo di apprendere al proprio ritmo, con i propri dispositivi mobili e all'interno delle proprie comunità.

Rimani aggiornato sull'evoluzione della pandemia: aggiornamenti Covid-19