
“Omar è un ragazzo originario del Marocco e ha 27 anni. L’ho conosciuto all’inizio dell’estate 2021, vicino al portico di Via Leoncavallo, a Torino, dove attualmente vive con altri senza dimora connazionali. È silenzioso, non parla italiano, però un pochino lo capisce. Non ha nessun tipo di documento”.
È così che Francesca Simi, case manager del progetto Ambulatori Art.32, presenta Omar; uno dei ragazzi che, grazie ad un programma attento e dedicato, è stato accompagnato in un percorso di ascolto, orientamento e cura, offerto da Amref-CCM.
“Ai tempi, Omar aveva una spalla dolorante, non riusciva a muoverla, e lamentava anche un gran mal di denti”, continua il racconto Francesca Simi.
“Grazie all’aiuto del mediatore volontario Zouhir - anch’egli originario del Marocco - lo invitai a recarsi presso il Centro ISI (Informazione Salute Immigrati) per iscriversi e ricevere il codice che gli avrebbe permesso di accedere alle cure mediche di base, nonostante la sua situazione di irregolarità. Zouhir si offrì di accompagnarlo il giorno stesso, ma mi richiamò dopo poco, dicendo che all’ufficio del Centro ISI chiedevano almeno una foto del documento di Omar. Da lì partì un giro di telefonate a famiglia e compagni di viaggio… “forse qualcuno ce l’ha ancora salvato sul telefono”, disse, speranzoso, il ragazzo”.
Dopo qualche giorno, Omar riuscì a recuperare una vecchia foto di un suo documento, nella versione austriaca.
Oltre a dimostrare la sua identità, rappresentava una delle tante tappe del viaggio che lo ha portato a Torino.
“Riuscì finalmente a ottenere il codice e si recò dall’ortopedico di un’associazione di volontariato sociosanitario torinese, dove ricevette un controllo gratuito e immediato”, racconta Francesca.
“L’ortopedico prescrisse diversi esami per la valutazione completa della situazione e lo accompagnò a prenotarli tramite il medico di base del Centro ISI. Omar non poteva accedere all’esenzione del ticket sanitario, ma non poteva nemmeno permettersi di pagarlo. In questi casi sosteniamo noi, come Amref-CCM, le spese”.
“Io e Zouhir approfittammo del tempo trascorso insieme per spiegargli come funziona il sistema sanitario italiano e quali sono i suoi diritti, soprattutto di fronte a servizi che, oberati, non sempre riescono ad approcciarsi e prendere in cura correttamente persone come lui”, conclude Francesca.
Grazie al rapporto di fiducia che si è creato tra Omar e i rappresentati del progetto Ambulatori Art.32, il ragazzo ha chiesto supporto per un altro problema: da quando vive in strada, fa un uso eccessivo di alcool, ma vuole essere aiutato.
Oggi, infatti, sta compiendo un percorso all’interno di una comunità terapeutica.
Dal 2008 ad oggi, in Italia si è registrato un costante e progressivo aumento delle persone in situazione di vulnerabilità e povertà, come Omar: secondo i dati ISTAT del 2014, si registrano circa 50.000 persone senza fissa dimora sul territorio nazionale, di cui 2.250 in Piemonte e 1.729 a Torino.
Tale numero andrebbe aggiornato con tutte le persone che nel corso del 2020 hanno visto peggiorata la loro condizione economica a causa dell’emergenza COVID-19.
Per sapere di più sul progetto Ambulatori Art.32: Ambulatori Art.32
Grazie al contributo del Comune di Torino.
L’attività si inserisce in un programma di intervento a favore di persone in condizioni di fragilità sociale sul territorio di Torino. Il programma vede il prezioso contributo anche di Fondazione Giuseppe e Pericle Lavazza, Fondazione Cassa di Risparmio di Torino e Compagnia San Paolo.
I nomi Omar e Zouhir sono nomi di fantasia, utilizzati per tutelare la privacy dei ragazzi.