In un recente studio condotto dallo IAI in collaborazione con Action Global Health Advocacy Partnership, si è analizzato il tema dell’impatto della pandemia sulla malnutrizione, provando ad individuare una serie di iniziative che la presidenza italiana del G20 potrebbe mettere in atto per contrastare il fenomeno a livello mondiale. Il pre-vertice del Food Systems Summit a Roma si è concluso il 28 luglio 2021.

L’insicurezza alimentare è infatti uno dei problemi più incombenti a livello globale, esasperato notevolmente dallo stato di emergenza legato al COVID-19. Come mostra il recente State of Food Security and Nutrition in the World, nel 2020, tra 720 e 811 milioni di persone nel mondo hanno sofferto la fame (161 milioni in più rispetto al 2019), mentre circa 3 miliardi di persone continuano a non aver accesso a diete sane e nutrienti.

Tra le raccomandazioni individuate per i Paesi del G20:

  • La necessità di assicurare le necessarie risorse finanziarie per contrastare la malnutrizione;
  • La necessità di raggiungere un accordo a livello globale per ridistribuire i sussidi agricoli verso forme di produzione ecologicamente meno impattanti ed eliminare quei sussidi che promuovono alimenti poco salutari;
  • La necessità di costruire un dialogo strutturato con le future presidenze indonesiana e indiana per promuovere tra i Paesi del G20 un approccio olistico alla nutrizione, per esempio creando gruppi di lavoro tematici e interministeriali tra i ministri delle Finanze, dell’Agricoltura, dello Sviluppo e della Salute.

Anche l’ONG Amref Health Africa si impegna ad assicurare una ripresa rapida ed uno sviluppo sostenibile nel lungo periodo, con diversi progetti attivi nel continente africano relativi alla lotta alla malnutrizione.

“Non dimenticherò i servizi di Amref e gli operatori sanitari che hanno salvato mio figlio dalla morte”, ha dichiarato Natabo, madre di Lokai, un bambino malnutrito di soli quattro anni, nel villaggio di Naminit, nella contea di Kapoeta Sud, in Sud Sudan. Alla prima visita, il bimbo pesava 8,9 kg, per un’altezza di 77,5 cm. Oggi, grazie anche ai 10 chilometri percorsi ad ogni visita dai genitori per raggiungere la struttura sanitaria più vicina, Lokai è in salute. “Non è mai stato così bello e vivace”, ha aggiunto Natabo, ammirando il figlio tra lacrime di gioia.

Lokai durante la sua prima visita

In Sud Sudan, dove Amref è impegnata dal 1972, anche con progetti volti a combattere la malnutrizione nel Paese, il 54% della popolazione, circa 6,35 milioni di persone, vive ancora in condizioni di grave insicurezza alimentare. Circa 10.000 persone attualmente affrontano un livello di insicurezza alimentare classificato come Catastrofe (fase IPC 5) con un’estrema mancanza di cibo, mentre 1,7 milioni sono in condizioni di Emergenza (fase IPC 4) e altri 4,6 milioni sono a livello di Crisi (fase IPC 3).

Ad oggi, nel Paese, Amref ha istituito due centri di stabilizzazione per casi di malnutrizione severa supportati con generi alimentari e farmaci di base, reclutato 50 volontari comunitari, a ciascuno dei quali è stata assegnata un’area di operatività in cui erogare le sessioni di sensibilizzazione, formulato 39 moduli per fornire alle mamme gli strumenti per garantire uno svezzamento sano e un’adeguata nutrizione nei primi anni di vita del proprio bambino, e molto altro.