Bonaventure Mukosa di Pamodzi, che vive nella città di Ndola, in Zambia, ha assistito sua mamma Theresa Mukosa, 76 anni, nella lotta contro il COVID-19. Ha dato alla sua amata madre tutte le cure e il sostegno per vincerla, ma purtroppo Theresa non ce l’ha fatta. 

Come la mamma di Bonaventure, nel Paese, al 13 ottobre 2021, sono 3.652 le persone che hanno perso la vita a causa del COVID-19.

In Zambia, ad oggi, sono state consegnate poco più di un milione di dosi di vaccini contro il COVID-19, sufficienti per proteggere solo il 2,6% della popolazione.

Bonaventure racconta ad Amref la scomparsa di sua madre come una delle esperienze più assurde della sua vita: “nulla è andato liscio”, dichiara. “Dalla cura, al funerale, alle procedure di sepoltura”. Bonaventure ricorda il periodo della positività di sua madre come un momento di forte stress. Lei viveva a Kitwe e lui ha iniziato a temere di perderla.

“Mi sono sentito sopraffatto quando ho saputo che mia madre era risultata positiva al virus; la notizia mi ha portato oltre il limite di apprensione sopportabile. Mi sentivo in colpa, ero in giro a vivere la mia vita mentre lei era in ospedale a lottare per la sua vita. Riuscivo a percepire la sua sofferenza ogni volta che andavo in ospedale a trovarla”, aggiunge. 

Come se il trauma della morte non fosse abbastanza, Bonaventure racconta l’ingente esborso finanziario durante e dopo il funerale. “Il costo per la sepoltura è aumentato esponenzialmente nel corso delle tre ondate di pandemia”, spiega.

Il governo aveva stipulato delle linee guide con il Ministero della Salute sulle modalità per seppellire correttamente le persone decedute a causa del virus o per motivi correlati ad esso. Per quanto necessarie, le limitazioni hanno generato delle serie difficoltà a Bonaventure e ai suoi fratelli, tra cui complicazioni economiche.

Dopo il prematuro decesso della madre, a Bonaventure e i suoi fratelli è stato detto di non essere autorizzati a gestire la salma, e si sono quindi rivolti alle pompe funebri.

Nonostante la mancanza di alternative, la tassa aggiuntiva per la gestione - da parte delle pompe funebri - dei pazienti deceduti a causa del virus, è pari a 2.500 Kwacha (118€). Il trasporto del corpo della mamma di Bonaventure da casa al luogo di sepoltura comporta un’altra tassa di 2.758 Kwacha (140€). 

Queste spese non includono il costo della bara, che la famiglia ha pagato separatamente. 

Una volta trasportata la salma a Ndola, molte persone nel vicinato avevano paura di visitare la casa in cui era tenuta. “La nostra famiglia era isolata, lasciata sola nella camera ardente. I pochi vicini che ci visitavano erano cauti, in soggiorno. Si fermavano per pochissimi minuti e ci lasciavano nuovamente soli”, ricorda Bonaventure.

Bonaventure Mukosa sente di non aver dato a sua madre una sepoltura degna. In molte culture africane, la morte assume il significato di unione con la vita e quindi un’importanza immensa. “Fino all’avvento della pandemia, inoltre, non c’era nessuna limitazione sui riti funebri, non esisteva la paura di visitare una casa in cui aveva vissuto una persona infetta, i funerali erano l’evento che riuniva più membri della famiglia e della comunità”, spiega Bonaventre.

Per coloro che perdono un proprio caro non è facile accettare tutto ciò, specialmente considerando l’importanza del rito funebre e della sepoltura, nell’accettazione della morte. “Avere dei protocolli sanitari che limitano la libertà del funerale - per quanto necessari - è stato, e continua ad essere, rispettato con estrema difficoltà”, conclude Bonaventure. 

L’impegno di Amref

Amref Health Africa, dall'inizio dell’emergenza, si è impegnata ad offrire supporto formativo, professionale, logistico e pratico, dove e quando possibile. Da marzo del 2020, Amref ha raggiunto oltre un milione di persone, ha formato più di 100.000 operatori sanitari sulle misure di prevenzione e gestione del COVID-19 e ha fornito oltre 40mila dispositivi di protezione individuale. Ha equipaggiato i suoi Flying Doctors – “medici volanti” in servizio su piccoli aeroplani, per raggiungere le zone remote – dotandoli di capsule per il trasferimento dei malati più gravi.

In Zambia, ad oggi, in collaborazione con Africa CDC, Amref ha formato 2.000 operatori sanitari di comunità che sono oggi operativi in tutti i distretti della provincia di Copperbelt. Ndola, la città di Bonaventure e Theresa, fa parte della Provincia di Copperbelt. Il compito degli operatori formati è informare e sensibilizzare la popolazione sulle attività di prevenzione e contrasto al COVID-19.

Amref ha inoltre donato 2.496.000 mascherine mediche monouso per le comunità, 50.000 mascherine mediche per gli operatori sanitari e 2.997.420 mascherine chirurgiche monouso da distribuire agli studenti in tutto il Paese.

Amref Health Africa in Zambia ha infine sostenuto la stampa di 3.000 copie di materiale informativo, educativo e di comunicazione su COVID-19 per persone ipovedenti. Questi materiali sono stati distribuiti a 71 punti di lettura focali in tutto il paese.

Consistente è stato anche il processo di ricerca, pari a un totale di 47 ricerche in corso o completate, di cui 16 sono specificamente collegate a COVID-19.

Per scoprire di più sull’emergenza sanitaria in Zambia: COVID-19, Zambia