Servimed Industrial è un’azienda italiana attiva nel settore sanitario a livello internazionale che ha scelto di affrontare le sfide emergenti del settore nella sua dimensione globale.

Lo ha fatto anche costruendo una partnership con Amref con lo scopo di portare salute alle comunità più vulnerabili.

Andrea Napolitano, Business Development Manager dell’azienda, ci racconta come questa scelta rifletta una scelta valoriale e un impegno a rendere concreta la politica di Responsabilità Sociale d’Impresa.

  • Amref opera in contesti estremamente difficili, dove per definizione ogni euro speso può avere un impatto molto maggiore che altrove.
    Andrea Napolitano
    Andrea Napolitano Business Development Manager Servimed Industrial

Cos’è per Servimed la Responsabilità sociale d’impresa?

Le aziende non nascono e crescono nel vuoto, ma operano in un contesto ben preciso fatto di tantissimi attori: lo Stato, le comunità locali, i consumatori, etc.

Tutti questi attori, in qualche modo, contribuiscono al successo di un’azienda. Ad esempio, i nostri brevetti esistono perché ci sono delle istituzioni (l’UE, lo Stato italiano) che riconoscono, incentivano e tutelano la nostra attività di ricerca e sviluppo.

Abbiamo dei dipendenti eccellenti perché esistono delle eccellenti università che li hanno formati. Insomma, crediamo che la responsabilità sociale di un’impresa stia proprio nel riconoscere che il nostro successo non è mai solo “nostro” e, dunque, nel condividere parte di esso con la galassia di attori che ci ruota attorno e che l’ha reso possibile.

Perché avete scelto Amref per dare concretezza alla vostra CSR?

Crediamo che la beneficenza sia positiva in sé, ma essendo imprenditori siamo abituati a ragionare in un’ottica di efficienza e produttività degli investimenti.

In altri termini, vogliamo che, per ogni euro speso, si raggiunga il massimo impatto possibile. Questo vale sia per gli investimenti commerciali e finanziari ma anche per il supporto a cause benefiche. Amref opera in contesti estremamente difficili, dove per definizione ogni euro speso può avere un impatto molto maggiore che altrove.

Oltre a questo, naturalmente, c’è il fatto che conosciamo Amref da anni e sappiamo che lavorate in modo molto serio.

Siete un’azienda che opera nel settore medicale, quindi siete pienamente consapevoli di quali siano le sfide sanitarie a livello mondiale. Quanto questo ha influenzato la vostra decisione di sostenere progetti di salute in Africa?

Parecchio. C’è sempre anche una componente “emotiva” nella scelta delle attività benefiche sia personali che aziendali, e dunque sentirci idealmente affini all’impegno di Amref Health ci ha motivato ulteriormente a supportare vari progetti in ambito sanitario nel corso degli anni.

Come avete scelto di comunicare la vostra scelta ai vostri clienti/ dipendenti/ Stakeholders?

In realtà, abbiamo scelto consapevolmente di limitare la nostra comunicazione riguardo al nostro impegno. Attualmente, distribuiamo il report annuale e i materiali multimediali forniti da Amref ai nostri dipendenti e abbiamo una sezione dedicata sul nostro sito web. Preferiamo concentrarci sulla sostanza delle nostre azioni piuttosto che sulla loro promozione.