Mentre in Sudafrica il picco della nuova ondata provocata dalla variante Omicron sembra essere superato, la mutazione dilaga in Europa e nel mondo.

Il 22 dicembre l’Organizzazione mondiale della sanità è tornata ad ammonire i paesi ricchi e a ribadire le preoccupazioni della comunità scientifica sulla disparità nella distribuzione e somministrazione dei vaccini.

Le dosi booster potrebbero non fermare la pandemia se nel frattempo non riusciremo a distribuire e somministrare vaccini nei paesi più poveri.

"È importante ricordare che la stragrande maggioranza dei ricoveri e dei decessi riguarda persone non vaccinate, non persone prive della dose booster – ha dichiarato il 22 dicembre Adhanom Ghebreyesus, direttore mondiale dell’OMS -.

E dobbiamo essere molto chiari sul fatto che i vaccini che abbiamo rimangono efficaci contro entrambe le varianti Delta e Omicron.

La priorità globale deve essere quella di aiutare tutti i paesi a raggiungere l'obiettivo del 40% di vaccinati il più rapidamente possibile e l'obiettivo del 70% entro la metà del prossimo anno".

Boniface Hlabano, responsabile di Amref Health Africa in Sudafrica, in una recente intervista all’Huffington Post aveva ricordato l’importanza di una strategia globale contro la pandemia da COVID-19.

La pandemia deve essere affrontata come un fenomeno globale – ha ricordato Hlabano – che non si combatte a colpi di travel ban e accumulo di vaccini, ma con una maggiore trasparenza e fiducia tra le nazioni”.

Cosa sappiamo della variante Omicron

Rispetto a quanto osservato in Sudafrica, la variante Omicron sembra risultare più contagiosa, ma meno severa in termini di sintomi gravi e ospedalizzazioni.

In rapporto al numero di casi, relativamente pochi pazienti in Sudafrica hanno avuto bisogno del ricovero in terapia intensiva e dell’ossigeno.

I casi più gravi sono tutti tra persone non vaccinate, il che conferma l’efficacia dei vaccini nel contrastare la malattia Covid-19.

Oggi sappiamo che i vaccini, almeno quelli attualmente a disposizione, non fermano l’infezione – ha ricordato Hlabano - ma sono straordinariamente efficaci nel ridurre la gravità della malattia e i decessi.

Fortunatamente, questa correlazione sta diventando sempre più evidente anche agli occhi della popolazione, come dimostra il nuovo slancio registrato dalla campagna vaccinale: sempre più persone chiedono e ottengono il vaccino, con il risultato che la percentuale dei vaccinati sta man mano salendo”.

Ingiustizia vaccinale: in Africa le dosi sono insufficienti

Per raggiungere gli obiettivi indicati dall’Oms e dalla comunità scientifica in Africa dovrebbero essere consegnate e somministrate 1,5 miliardi di dosi.

Ad oggi nel continente ne sono arrivate circa 445 milioni, un numero insufficiente per ridurre i contagi e fermare la diffusione di nuove varianti.

Abbiamo una lezione immensa da imparare: di fronte a un’emergenza globale di salute pubblica, non è possibile avere una parte di mondo che fa così fatica ad accedere ai vaccini.

Più Stati africani rimangono ai margini della vaccinazione globale, più è probabile la comparsa di nuove mutazioni che rischiano di farci ripartire dal via.

Pensare di uscire dalla pandemia guardando solo dentro i propri confini è una pia illusione, perché il virus continuerà a muoversi e a essere un problema per l’intera umanità. Prendersi cura di tutti è l’unico modo di affrontare questa sfida” ha concluso Hlabano.

L'impegno di Amref Italia nella campagna di vaccinazione in Africa

Forti delle conoscenze acquisite in decenni di lavoro in materia di campagne vaccinali e grazie a solide reti territoriali, oggi, Amref è la più grande organizzazione non profit africana impegnata nella vaccinazione di massa in Africa.

Siamo in prima linea e lavoriamo per garantire a tutti l'accesso ai vaccini. Per il bene di tutti.

Sostienici ora
  • 1934 centri di vaccinazione supportati
  • 37mila operatori sanitari coinvolti
  • 9.8mln beneficiari raggiunti
  • In quali Paesi Amref è in azione contro la pandemia?
    Amref deve raccogliere oltre 3 milioni di euro per organizzare e realizzare la campagna vaccinale in 6 Paesi, tra i più poveri e fragili dell’Africa - Uganda, Etiopia, Zambia, Malawi, Kenya, Sud Sudan - raggiungendo circa 9.8 milioni di beneficiari. In particolare Amref Italia si inserisce in questo programma così ampio focalizzando il suo impegno su Kenya, Uganda, Malawi e Zambia. Le azioni riguardano tutte le fasi della campagna vaccinale, dalla gestione e conservazione delle dosi, alla loro somministrazione.
  • Qual è il ruolo di Amref nella campagna di vaccinazione in Africa?
    Supportiamo i governi nella complessa gestione della distribuzione e conservazione dei vaccini; abbiamo già formato migliaia di operatori sanitari, in particolare di comunità, sulla corretta somministrazione del vaccino; lavoriamo per mobilitare la comunità, informarla e sensibilizzarla sull’importanza del vaccino; facciamo pressione sulle istituzioni per rendere i vaccini, insieme alle cure anti-pandemiche, un bene pubblico globale.
  • Cosa diventerà la mia donazione?
    La tua donazione si trasformerà in un aiuto concreto alla campagna vaccinale che Amref sta portando avanti in Africa. Formeremo operatori sanitari sulla corretta somministrazione del vaccino e sensibilizzeremo le comunità sull’importanza dello stesso.
  • Perché proprio Amref?
    Perché siamo esperti di Africa e di campagne vaccinali. L'azione di risposta alla pandemia portata avanti fino ad oggi è stata veloce ed efficace grazie alla profonda conoscenza del territorio, alla sinergia con le comunità e le istituzioni locali, alla consolidata esperienza sanitaria. Aspetti che permetteranno di realizzare anche campagne vaccinali altrettanto efficaci. Da sempre promuoviamo la vaccinazione come una delle misure di salute pubblica più efficienti ed efficaci, strategica per il controllo e l’eliminazione di pericolose malattie trasmissibili. Ancora prima della pandemia Covid-19 si calcolava che ogni anno dai 2 ai 3 milioni di vite venissero salvate dai vaccini. Le campagne vaccinali, in particolare quelle pediatriche e quelle per le donne in gravidanza, sono una delle azioni fondamentali dei nostri programmi sanitari, da sempre. Abbiamo una solida esperienza, sappiamo come muoverci per conservare il vaccino e trasportarlo anche fino alle comunità delle zone più remote, sappiamo come affrontare le difficoltà logistiche ma anche come abbattere le barriere psicologiche. Il nostro supporto, fatto di formazione, informazione e attrezzature, garantirà di vincere la sfida contro il tempo, le distanze e la paure!
  • Perché è importante che i vaccini siano un diritto e un bene di tutti?
    Nel mondo attuale le interconnessioni tra i vari Paesi sono molto intense. È quindi probabile che una malattia fortemente infettiva come è la COVID-19 possa continuare a diffondersi da un Paese all’altro. Inoltre, se in alcuni Paesi ci sono molti casi di COVID-19 è probabile che possano insorgere nuove varianti che si possono diffondere anche nei paesi che sono riusciti a bloccare la pandemia.