Guido Forni, immunologo, membro dell’Accademia dei Lincei e già Prof. ord. di Immunologia presso l’Università di Torino, ci ha spiegato, partendo da una base scientifica, l’importanza di garantire i vaccini, le cure e l’assistenza sanitaria a tutti e tutte, ovunque nel mondo.

Si sente spesso parlare di “salute globale”, cosa significa?

Significa che, davanti ad una pandemia che colpisce varie parti del mondo, o si riesce a eradicare la pandemia in tutto il mondo oppure la malattia, quasi inesorabilmente, continuerà a essere presente e a riapparire in ondate successive.

Cos’è l’immunità di gregge?

Gli allevatori di bestiame si sono accorti che per proteggere un gregge, una mandria o un qualsiasi allevamento non è necessario immunizzare tutti gli animali, ma si può risparmiare vaccinando solo la maggioranza di questi. A seconda delle caratteristiche della malattia, basta immunizzare il 60-80% degli animali per far sì che il microbo non riesca più a circolare. Così, per proteggere gli esseri umani da una malattia, non è necessario vaccinare tutti, ma una quota sufficiente a bloccare la circolazione di quel microbo.

Parlando di COVID-19 e vaccini, cosa significa che nessuno è al sicuro finché non lo siamo tutti?

Nel mondo attuale le interconnessioni tra i vari Paesi sono molto intense. È quindi probabile che una malattia fortemente infettiva come è COVID-19 possa continuare a diffondersi da un Paese all’altro. Inoltre, se in alcuni Paesi ci sono molti casi di COVID-19 è probabile che possano insorgere nuove varianti che si possono diffondere anche nei Paesi che sono riusciti a bloccare la pandemia. 

Se in Italia siamo in preoccupante ritardo sulla campagna vaccinale, perché dobbiamo sostenere l’Africa?

Oltre che ad un dovere morale, molto sentito da varie persone, ci sono i motivi utilitaristici collegati ad un efficace blocco della pandemia a livello globale.

In Africa ci sono molti altri grandissimi problemi di tipo sanitario. Prima di pensare al vaccino anti-COVID-19, non sarebbe meglio risolvere quelli, come ad esempio la malnutrizione o le morti materno-infantili?

Ognuno di questi drammatici problemi si porta dietro un enorme carico di sofferenza e morte. Cercare di alleviarne uno non esclude l’importanza degli altri. Anzi, spesso sono interconnessi. In questo momento si deve evitare che COVID-19 si espanda anche in questi Paesi e che colpisca gli operatori sanitari paralizzando i fragili sistemi sanitari dei Paesi africani. 

Se in Italia raggiungiamo l’immunità di gregge, è possibile che si riavvii il contagio nel momento in cui riprenderemo a viaggiare?

Ovviamente è possibile che gli scambi tra Paesi possano facilitare l’arrivo di varianti non ancora presenti in Italia, varianti che potrebbero sfuggire all’immunità di gregge.              

Potremo viaggiare, per lavoro o per vacanza, in luoghi non raggiunti da un’adeguata campagna di vaccinazione anti-COVID-19?

Anche adesso è possibile viaggiare in quasi tutto il mondo accettando le varie quarantene imposte all’arrivo nei Paesi e nel ritorno in Italia. Con l’evoluzione della pandemia ci sono Paesi dove, per un certo periodo, risulta particolarmente pericoloso andare. Per esempio, andare in Inghilterra, quest’inverno era molto pericoloso. Adesso, invece non lo è più. Le previsioni sono difficili perché la situazione epidemica varia rapidamente in base alle misure di contenimento messe in atto.

I numeri della pandemia in Africa sono veritieri o sottostimati?

È probabile che i numeri della pandemia da COVID-19 siano sottostimanti in numerosi Paesi africani. Anche se sono sottostimanti, sembra evidente che in questo momento nei Paesi africani questa pandemia sia meno diffusa che in molti Paesi europei, che nei Paesi delle Americhe e in India. I motivi di questa minore diffusione sono diversi e non tutti ben compresi. Però si deve tenere ben presente che la situazione attuale potrebbe cambiare rapidamente e che la pandemia potrebbe esplodere in numerose nazioni africane. Anche in India, per un lungo periodo ci sono stati pochi casi di COVID-19, e molte ipotesi sono state avanzate sulla resistenza delle popolazioni dell’india a questa pandemia. Adesso, invece, la situazione in India è tragicamente cambiata. Inoltre, in molto Paesi africani l’organizzazione sanitaria è particolarmente fragile. Se in questo periodo fosse possibile immunizzare il personale sanitario e una quota significativa della popolazione africana, potrebbe essere possibile prevenire una tragedia.