L’hanno portata di corsa all'ospedale di Dakar, in Senegal. Aveva meno di tre anni e ha rischiato di morire.

Binta, come la maggior parte delle sue coetanee, da bambina ha subito una mutilazione genitale femminile. "Se non sei circoncisa ti giudicano come una ragazza impura" ci ha raccontato. "Fa parte della nostra tradizione, ma è anche una pratica molto pericolosa. Io continuo ancora ora ad avere problemi. Per esempio, quando ho il ciclo, ho dolori continui".

Binta oggi lavora con un collettivo chiamato "Génération Filles", supportato da Amref.

La mutilazione genitale femminile è una violazione dei diritti umani e si sospetta che l’elevato tasso di mortalità infantile in molti Paesi dell’Africa subsahariana, tra le bambine, sia spesso legato alla circoncisione. Le donne ‘tagliate’ hanno infatti parti dolorosissimi e spesso rischiano di perdere il proprio figlio.

Nel mondo sono 200 milioni le donne che, come Binta, hanno subito il taglio. 44 milioni sono bambine con meno di 14 anni. In occasione del 6 febbraio, la Giornata Internazionale della lotta alle mutilazioni genitali femminili, vogliamo ricordare tutte loro. In questi anni, Amref, come il suo lavoro, ha salvato migliaia di bambine, donne del domani.