Al 5 novembre, l’Uganda conta 13.568 casi di Coronavirus, con un aumento del 270% avvenuto negli ultimi 60 giorni. Con l’obiettivo di mitigare la diffusione del virus e le potenzialmente tragiche conseguenze socioeconomiche, psicologiche e sanitarie, Amref Health Africa, la Nando and Elsa Peretti Foundation e Stavros Niarchos Foundation collaborano ad un intervento di contrasto alla diffusione del COVID-19 tra le comunità rifugiate e quelle ospitanti del campo per rifugiati Rhino Camp, nel Nord Uganda.

Attualmente l’Uganda è il Paese africano che ospita più rifugiati (UNHCR, luglio 2020): all’incirca 1.4 milioni. L’intervento andrà a beneficio di circa 50.000 persone, in 5 strutture sanitarie presidiate da 50 operatori sanitari provvisti di IPC e Dispositivi di Protezione Individuale (DPI). I beneficiari indiretti del progetto – la popolazione totale di Rhino Camp – saranno invece circa 120.000, tra cui oltre 73.000 bambini.

Secondo l’ultimo rapporto sui progressi del progetto, la prima settimana del mese di novembre è stata dedicata in parte al potenziamento della consapevolezza del COVID-19 tra le comunità rifugiate e quelle ospitanti, attraverso informazioni accessibili e affidabili. Sono stati infatti formati 50 operatori sanitari, incluso il personale di laboratorio e 50 leader della comunità sulla prevenzione/controllo del virus, e sulla sorveglianza delle malattie su base comunitaria (CBDS). È stato inoltre offerto supporto a 50 membri dei Village Health Teams nella realizzazione di campagne di sensibilizzazione.

Forniture mediche – tra cui dispositivi di protezione individuale assortiti, che includono mascherine, stivali di gomma, grembiuli riutilizzabili e igienizzanti – sono stati forniti per soddisfare le esigenze igienicosanitarie di 94 operatori sanitari in 5 strutture.

Il campo di Rhino sta affrontando molteplici sfide. Tuttavia, Amref Health Africa sta adottando misure di mitigazione efficaci. Tra le sfide più velate, le conseguenze psicologiche che questo periodo di pandemia e successivo isolamento sociale stanno avendo sulle persone. Per questo motivo, gli operatori all’interno del campo sono stati addestrati per offrire sostegno psicosociale di base, volto a tutelare la salute mentale di tutti coloro che lavorano nelle strutture sanitarie e/o sono coinvolti in prima persona nell'emergenza. Laddove ciò non risulta possibile, agli individui e alle famiglie in necessità vengono indicate strutture dedicate.