Ogni giorno Joyline deve fare una scelta impossibile: quella tra proteggere la salute dei suoi figli e l’acqua.

"Sono costretta a scegliere tra andare a prendere l'acqua, occuparmi degli animali e della famiglia o portare i miei figli in clinica. È difficile, tutti hanno bisogno della mia attenzione di madre", racconta Joyline.

La giornata di Joyline

Joyline deve svegliarsi intorno alle 5 del mattino per prepararsi a una lunga giornata di sole e di duro lavoro.

Prepara la colazione per i suoi figli, svolge le faccende domestiche e si occupa degli animali - mucche e capre - prima di partire alla ricerca dell'acqua.

Il cammino è di almeno 10 chilometri, un viaggio che dura dalle tre alle quattro ore, attraversando una fitta boscaglia spinosa che ospita animali selvatici - elefanti, iene, serpenti, cani selvatici e leoni.

Deve arrivare al punto d'acqua abbastanza presto per evitare la coda che a volte dura fino a due ore.

Scarsità di acqua nella contea di Kajido

Joyline vive nel villaggio di Mashuuru, nella contea di Kajido in Kenya, una regione dove la scarsità d'acqua, la povertà, gli alti livelli di analfabetismo e uno stile di vita da pastori nomadi per molti anni hanno rallentato la crescita economica e lo sviluppo della contea.

Recentemente Joyline ha dato alla luce la sua seconda figlia.

La lunga distanza che Joyline percorre per cercare l'acqua è estenuante per una madre che allatta. Quando arriva a casa a tarda ora è esausta.

In queste condizioni non è in grado di portare i suoi figli alla clinica. Questo le ha fatto perdere diverse visite di assistenza prenatale, rendendo i suoi figli vulnerabili a malattie e altre infezioni.

"La mia salute e quella di mia figlia sono compromesse. Faccio scelte che si ripercuotono su di me. Ogni volta che ho la possibilità di visitare la clinica, che si trova a 10 chilometri di distanza, le infermiere, che non capiscono la mia situazione, si arrabbiano con me. Mi accusano di essere ignorante e insensibile alla salute dei miei figli, ma non è questo il mio desiderio. Se Amref, il governo della contea o qualsiasi altro partner contribuissero a portare l'acqua vicino alla nostra comunità, mi sentirei sollevata. Non sarei costretta a fare scelte che mettono in pericolo la salute e il benessere dei miei figli".

Acqua e salute: l'impegno di Amref

L’accesso all’acqua sicura e potabile in Africa continua a essere drammaticamente inferiore rispetto agli standard mondiali e, caratterizzato da grandi differenze tra i Paesi del continente e tra le aree rurali e urbane.

In totale, nei paesi a Sud del Sahara, 313 milioni di persone non possono dissetarsi da fonti idriche protette e sicure. Nelle campagne il 55% degli abitanti ha accesso limitato o scarso all’acqua; di questi, il 13% trova sostentamento solo nell’acqua di superficie, che è spesso veicolo di malattie anche mortali.

Purtroppo, anche l’accesso a servizi igienico-sanitari adeguati – per quanto in crescita – è ancora molto basso. Sono oltre 400 milioni le persone senza accesso a servizi igienici di base e oltre 500 milioni le persone che non possono lavarsi le mani con il sapone nelle proprie case.

Grazie ai nostri progetti idrico-sanitari miglioriamo le condizioni socio-sanitarie delle comunità.

Oltre a garantire l’accesso a fonti d’acqua sicura e servizi igienici, diffondiamo la conoscenza delle buone pratiche igienico-sanitarie e forniamo competenze necessarie per la gestione delle infrastrutture.