"Da quando siamo qua nessun bambino è morto per malnutrizione", afferma Deng Simon, nel video reportage della giornalista Florence Miettaux, girato nel nord del Sud Sudan, nello Stato di Warrap.
Nelle aree rurali del Sud Sudan, dove la popolazione è quasi del tutto tagliata fuori dall’assistenza sanitaria, la situazione è estremamente critica.
Circa l'80% (243.000) della popolazione (304.000) di Tonj Est e Tonj Sud ha bisogno di assistenza umanitaria e oltre 91.000 persone, tra cui donne in gravidanza e bambini sotto i 5 anni, soffrono di malnutrizione acuta con un impatto significativo sulla mortalità e morbilità materna e infantile. Nel più giovane Stato al mondo, il Sud Sudan, ogni anno, 99 bambini su 1000 non superano i 5 anni. In Italia, quel dato parla di 3 su 1000.
La giornalista - che scrive per Le Monde, RSI e The Guardian - ha visitato le contee di Tonj South e Tonj East. Uno dei direttori sanitari della contea ha affermato ai suoi microfoni "il cibo è finito". Le piogge sono arrivate in ritardo e quando si è iniziato a coltivare, pioveva già troppo. Anche Anger ha perso il suo raccolto di arachidi e ora vede le conseguenze sui suoi figli. Anger si alza, con il figlio di 10 mesi in braccio, con una temperatura di 40 gradi, e si mette in cammino verso una delle otto cliniche mobili, installate attraverso il progetto E = mc², realizzato da Amref Health Africa e OVCI e finanziato dall'AICS, l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Le cliniche mobili - 4 sanitarie e 4 nutrizionali - forniscono servizi essenziali, tra cui il trattamento di malattie comuni come diarrea, malaria e polmonite, visite prenatali per le donne incinte e altri servizi sanitari. Al momento tramite il progetto E = mc² sono state raggiunte oltre 35 mila persone, la cui voce, come quella di Anger, è flebile, quasi silenziosa. A causa sì della fatica, ma anche per effetto del rumore assordante delle crisi internazionali, che coprono milioni di altre flebili voci come le sue.