Il Covid-19 mette a rischio i progressi della lotta alle mutilazioni genitali femminili. Stime impressionanti che riguardano i prossimi dieci anni. Intanto le Nazioni Unite lanciano, a partire dal 25/11, un’azione mondiale: 16 giorni di attivismo contro la violenza di genere. Azione cui Amref aderisce. “Il Covid-19 ha messo a dura prova la lotta alle FGM, ma le comunità africane non si arrendono” dichiara Magni.

Una nonna leader, un uomo delle forze dell’ordine, un giovane masai e tante ragazze scampate alle mutilazioni genitali femminili (FGM), altre che hanno visto le proprie sorelle andare incontro ad una violenza inaudita. Sono queste le tante voci che Amref Health Africa ha raccolto in occasione della giornata mondiale contro la violenza di genere, che si celebra il 25 novembre. Accanto alle storie, alcuni dati di impatto del lavoro della più grande ONG africana che si occupa di salute nel Continente. Dati e voci su cui cala l’ombra del Covid-19.

Dati FGM

Ogni anno 3,9 milioni di ragazze sono a rischio di mutilazione genitale femminile (FGM). Nel mondo almeno 200 milioni di donne e bambine hanno subito FGM e, tra le vittime, 44 milioni sono bambine fino a 14 anni. Le FGM riguardano più di 600.000 donne e ragazze in Europa e 80.000 in Italia.

Conseguenze pandemia

A livello globale, il COVID-19 minaccia i risultati finora raggiunti nella lotta per porre fine alle FGM, e ha un impatto negativo: secondo il rapporto di UNFPA a causa delle limitazioni relative all’attuale pandemia, si prevede una riduzione di 1/3 dei progressi verso la fine delle FGM entro il 2030. Inoltre, a causa delle interruzioni legate al COVID-19 di molti programmi di prevenzione, nel prossimo decennio potrebbero verificarsi circa due milioni di casi di FGM che sarebbero stati altrimenti evitati.

Voci

“Spesso le persone si chiedono perché mi appassiona l’educazione delle bambine” racconta Lucy Nashuu, insegnante keniota in pensione. “È perché vedo i vantaggi che una madre istruita porta alla comunità. Quando ero bambina, c’era poca consapevolezza dei rischi per la salute che derivano dal taglio genitale femminile e dalle responsabilità immediate di sposarsi in così giovane età. Ora, come donna, come madre, come nonna e leader, sono molto determinata a porre fine alle mutilazioni genitali femminili e ai matrimoni precoci all’interno della mia comunità”.

Per leggere altre testimonianze: Basta tagli al futuro delle bambine, fermiamo le mutilazioni. Le testimonianze.

Impatto

Ad oggi, tra Kenya e Tanzania, sono oltre 20.000 le ragazze salvate direttamente, attraverso i Riti di Passaggio Alternativi – riti che segnano il passaggio delle bambine all’età adulta, ma bandendo la mutilazione. Complessivamente, sono circa 500.000 le donne e le ragazze che, negli ultimi tre anni, hanno beneficiato dei progetti Amref tra Tanzania, Kenya, Etiopia, Uganda, Malawi e Senegal, sia in maniera diretta che indiretta. Nella sola contea del Kajaiado l’azione di Amref ha fatto calare del 24% le FGM, dal 2009.

“Amref Health Africadichiara Paola Magni, dell’area Programmi dell’organizzazioneriafferma la necessità di intensificare gli sforzi e gli impegni internazionali per contrastare le FGM e i matrimoni precoci e forzati, ulteriormente minacciati dalla pandemia COVID-19”. Continua Magni “Abbiamo aderito alla campagna delle Nazioni Unite e dal 25/11, per sedici giorni, racconteremo storie di successo, contro una violenza che puntiamo a battere entro il 2030. Le comunità africane sono pronte e hanno la forza per farlo”.

Impegno e iniziative di Amref

Amref Health Africa, forte della sua esperienza ventennale nella lotta contro le FGM, ha istituito un Centro di Eccellenza (CoE) sul fenomeno, che fornisce una leadership strategica e coordina il lavoro di Amref in Africa e a livello globale. Il CoE opera in Tanzania, Uganda, Senegal, Kenya ed Etiopia, avviando e facilitando le azioni multisettoriali, l’emersione di buone pratiche, il lavoro di advocacy, le collaborazioni e le partnership per rafforzare gli impegni globali per accelerare l’eradicazione delle FGM. Il centro ha rilevato che l’azione di Amref dal 2009 nella sola contea del Kajiado abbia prodotto una riduzione di oltre il 24% delle FGM.

Amref è attiva con specifiche azioni di advocacy a livello locale e internazionale e, In occasione del 25 novembre. L’organizzazione si unisce infatti alla Campagna “16 giorni di attivismo contro la violenza di genere”, una campagna internazionale annuale che inizia il 25 novembre di ogni anno, data che segna la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, e si protrae fino al 10 dicembre, Giornata dei diritti umani. È stata avviata dagli attivisti dell’inaugurazione del Women’s Global Leadership Institute nel 1991 e continua a essere coordinata ogni anno dal Center for Women’s Global Leadership

In qualità di membro fondatore della Global Platform for Action to End FGM/C – nata nel 2019 da un concreto impegno delle organizzazioni della società civile, giovani leaders, vittime e altri stakeholders per “unire le forze per rendere le FGM una pratica del passato” – Amref promuove maggiore attenzione, risorse e azioni per porre fine alle FGM attraverso una Call to Action.

In partnership con il network globale “Girls not brides” Amref promuove inoltre un’azione globale affinché le FGM e i matrimoni infantili diventino una priorità nell’ambito della lotta alla violenza di genere perché senza eliminare questi due fenomeni sarà impossibile ottenere l’equità di genere entro il 2030. Call to Action.

In Kenya, Amref Italia interviene nelle comunità di Samburu e Marsabit. In queste zone, le FGM si attestano all’86% e al 91,7% e i matrimoni precoci e forzati al 38% e all’80% (rispettivamente a Samburu e Marsabit). L’organizzazione è attiva con un progetto triennale, BE4WE – Agenti di cambiamento per l’equità di genere e l’empowerment femminile, finanziato dalla Commissione Europea/Delegazione del Kenya. Intanto, sempre in Kenya sostiene la nascita di Nice Place, un Centro d’accoglienza e Girls Academy, nato alla storia di riscatto della sua ambasciatrice mondiale Nice nice nailantei leng'ete. In Italia l’impegno di Amref è rivolto ad accrescere le competenze degli operatori che si trovano ad affrontare questo problema, al fine di offrire risposte appropriate per un fenomeno crescente. Tale intervento – sostenuto dalla Chiesa Valdese – è rivolto alla comunità africana di Milano.