“Il nostro sistema educativo dovrebbe essere definito dai problemi che cerchiamo di risolvere”. È su questa nozione che si è basato il decimo incontro virtuale della serie bisettimanale che Amref ha lanciato in collaborazione con Dalberg, “The Africa Dialogue Webinar Series”.

Al momento, in Africa occidentale e centrale, a sei mesi dall’inizio dell’emergenza sanitaria che ha costretto tutti gli Stati della regione a decretare la chiusura delle scuole, nella stessa zona, solo 7 Stati su 24 sono stati in grado di riaprire i portoni al nuovo anno scolastico.

Sebbene la comunità educativa abbia compiuto innumerevoli sforzi per mantenere la continuità dell’apprendimento durante questo periodo, è indubbio che la pandemia abbia generato un’emergenza educativa molto preoccupante. Infatti, 5,3 milioni di studenti in Africa Sub-Sahariana rischiano di non poter riprendere gli studi prima dell’inizio del nuovo anno.

A causa del confinamento, dell’emarginazione e di tante altre carenze già esistenti, molti bambini e adolescenti che non hanno accesso alle risorse di apprendimento digitale sono rimasti indietro nel naturale processo di sviluppo pedagogico. Un tema sottolineato con preoccupazione da Uzodinma Iweala, scrittore e CEO di The Africa Center. Infatti, 1,5 miliardi di bambini in età scolastica sono stati colpiti dalla chiusura delle scuole in tutto il mondo, e oltre la metà dei bambini colpiti in tutto il continente africano, non hanno accesso ad alcuna risorsa di apprendimento digitale. “L’89% dei nuclei familiari, in Africa Sub-Sahariana, non possiede un computer”, ha spiegato Uzodinma Iweala.

Oltre al fatto che le diverse opportunità educative e tecnologiche non potranno che aggravare le diseguaglianze già generate da povertà e disagio sociale, vi sono altre conseguenze meno evidenti ma altrettanto gravi della chiusura delle scuole, ad esempio su molte giovani donne africane. Il Dr. Githinji Gitani, Global CEO di Amref Health Africa, a tal proposito, ha raccontato l’aumento nel numero di stupri, di gravidanze e matrimoni precoci, di mutilazioni e di violenze di genere, “dovuti alla mancanza di luoghi sicuri dove rifugiarsi”.

Alcune proposte per agevolare la riapertura sicura delle scuole sono state: introdurre i doppi turni alle superiori per favorire il distanziamento, investire più soldi nelle infrastrutture per agevolare il rientro in classe e sponsorizzare corsi alternativi che possano andare a beneficio dei giovani: l’imprenditoria, la tecnologia e l’industria manifatturiera sono solo tre degli esempi di attività che potrebbero facilitare il futuro dei giovani e del continente.

Mai come in questo momento è fondamentale trovare progetti che impediscano che la pandemia lasci senza istruzione un’intera generazione, condannandola alla povertà e all’emarginazione. “Lo sviluppo dell’Africa non può prescindere da questo”, hanno concluso gli esperti.

Il webinar è stato moderato dalla Dott.sa Lydiah Kemunto Bosire, Fondatrice e CEO di 8B Education Investments, e da Edwin Macharia. All’incontro hanno partecipato il Prof. Aiah Gbakima, Ministro dell’istruzione tecnica e superiore in Sierra Leone, il Dr. James Mwangi, Amministratore delegato e CEO del gruppo Equity Group Holdings Plc., Uzodinma Iweala, scrittore e CEO di The Africa Center e Amini Kajunju, Direttrice esecutiva della Fondazione IUGB. Il Dr. Githinji Gitani, Global CEO di Amref Health Africa, ha mandato il suo contributo video.