Contrastare il COVID-19 in situazioni di estrema fragilità. Sarà questo il compito dei Village Health Teams e dell’intera comunità del campo per rifugiati Rhino Camp, nel Nord Uganda. 

Amref Health Africa, la Nando and Elsa Peretti Foundation e Stavros Niarchos Foundation collaborano ad un intervento di contrasto alla diffusione del COVID-19 tra le comunità rifugiate e quelle ospitanti del campo per rifugiati, Rhino Camp.

Questo progetto fa parte di un intervento di emergenza onnicomprensivo nel campo, a cui Amref sta lavorando dall’agosto del 2017, finalizzato a garantire l’accesso a servizi igienici adeguati, a cure mediche standard e a colmare le gravi lacune nei requisiti sanitari del Paese.

Emmanuel Ebitu, Coordinatore dei Progetti di Amref Health Africa in Uganda, con sede nel distretto di Arua, è un membro della task force distrettuale contro COVID-19. Partecipa alla pianificazione congiunta di strategie, preparazione e risposta al COVID-19 e segue da vicino gli sviluppi del campo per rifugiati Rhino Camp. Ci racconta quindi i progressi del progetto. “Siamo in linea con i tempi e soddisfatti dei risultati ottenuti ad oggi. Sono stati formati 50 leader della comunità e 25 operatori sanitari, incluso il personale di laboratorio, grazie ad un orientamento sulla prevenzione e sul controllo del COVID-19”.  

Fondamentali le aree di intervento del progetto citate da Emmanuel Ebitu, considerando che il numero di casi positivi al COVID-19 rilevati in Uganda, ad oggi, ha superato i 7.060, e “sabato 19 settembre, nel Paese, sono stati segnalati 423 nuovi casi di COVID-19. Questa cifra rappresenta il più alto aumento giornaliero di casi di Coronavirus in Uganda, dall’inizio della pandemia, con un aumento del 97,7% rispetto al giorno precedente e del 195,8% rispetto al giovedì, ci spiega Emmanuel. “Al momento, 52 casi sono stati confermati dalla regione di West-Nile, in cui si trova il distretto di Arua (la mia zona), e nessuno nel campo per rifugiati Rhino Camp”.

Attualmente l’Uganda è il Paese africano che ospita più rifugiati (UNHCR, luglio 2020): all'incirca 1.4 milioni. Dall’aprile del 2020, sono stati registrati circa 1.980 nuovi rifigurati ogni mese. L’insediamento di rifugiati di Rhino Camp nel Nord Uganda ospita oltre 118.182 persone, con un totale di 30.158 famiglie (dati OPM, aggiornati ad aprile 2020), principalmente migrati da Paesi adiacenti, quali il Sud Sudan, la Repubblica Democratica del Congo, il Burundi e la Somalia. Il 61% della popolazione è formato da bambini.

In questo campo il 64,6% dei ricoveri alle strutture sanitarie è dovuto a episodi di malaria, il 7,6% a infezioni delle vie respiratorie e il 29,1% ad altre malattie. Attualmente le esigenze prioritarie legate ai rischi COVID-19 sono rafforzare il sistema sanitario (formale e informale) per individuare tempestivamente il COVID-19; rafforzare il sistema sanitario per gestire i casi positivi e limitare i contagi; sensibilizzare le comunità; aumentare la capacità del governo di applicare misure precauzionali in ambito di sanità pubblica e ordine sociale.

Secondo i progressi del progetto, “questa settimana sarà dedicata in parte al miglioramento della capacità di 5 strutture sanitarie – ognuna frequentata da oltre 200 persone al giorno – per rispondere e gestire i casi COVID-19, e alla formazione di 93 operatori sanitari, spiega Emmanuel. “Inoltre, prevediamo che entro l’inizio di ottobre tutti gli operatori sanitari coinvolti nel progetto utilizzeranno le innovazioni digitali LEAP (http://www.leaphealthmobile.com/), Jibu e M-Jali, che prevedono la personalizzazione dei contenuti formativi digitali che verranno distribuiti agli operatori attraverso i loro dispositivi mobili”, aggiunge. “LEAP, ad esempio, utilizza la tecnologia audio e SMS per responsabilizzare, sensibilizzare o formare personale sanitario, consentendo a ogni individuo di apprendere al proprio ritmo, con i propri dispositivi mobili e all’interno delle proprie comunità”.

L’intervento di Amref Health Africa, la Nando and Elsa Peretti Foundation e Stavros Niarchos Foundation andrà a beneficio di circa 50.000 persone, in 5 strutture sanitarie presidiate da 50 operatori sanitari provvisti di IPC e Dispositivi di Protezione Individuale (DPI). I beneficiari indiretti del progetto – la popolazione totale di Rhino Camp – saranno circa 120.000.

Dall’agosto del 2017, Amref sta lavorando sull’intervento di emergenza nel campo per rifugiati di Rhino, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) finalizzato a garantire l’accesso a servizi igienici adeguati e a cure mediche standard e infine a colmare le gravi lacune nei requisiti sanitari del Paese. Il cofinanziamento della Chiesa Evangelica Valdese, grazie al quale Amref è in grado di continuare a garantire le cure sanitarie necessarie a rifugiati e membri ospitanti, è stato inoltre avviato il primo gennaio del 2019.