I conflitti dimenticati, come quello che affligge il Sud Sudan, sono spesso le tragedie più oscure della nostra storia contemporanea. Mentre il mondo si concentra su altre emergenze globali, regioni come il Sud Sudan soffrono in silenzio, lontane dai riflettori mediatici.
Le radici di questo conflitto affondano in tensioni etniche, rivalità politiche e risorse limitate, creando un calderone di instabilità. Le conseguenze sono devastanti: comunità sradicate, famiglie divise e un numero crescente di sfollati in cerca di sicurezza altrove.
In questo contesto, i rifugiati che fuggono dal Sud Sudan trovano asilo in nazioni confinanti, come l'Uganda. Questi conflitti non solo creano una crisi umanitaria nell'area colpita direttamente, ma generano anche un'ondata di sfollati che cerca di costruire nuove vite in luoghi che spesso non sono adeguatamente attrezzati per accoglierli.
Il Campo di Rhino uno dei principali insediamenti per rifugiati situati nel nord dell'Uganda, con la sua storia intricata e la sua missione di fornire assistenza ai rifugiati, diventa quindi un microcosmo emblematico di come le comunità affrontano l'impatto di conflitti che, sebbene lontani, lasciano cicatrici profonde.
L’Uganda è infatti il primo Paese in Africa per numero di rifugiati ospitati all’interno dei suoi confini, il quarto nel mondo. Sono oltre 1.5 milioni, la maggior parte dalla Repubblica del Congo e dal Sud Sudan, ma il numero di persone che fuggono da conflitti, carestie e povertà aumenta ancora di anno in anno.
Nel Campo di Rhino vivono più di 160.000 persone, di cui l'81% sono donne e bambini. Qui il sistema sanitario è stato sovraccaricato e ha incontrato parecchie difficoltà nell’erogazione di servizi di qualità, specialmente durante la pandemia.
La qualità dei servizi sanitari materno-infantili si è ridotta in maniera preoccupante, con un minor numero di donne che accedono alle cure prenatali e che partoriscono presso le strutture sanitarie (54% contro il 64% nazionale), nonché con un aumento dei decessi materni e neonatali (registrando 2.764 morti sotto i 5 anni per anno).
Il West Nile presenta un alto tasso di gravidanze durante l’adolescenza (21%) ed è stato classificato come regione prioritaria per interventi sulla lotta alle gravidanze precoci.
A causa del limitato accesso all'acqua, fino al 6% delle famiglie nel Campo dipende ancora dall'acqua proveniente dai canali, stagni, fiumi o pozzi non protetti per l'acqua potabile. Il 44,9% delle famiglie non pratica il trattamento e l'ebollizione dell'acqua per i bambini e ciò ha un legame con l'elevata prevalenza di diarrea tra i bambini e altre malattie trasmesse dall'acqua.
Nonostante gli sforzi del Paese nel rendere dignitosa la vita dei migranti, questa impresa resta ardua se si considera l’inarrestabile flusso in entrata. Amref, in collaborazione con RICE e grazie al contributo di AICS - Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, è presente nel Campo Rhino con l'obiettivo di migliorare le condizioni sanitarie, igieniche e nutrizionali delle comunità, con particolare attenzione alle donne e ai bambini minori di 5 anni che vivono nei distretti di Terego e Madi-Okolo.