"La fame è sentita da uno schiavo e la fame è sentita da un re".
Recita così un proverbio ghanese. Un semplice ma efficace promemoria dell'impatto che il cambiamento climatico sta avendo su tutti noi.
Cambiamento climatico: un problema globale
Sebbene le popolazioni vulnerabili, come quelle che dipendono in larga misura dall'agricoltura, dalla pesca e dall'allevamento alimentati dalle piogge, saranno più colpite rispetto ai ricchi, il punto fondamentale è che, in ultima analisi, tutti risentiremo dell'impatto del cambiamento climatico.
È sconcertante vedere in azione i negazionisti pronti a disinformare il pubblico e a minimizzare le evidenze scientifiche sul cambiamento climatico.
Nel frattempo, gli effetti nocivi del riscaldamento globale minacciano di compromettere i progressi in termini di salute registrati da diversi decenni.
Questi effetti includono la malnutrizione, l'aumento dei livelli di malattie trasmissibili e non e le emergenze causate dai disastri naturali.
Cambiamento climatico e ingiustizia
L'Africa, che ospita circa il 17% della popolazione mondiale e dove quasi la metà di essa vive in condizioni di povertà, è destinata a sopportare il peso maggiore del cambiamento climatico, probabilmente la più grande sfida dei nostri tempi (oltre all'attuale pandemia COVID-19).
In base ai dati dello State of the Global Climate 2020, la temperatura media globale nel 2020 (14,9 gradi) è stata una delle tre più calde mai registrate e il tasso di aumento medio della temperatura in Africa è stato superiore alla media globale.
Il continente, che rappresenta meno del 4% delle emissioni globali di gas serra e che ha la minore capacità di adattarsi agli effetti del riscaldamento globale, pagherà ancora una volta un prezzo molto alto per la mancanza di un'azione urgente in grado di affrontare questa sfida a livello globale.
Gli effetti del cambiamento climatico in Africa sulla salute delle popolazioni più vulnerabili
I cambiamenti nella temperatura e nelle precipitazioni stanno già mettendo a rischio le risorse idriche, riducendo la produzione agricola e aggravando la malnutrizione nel continente.
Siccità e inondazioni si sono abbattute su molte regioni dell'Africa orientale, occidentale e meridionale.
Quasi 100 milioni di persone sfollate nel 2020 sono state costrette a soffrire di insicurezza alimentare acuta a causa di disastri naturali, conflitti e shock economici.
Nello stesso periodo, si stima che il 12% delle nuove persone sfollate a livello globale sia in Africa orientale e nel Corno d'Africa.
Queste non sono semplici statistiche.
Si tratta di vite umane che vengono colpite dalla nostra incapacità collettiva di agire più rapidamente.
Tutto ciò avviene sullo sfondo della pandemia COVID-19 che ha messo la salute globale in una posizione precaria e ha acceso i riflettori su quanto siamo vulnerabili nei confronti della natura.
Il cambiamento climatico, se non controllato, ci lascerà indifesi contro le future pandemie.
E in Africa, dove la debolezza dei sistemi sanitari ha lasciato la popolazione in una posizione di notevole svantaggio, le lacune esistenti nei sistemi sanitari pubblici rischiano di aumentare ulteriormente.
Se entro il 2030 non verranno adottate misure volte a mitigare gli effetti del cambiamento climatico e a permettere alle popolazioni di adattarsi, fino a 118 milioni di poveri saranno esposti a siccità, inondazioni e caldo estremo nel continente.
Anche se i nostri sforzi sono concentrati sull’uscita dalla pandemia, non possiamo permetterci di ignorare la necessità di misure di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico a lungo termine.
Queste richiederanno finanziamenti sostenibili per contenere i costi umanitari, sociali ed economici del cambiamento climatico e il suo ruolo nell'amplificare le pandemie.
Cambiamento climatico in Africa e risorse per costruire un continente più resiliente
Si stima che nei prossimi otto anni l'Africa avrà bisogno di investimenti per oltre 3.000 miliardi di dollari per attuare efficacemente le politiche, gli obiettivi e le misure che i governi intendono impiegare come contributo all'azione globale per il clima.
Si tratta di un compito difficile, dato che la maggior parte dei Paesi non è in grado di finanziare completamente i propri bilanci nazionali e si trova ad affrontare divari di finanziamento sanitario sempre più ampi.
Meno di cinque nazioni africane sono riuscite ad aumentare la spesa sanitaria fino ad almeno il 15% del bilancio nazionale, come previsto dalla Dichiarazione di Abuja del 2001 - una situazione aggravata dalla pandemia COVID-19.
Quali sono dunque i prossimi passi da compiere?
In primo luogo, i leader africani devono riconoscere che il cambiamento climatico e il suo impatto sulla salute, sulla crescita economica e sullo sviluppo sono reali e la nostra risposta come continente deve essere urgente, inclusiva e ben coordinata.
Devono continuare a chiedere la collaborazione regionale e globale e il sostegno dei partner per attuare strategie di riduzione delle emissioni di gas serra e ritenere i Paesi più ricchi del mondo responsabili del loro contributo al cambiamento climatico.
Non è il momento di fare chiacchiere: è il momento di agire.
In secondo luogo, come cittadini del pianeta, dobbiamo renderci conto che i governi non possono e non vogliono risolvere la crisi climatica da soli. Ciò richiede una responsabilità e un'azione collettiva per creare un pianeta equo e prospero per tutti.
Dobbiamo partecipare alla formazione delle politiche e alla loro attuazione a livello sociale e individuale.
Dobbiamo chiedere ai nostri governi di mantenere i loro impegni a spendere di più e meglio per le misure di mitigazione e adattamento.
Queste includono investimenti in soluzioni resistenti al clima come l'energia verde, una solida sorveglianza delle malattie e meccanismi di allerta precoce che andranno a beneficio del pianeta e dei nostri sistemi sanitari.
Abbiamo certamente un lungo viaggio davanti a noi, ma anche il viaggio più lungo inizia con un singolo passo. Abbiamo la possibilità di fare il primo passo, non solo per un oggi migliore, ma anche per un domani più luminoso e più sano.
Articolo di Martin Muchangi, Program Director di Amref Health Africa, pubblicato su CGTN.