La crisi globale dovuta a COVID-19 ha messo a dura prova i sistemi sanitari di tutto il mondo, tuttavia, la lotta al COVID-19, per i gruppi emarginati e vulnerabili, è più ardua, come per esempio in molte zone dell’Uganda. 31 marzo, il Paese ha segnalato 40.839 casi di COVID-19 e 335 morti, e ha recentemente ordinato 18 milioni di dosi di vaccino anti-COVID-19 sviluppato da AstraZeneca, e ad oggi ne sono state somministrate 69.701.

Nell’insediamento di Rhino, nel Nord del Paese, il COVID-19 ha rappresentato una forte minaccia. Attualmente, l’Uganda ospita all’incirca 1.4 milioni di rifugiati, principalmente migrati da Paesi adiacenti. Nel campo per rifugiati di Rhino, dove Amref-Italia interviene dal 2017, 120.000 rifugiati condividono terra e risorse con i membri della comunità ospitante ugandese. Oltre il 60% della popolazione è composta da bambini, e oltre il 52% da donne.

Con la comparsa del COVID-19 le instabilità all’interno del campo rischiavano di esacerbarsi oltre ogni ragionevole limite. Per questo motivo, in collaborazione con la Nando and Elsa Peretti Foundation e Stavros Niarchos Foundation, Amref ha avviato tempestivamente un progetto di risposta all’emergenza COVID-19. Le priorità sono state stabilite in maniera puntuale e precisa, e ogni risorsa è stata impiegata per raggiungere gli obiettivi stabiliti tra luglio e dicembre 2020: “il rafforzamento delle strutture sanitarie del campo, il perfezionamento delle competenze del personale sanitario e la formazione di operatori comunitari che potessero sensibilizzare i rifugiati”, come spiega Emmanuel Ebitu, Coordinatore dei Progetti di Amref Health Africa in Uganda.

“Nel campo di Rhino, come nel resto del mondo, ognuno fa tutto ciò che può. Non importa chi tu sia o che possibilità tu abbia, ciò che importa è che le tue forze siano incanalate nella direzione giusta. Sono queste le parole di Christine Lanyero, Project Manager di Amref Health Africa.

Infatti, grazie alla collaborazione di ogni membro dell’insediamento, sono stati formati 94 membri della comunità di Rhino come Village Health Teams, sulla realizzazione di campagne di sensibilizzazione IPC (Infezione, Prevenzione e Controllo) e 50 operatori sanitari, incluso il personale di laboratorio. Forniture mediche – tra cui dispositivi di protezione individuale assortiti, che includono mascherine, stivali di gomma, grembiuli riutilizzabili e igienizzanti – sono state fornite per soddisfare le esigenze igienicosanitarie di tutti gli operatori sanitari.

Sono stati inoltre formati 118 leader della comunità sulla prevenzione del virus e sulla sorveglianza delle malattie su base comunitaria. “Quando è arrivato il COVID”, spiega Onen Alfred, Preside della scuola Ofua 3, all’interno di Rhino, “eravamo terrorizzati. Il lockdown ci ha creato molti problemi. Ma Amref ci è stata vicino, ci ha dato delle linee guida da seguire e ci ha offerto degli insegnamenti fondamentali, grazie ai quali possiamo uscirne più forti di prima. Ora, per esempio, i ragazzi sono tornati a scuola, e grazie agli interventi degli ultimi mesi possiamo offrirgli tutto il necessario per un corretto lavaggio delle mani. Un’opportunità che rimarrà altrettanto importante, anche quando la pandemia sarà passata”.

Il Reverendo Canon Wilson Alaroci Otuma, parroco della chiesa locale,aggiunge di essere “grato ad Amref per aver dato [noi] voce e con essa, la possibilità di proteggere la [nostra] comunità nelle chiese in cui [operiamo]”.

Infine, sono state condotte estese campagne di sensibilizzazione a domicilio. Tra le comunità ospitanti, i Village Health Teams hanno raggiunto 764 famiglie – un numero che equivale a circa 3.820 persone, considerando le dimensioni medie di una famiglia ugandese – e sensibilizzato 6.344 persone. Tra le comunità rifugiate sono invece state raggiunte 9.790 famiglie – 48.950 persone – e 64.336 persone sensibilizzate.