In Africa solo il 4% della popolazione è completamente vaccinata contro il COVID-19 a fronte di oltre l’80% raggiunto da alcuni paesi ad alto reddito e nonostante in Africa il 75% della popolazione è favorevole alla vaccinazione. Questi dati ci dicono che non è un problema di domanda, ma di offerta.

"I responsabili politici e le organizzazioni africane a tutti i livelli dovrebbero indignarsi per questa ingiustizia" ha dichiarato Githinji Gitahi, CEO di Amref Health Africa commentando i risultati raggiunti nel recente summit globale dedicato all'emergenza COVID-19.

Nell'incontro, ospitato dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden dal titolo “Porre fine alla pandemia”, i leader mondiali si sono impegnati a fornire più dosi e supporto finanziario ai paesi in via di sviluppo, dove restano scarse le risorse contro il virus, i vaccini, ma anche le attrezzature sanitarie e i farmaci.

Parecchie nuove commesse sono state annunciate, inclusa la consegna di almeno 2,6 miliardi di dosi, fondamentali per accelerare la campagna di vaccinazione mondiale.

Con queste nuove forniture la speranza è di vaccinare il 40% della popolazione mondiale entro la fine del 2021 e più del 70% entro settembre 2022.

"Si tratta di decisioni che apprezziamo perché hanno garantito un contributo aggiuntivo di 850 milioni di dosi di vaccino contro il COVID-19 destinate a tutto il mondo e hanno confermato l’impegno dei leader e delle organizzazioni mondiali nell’obiettivo di salvare vite ora e costruire un futuro migliore - ha commentato Gitahi -. Allo stesso tempo è fondamentale l’impegno per mettere a punto tutte le misure necessarie per il trasporto in sicurezza dei vaccini".

Ma questi sono solo i primi passi del lungo cammino necessario ad assicurare all'Africa la capacità di lottare per il proprio futuro.

"Ringraziamo il presidente del Sud Africa Cyril Ramaphosa per aver sottolineato la necessità di un piano sostenibile per i paesi in via di sviluppo che consenta di raggiungere gli obiettivi della campagna di vaccinazione, ma anche adeguate forniture di ossigeno, strumenti di diagnosi e dispositivi di protezione individuale, oltre all’impegno nel promuovere la produzione autonoma di vaccini".

Gli obiettivi del vertice sono stati davvero raggiunti?

Sicuramente il summit ha raggiunto l'obiettivo di garantire un supporto alla campagna mondiale di vaccinazione contro il COVID-19. Tuttavia, siamo ancora lontani dal controllo della pandemia e dalla costruzione di una salute sicura per l’Africa.

Come Amref siamo in prima linea nel coinvolgere le comunità del continente, nel fornire assistenza tecnica ai ministeri della salute, nel formare e supportare gli operatori sanitari e nel definire nuove modalità e strumenti per garantire la salute pubblica in Africa.

Mentre continuiamo in questo nostro impegno è necessario che anche gli altri attori mondiali contribuiscano a porre fine all’ingiustizia nella distribuzione dei vaccini contro il COVID-19 in Africa.

Donazioni e non prestiti!

I vaccini che acquistiamo, nonostante i costi bassi, o quelli comprati attraverso prestiti della Banca Mondiale, contribuiscono ad aumentare il nostro debito pubblico.

L’Africa, il continente che ospita il 17% della popolazione mondiale ma che è responsabile solo del 2,7% della produzione globale non può permettersi più di 50 dollari pro capite di spesa pubblica per la salute. Anche con la massima efficienza fiscale, la massima allocazione alla sanità e il 100 per cento per centesimo di esecuzione del bilancio questi fondi sono insufficienti per garantire a tutti un vaccino. Pertanto, le vaccinazioni COVID-19 in Africa non possono avvenire attraverso prestiti ma attraverso meccanismi di solidarietà internazionali. La salute, proprio come la mitigazione dei cambiamenti climatici, è un bene pubblico globale.

Porre fine all’ingiustizia

I paesi ricchi non devono più accumulare scorte di vaccini, ma insieme alle industrie farmaceutiche dare la priorità e accelerare gli impegni presi nei confronti di COVAX e dell'African Vaccine Acquisition Task Team (AVATT) dando a questi meccanismi la possibilità di andare avanti nelle consegne.

Rafforzare i meccanismi internazionali esistenti

Prima di creare nuovi strumenti, dobbiamo rafforzare quelli che abbiamo. I governi africani devono rispettare gli impegni presi e supportare l’Organizzazione mondiale della sanità nel rafforzamento degli strumenti di preparazione e contrasto alla pandemia e devono fare lo stesso con i meccanismi regionali e globali esistenti. Questi includono il Fondo mondiale per la lotta all’HIV, tubercolosi e malaria, Gavi, l’Africa Centers For Disease Contro and Prevention, ma anche le piattaforme della società civile impegnate nella mobilitazione e responsabilizzazione della comunità.

Mettere al centro gli individui e le comunità

I governi africani devono investire in sistemi sanitari che mettono al centro le persone. Questo significa sviluppare piani sanitari nazionali realistici e specifici focalizzati sulle comunità e sugli individui, sui loro bisogni e sulle loro preoccupazioni.

Dobbiamo re-immaginare la nostra salute e questo implica un cambio profondo dei sistemi sanitari nazionali e dei meccanismi necessari per migliorare la sicurezza sanitaria in Africa.

Dobbiamo potenziare la sanità pubblica, in particolare gli istituti nazionali di sanità pubblica; aumentare gli investimenti nel finanziamento della salute e armonizzare le politiche di regolamentazione per consentire il flusso di materie prime e lavoro; investire nella formazione del personale sanitario pubblico africano; aumentare la produzione locale di prodotti sanitari sfruttando le partnership per raggiungere questi obiettivi.

Costruire le condizioni industriali per garantire il trasporto sicuro dei vaccini

I governi africani, attraverso l’Unione Africana, devono impegnarsi nel finanziare hub industriali per la regione e intervenire sui mercati per garantire che l'offerta corrisponda alla domanda con duplicazioni e sprechi minimi.

"Amref Health Africa è determinata nella lotta per porre fine all’ingiustizia sui vaccini contro il COVID-19 e continueremo a farlo: se la situazione resta questa l’Africa deve sentirsi a disagio" ha concluso Gitahi.

L'articolo originale è stato pubblicato su modernghana.com.