La crisi climatica è una delle maggiori sfide di questo secolo e continuerà a minacciare la salute e il benessere dell'umanità per i decenni a venire se non si interviene subito.
Sebbene il contributo dell'Africa a questa crisi sia minimo, con solo il 2-3% delle emissioni globali, il continente rischia di pagare le conseguenze più gravi del cambiamento climatico.
Inondazioni, siccità, deforestazione, erosione e conflitti alimentati dalla lotta per le risorse in diminuzione sono degli effetti già visibili in diversi paesi africani.
Il peso del cambiamento climatico sulle donne e le ragazze
Circa il 63% delle donne in condizioni di povertà estrema nel mondo - pari a 244 milioni - vive nell'Africa subsahariana.
Il peso del cambiamento climatico su di loro non deve essere sottovalutato.
Per generazioni le donne hanno avuto meno potere economico, sociale, politico e legale e sono quindi più esposte agli effetti negativi del cambiamento climatico, in particolare quelle che vivono nelle aree rurali.
Sono spesso loro ad avere il compito di recuperare l'acqua, provvedere al cibo per la famiglia e raccogliere la legna da ardere. Tutte attività rese più difficili dalla scarsità di queste risorse.
In media devono camminare per 6 chilometri, più volte al giorno, per raccogliere l'acqua.
Ad ogni viaggio riescono a trasportare circa 20 litri, appena sufficienti per l'uso quotidiano di una persona.
Considerando che in media una famiglia di contadini in Africa è composta da più di cinque persone, sono necessari più viaggi al giorno per soddisfare il fabbisogno di base per la cucina, la pulizia e l'igiene.
Tutto questo tempo viene sottratto, tra le altre cose, alla scuola, alla partecipazione della donna alla vita sociale ed economica.
Il cambiamento climatico influisce anche sull'accesso a servizi igienici e sanitari sicuri ed equi e aumenta la frequenza di malattie epidemiche come la malaria, il colera, il tifo e la febbre dengue, mettendo a rischio la salute di donne e ragazze.
La carenza di acqua pulita, di servizi igienici e sicuri impedisce alle ragazze e alle donne di gestire correttamente anche il ciclo mestruale.
In assenza di igiene e salute mestruale, alle donne viene negata la possibilità di esprimere appieno il proprio potenziale, con un impatto devastante sia sul loro benessere individuale che sulla salute dell'intera comunità.
Non c'è quindi da stupirsi che si trovino intrappolate in una lotta per la sopravvivenza, peggiorata dalle persistenti disuguaglianze sociali, economiche e sanitarie che non potranno che aumentare se non riusciremo ad affrontare il cambiamento climatico.
Mettere le donne e le ragazze al centro degli sforzi contro la crisi climatica
Per recuperare il terreno perduto a causa della pandemia COVID-19 e per affrontare le sfide della crisi climatica, è necessario che non si consideri quest'ultima come una sfida globale astratta, ma come un problema urgente di giustizia di genere.
Dobbiamo re-inventare il nostro approccio alla progettazione e all'attuazione di soluzioni sostenibili, nessuna delle quali può essere veramente inclusiva o completa senza la partecipazione di donne e ragazze, che costituiscono circa la metà della popolazione africana.
Se vogliamo sfruttare il loro potenziale, dobbiamo riconoscere il ruolo di leader che già svolgono nelle loro sfere di influenza: a casa, nelle nostre comunità e sul posto di lavoro.
Le donne possono essere - e molte lo sono già - potenti agenti di cambiamento con un immenso potenziale e il loro contributo è necessario per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, il cui conseguimento salvaguarderebbe la salute e il benessere delle persone e del pianeta.
Mettere le donne e le ragazze al centro degli sforzi di mitigazione e adattamento al clima permetterà ai governi, ai politici, ai finanziatori e agli attuatori dei programmi di attingere a un bacino di talenti, spesso trascurato, che è fondamentale per comprendere la sfida climatica attraverso un'ottica di genere, promuovendo un approccio più inclusivo e sostenibile.
Da vittime ad agenti del cambiamento
Ci troviamo di fronte a una sfida complessa.
Se vogliamo risolvere la crisi climatica, non possiamo più permetterci di ignorare i suoi impatti sulle disuguaglianze di genere, non quando è evidente che vengono vissuti in modo diverso a seconda dei contesti sociali, culturali ed economici - e certamente non quando sappiamo che le donne e le ragazze sono spesso svantaggiate a causa della loro maggiore esposizione al rischio e della minore capacità di adattarsi ai cambiamenti e alle emergenze legate al clima.
Dando alle donne la possibilità di imparare, di svolgere un lavoro a parità di retribuzione, di accedere alle risorse finanziarie e di partecipare ai processi decisionali, possiamo attingere a un pozzo di talenti che comprende bene ciò che è necessario per affrontare le sfide quotidiane che il cambiamento climatico ci chiede di affrontare, che si tratti di acqua, servizi igienici e sanitari, energia pulita, produzione alimentare, prevenzione delle malattie o partecipazione economica.
Insieme, possiamo trasformare le donne e le ragazze africane da vittime del cambiamento climatico a formidabili agenti del cambiamento.
Articolo di Martin Muchangi, Director, Direttore del programma WASH di Amref Health Africa e del Dr. Norah Obudho, East Africa and Global Health Integration Director, WomenLift Health.